Il nucleo originario dei Second Sight nasce a Genova e fin dalla prima ora si è arricchito di prestigiose collaborazioni con strumentisti importanti del panorama nostrano; l’idea di partenza del duo ritmico Gianluca Festinese-Francesco Di Battista sembra essere infatti quella di contornarsi di vari musicisti, un pò alla maniera dell’ultimo Ian Gillan. E sottolineo, non certo musicisti qualunque. Scorrendo i nomi all’interno del booklet, presenziano personaggi che vantano anni di studio e collaborazioni in giro per il mondo con i mostri sacri del genere. Parliamo di nomi del calibro di Alex Del Rosso, Giacomo Gigantelli. Gabriele Gozzi, Roberto Tiranti e altri già noti agli addetti ai lavori e agli ascoltatori più attenti. Un gruppo inteso quindi come un semi-project, una sorta di punto di incrocio per artisti, concepito nella massima libertà. E’ con questi ingredienti che prende vita uno dei miglior esempi di hard rock americano ascoltati recentemente. I punti di contatto con Europe, Kiss, Winger, Whitesnake e tutto ciò che è riconducibile alla scena A.O.R. sono evidentissimi, persino nei titoli di alcuni pezzi e nei credits (piccola nota di colore); questo non impedisce comunque ai Second Sight di partorire alcuni pezzi che ho trovato, unico aggettivo possibile, irresistibili come solo in questo genere si possono creare, tipo “Sign Of The Times”, in cui fa bella mostra la strepitosa performance di Daniele Gozzi al microfono, oppure “Talk To Me”, in forte odore di Whitesnake targati 1987. Facile intuire che ci troviamo davanti un gruppo di enorme spessore per capacità strumentali, abilità compositive e di arrangiamento. La relativa mancanza di originalità nello stile della band è comunque compensata da brani di ottimo livello suonati in maniera impeccabile. L’unico dubbio riguarda la scelta di non avere una line-up del tutto stabile, ma trattandosi di un project viene da pensare che la questione sia tutto sommato secondaria. Scelte stilistiche a parte, i presupposti per un potenziale successivo passo, magari sulla lunga distanza, ci sono tutti, e a questo punto non possiamo che attendere carichi di aspettative.