Death metal e cristianesimo: accoppiata alquanto anomala ma non per gli “Scorged Flesh”, gruppo sfornato tra gli altipiani di Perth, Australia Occidentale.
Il quartetto di ragazzi modello e dalla faccia pulita, propone un melodic death infuso in un baccano di thrash e death metal classico suonato a dovere, contro ogni aspettativa.
In “Welcome To The End Of The World” , le nuvole si colorano di rosso e le vittime del male aumentano a dismisura in proporzionalità diretta con la cattiveria dell’animo umano. L’album consta di dieci tracce incentrate sulla distruzione del mondo e, riecheggiano nell’aria, come un’inusuale predica. Non manca proprio nulla, dal terrorismo a Madre Natura addolorata, dalla guerra al minuto di silenzio per chi è asceso ultimamente al cielo (“ Unleashed”).
La voce , un po’ sforzata, ricorda Sakis Tolis dei cari Rotting Christ: tutto diventa sempre più anomalo. Il drumming è esemplare e, il lavoro delle chitarre, leggero e violento ( solos e fraseggi richiamando gli svedesi In Flames) nella sua melodica struttura: l’entrata del secondo chitarrista- nonché produttore dell’album- Dan Holmes, si fa sentire prepotente diventando un cardine.
La produzione risulta un po’ scadente a causa della voce troppo alta rispetto al resto; il basso è inesistente e ,onestamente, non capisco il perché di questa scelta infelice.
Nell’insieme, l’album è ripetitivo e poco fluido, corredato non di rado da episodi che mi hanno lasciata perplessa, come la voce stridula durante l’assolo di “Exinct” o le clean vocals in “Waves of Disaster”.
Mancando dinamicità e metodo,” Welcome To The End Of The World” stanca dopo un paio di canzoni, annoverando alle orecchie il diritto di restare in silenzio con loro stesse.
L’album è suonato in modo eccelso ma manca di anima , scivola addosso senza lasciare il segno – positivo o negativo che sia-. Totalmente inutile, quindi e, date le doti degli australiani, è un vero peccato.