Mmmm…no ragazzi, non ci siamo. Tre album e mezzo in 16 anni per l’ex frontman degli Skid Row, e con risultati tutt’altro che esaltanti.
Questo ultimo “Give ‘Em Hell”, è bene dirlo subito, non è niente di speciale. Una manciata di brani hard rock dal sapore vagamente moderno (specie in certi fraseggi di chitarra) che non lasciano il segno.
E poi c’è lui… Un’involuzione pazzesca per questo cantante che ormai è costretto a vivere nel passato. La voce di Sebastian Bach viaggia in maniera decente sui toni medi, mentre si assottiglia, diventando a tratti nasale (e imbarazzante), quando alza un po’ il tiro (Push Away). Per non parlare di quando cerca di “incattivirsi” (Gun To A Knife Fight, Taking Back Tomorrow)…
Come anticipato, i brani di “Give ‘Em Hell” non sono davvero niente di che. Formalmente perfetti, ben suonati (mi piacerebbe poter dire anche ben cantati) e ben prodotti, si assestano tutti più o meno sulla sufficienza e potrebbero funzionare per un gruppo esordiente, non certo per un artista con una carriera ultra ventennale. Insomma il minimo sindacale per pubblicare un disco.
“Give ‘Em Hell” è un lavoro troppo piatto, privo di sussulti, tanto che è difficile estrapolare dal contesto un brano piuttosto che un altro. Potrei citare la cover Rock N Roll Is A Vicious Game, dal sapore “rock americano” o la ballad Had Enough, appena discreta, salvata da un coro sufficiente e da un Bach che mantiene la sua voce su tonalità consone alla sua attuale condizione.
Non decollano i singoli Taking Back Tomorrow e Temptation. Il primo caratterizzato da un riffing serrato (per il genere) e da una prestazione poco convincente di Bach, specie quando tenta di abbozzare quella sorta di “screaming” nel ritornello. Temptation va leggermente meglio, ricordando, a sprazzi, i tempi che furono ma senza eguagliarne nemmeno lontanamente la magia. Non malaccio Disengaged dotata di un buon tiro e di un buon lavoro di chitarra in fase ritmica.
Questo è quanto. In “Give ‘Em Hell” si viaggia nella mediocrità e il lascia passare per questo lavoro è il pesante nome di Sebastian Bach (unito però indissolubilmente a quello degli Skid Row) che sarà sicuramente in grado di imbrigliare qualche pesciolino nella sua rete. Per il sottoscritto, un disco assolutamente trascurabile.