Tornano i Secret Sphere, portabandiera del power metal made in Italy, freschi di rinnovo con la Scarlet e con un nuovo cantante. Lo storico singer Roberto Messina infatti non è più della partita, sostituito ora dal talentuoso Michele Luppi (Killing Touch, ex Vision Divine).
Il disco si apre con la title-track, brano strumentale di sei minuti, pezzo decisamente strutturato e con forti venature progressive (per altro già nelle corde dei nostri). Lo strumentale sembra quasi voler far crescere l’attesa prima dei brani cantati che ci svelano il concept di “Portrait Of A Dying Heart”. Il primo approccio col nuovo cantante Michele Luppi (voce comunque nota nel panorama hard & heavy) avviene nel brano X, col singer emiliano che parte basso per poi salire in crescendo. X mette subito in chiaro quale sia il nuovo percorso della scelto dai Secret Sphere: via le parti più catchy e power tipiche del combo piemontese in favore di un suono più intricato e meno immediato, figlio del progressive metal e anche di un certo stile dei Vision Divine (Luppi era).
Colpisce da subito la superba prestazione di tutta la band, la cura maniacale degli arrangiamenti, delle volcals e della produzione. La successiva Wish & Steadiness ribadisce questi concetti con Luppi che man mano tende a prendere le redini del gruppo grazie alla sua perfetta esecuzione vocale. La band non è comunque da meno, riuscendo a coniugare al meglio tecnica strumentale e melodia.
Union si caratterizza per via del suo coro più arioso e melodico che potrebbe in qualche modo rimandare all’hard rock americano. Ancora una volta ottima prestazione di tutti i musicisti.
The Fall richiama nuovamente i Vision Divine, grazie al coro impreziosito da delle efficaci backing vocals di Luppi. Ritmica decisa ma al contempo intricata, a supporto delle frange più melodiche create da tastiere e chitarre. Pezzo che nonostante la sua struttura non facile si rivela assolutamente riconoscibile e assimilabile. Anche Healing si mantiene su queste coordinate in cui tecnica, potenza e melodia si amalgamano alla perfezione.
Lie To Me è sicuramente uno degli episodi più accessibili del disco pur mantenendo la ricercatezza musicale degli altri brani. Colpisce il coro che sembra combinare melodia e, al contempo, sofferenza, interpretato alla grande da Michele Luppi.
Veloce e più aggressiva Secrets Fear anche se i cambi di atmosfera donano al brano più chiavi di lettura. Tastiere evocative si alternano ad un’ottima interpretazione di Luppi. Le chitarre e la sezione ritmica assicurano il giusto groove al brano.
È sorprendente notare come la qualità di “Portrait Of A Dying Heart” si mantenga alta per tutta la durata del disco. In chiusura due tra i miei brani preferiti: The Rising Of Love miscela power, progressive e hard rock creando un mix di classe, che riprende le peculiarità dell’intero album. Eternity, che chiude definitivamente il disco, è una ballad, anche se è lontana anni luce dallo stereotipo di “lento”. Luppi canta e interpreta con grande sentimento mentre la band crea trame musicali magniloquenti.
Il nuovo album dei Secret Sphere non è un qualcosa di semplice o immediato, necessità più ascolti per essere compreso e apprezzato nella sua interezza e nella sua bellezza. Una volta entrati nell’intimo e nel concept di “Portrait Of A Dying Heart”, sarà però poi difficile uscirne.