I SevenGates sono una nuova interessante realtà del panorama power metal tricolore, il debutto discografico del gruppo “Unreality” dimostra già dalle prime note tutta la caratura tecnica e compsitiva del gruppo. Certo oggi non è facile farsi spazio in un panorama così affollato, il gruppo infatti ha puntato su una produzione curata in ogni dettaglio e sul supporto di una label brasiliana che sembra essere stata la scelta migliore in questo momento.
Ero curioso di conoscere i segreti del disco e le opinioni in merito al song-writing direttamente dal gruppo ed alle mie domande si sono dimostrati tutti cordiali ed esaurienti, una volta i musicisti power erano famosi per la loro simpatia e gentilezza, forse questo spirito non è ancora morto a giudicare dalle risopste dei due musicisti, meglio così, Vivaldi diceva che “La musica è gioia”.
Ciao ragazzi e complimenti per il vostro debutto discografico “Unreality”, i brani che lo compongono appaiono brillanti e dinamici, come avete operato in fase di composizione?
Marco: Beh, di solito il brano è frutto dell’idea di uno di noi (spesso Tommaso o Fabrizio, che sono i principali “compositori” del gruppo), che lo programma su midi e ne spedisce la struttura via mail agli altri. Poi si prova in sala, per sentire come suona realmente con tutti gli strumenti, e sempre in sala vengono fatti tutti gli arrangiamenti e le modifiche necessarie, anche se raramente il pezzo viene “stravolto”.
Tommaso: Certo, diciamo che sfruttiamo molto la possibilità di scambiarci files via mail, anche se molti brani, specie i primi, sono nati direttamente in sala, partendo da un’idea ben precisa di uno di noi che via via veniva spiegata agli altri componenti della band, e con le aggiunte e le idee di ciascuno di noi, il pezzo prendeva “vita”…. insomma, raramente scriviamo un pezzo direttamente “in sala”, spesso quando arriviamo a suonare c’è già una struttura di fondo, e questo facilita molto le cose…..
Sono riscontrabili diversi spunti progressivi nella vostra proposta musicale, sebbene suoniate Power Metal gli arrangiamenti eleganti dei brani vi diversificano dalla massa di band che affollano il genere,
questa scelta compositiva era stata preventivata oppure è il naturale risultato della vostra ispirazione?
Marco: Nooooooooooooo!!! Assolutamente niente e’ stato preventivato!!!! Sai, è proprio questo il genere di cose che personalmente odio… “dai, facciamo una cosa originale…. dovremmo suonare un genere nuovo, un po’ prog però con spunti power e la voce un po’ death, perchè così è il mercato adesso….” Hai idea di quante volte ho sentito discorsi di questo tipo???? Io credo che la musica sia un mezzo per esprimere quello che uno porta dentro, e non si può e non si deve “forzare” la scelta. Se poi il risultato è buono e piace ed “ha mercato” bene, altrimenti non importa, almeno è musica “sincera”.
Noi facciamo la nostra musica, e la faremo sempre, e chi se ne frega se il power non è più di moda o se veniamo etichettati come “il solito gruppo power”!!!!!
Tommaso: Verissimo, d’altronde anche i Manowar hanno lottato contro 17 etichette discografiche ed hanno sempre mantenuto la loro musica indipendente dalle mode del momento!!! E per questo sono i Kings of Metal!! E questa è una lezione che ogni gruppo dovrebbe imparare!!!!
Ho apprezzato maggiormente i momenti più veloci del vostro cd notando costruzioni piuttosto classicheggianti nelle parti melodiche, siete legati a questo tipo di strutture oppure è solo una mia impressione?
Marco: Beh, sai, un certo Malmsteen creò “Rising Force”, e da allora……… (ride)
Tommaso: E’ stato un processo naturale, la musica classica ha sempre fatto parte del mio DNA, soprattutto Bach, Paganini, Mozart, senza contare, come diceva Marco, Godspeed-Yngwie, che ha saputo “tradurre” tutto questo in musica metal…. e, a proposito di musica classica tradotta in metal, voglio proprio vedere chi riconosce l’inizio di “Lament of the sins”… per ora nessun recensore o ascoltatore se ne è accorto… vi dico solo che nn è farina del mio sacco, ma risale e circa 400 anni fa… (ride)
Non mancano citazioni dal metal classico degli anni ottanta, mi vengono in mente gli Iron Maiden o i Crimson Glory per quel che
riguarda la voce di Federico, il sound delle band di quel periodo vi ha influenzati?
Paolo: Come no. Non ha influenzato tutti allo stesso modo però: Tommaso è venuto su con Iron Maiden e Manowar, mentre Federico non apprezza molto questo genere di band…..
Io ho avuto una genesi un po’ atipica: ho iniziato con i Metallica, poi il “primo” Prog, per finire ad apprezzare l’immediatezza del Power. Solo 4 o 5 anni fa, grazie a Tommaso, mi sono avvicinato a gruppi storici degli anni ’80. Quindi se adesso dico che quei gruppi meritano davvero di passare alla storia del Metal, non lo dico da “nostalgico”. Iron Maiden e Manowar in particolare hanno veramente messo l’anima nella loro musica e i loro pezzi sono imperituri!
Mi dispiace che molte “nuove leve” li snobbino considerandoli “troppo facili”, quando ci sarebbe solo da imparare…
Simone: Sicuramente gli Iron Maiden sono un po’ il nostro denominatore comune, almeno riguardo alle influenze, a parte Federico e Fabrizio, che sono cresciuti soprattutto ascoltando Dream Theater, Stratovarius e Labyrinth, magari anche per un fattore di età. Noialtri invece musicalmente “proveniamo” dai generi più diversi, blues, hard rock, funky, ma ci siamo tutti ritrovati assieme ad ascoltare Iron Maiden, Manowar e il classico power metal di fine anni ’80 e degli anni ’90, Helloween, Gamma Ray, Stratovarius…..
La produzione del cd è magnifica, ricorda a tratti il suono del capolavoro dei Labyrinth “Return to Heaven Denied”, dove avete registrato? E’ solo una mia impressione la somiglianza con la band
(anzi ex-band) di Olaf Thorsen?
Fabrizio: Il cd è stato prodotto agli Zenith Recordings Studio di Frank Andiver, che fù a suo tempo produttore e batterista dei Labyrinth, quindi è naturale che “Return to Heaven Denied” ed altri svariati dischi da lui prodotti in questi anni, abbiano contribuito ad ottenere un sound efficace e potente, che naturalmente si avvicina al secondo album dei Labyrinth. Per quanto riguarda la somiglianza con quest’ultimi , è naturale che ci siano alcune influenze, del resto Federico (il cantante) è cresciuto a pane e Labyrinth, e comunque il power “novantiano” impone certi clichè, spesso inevitabili…. però potrei citare l’inizio della vostra recensione
su Heavy-Metal.it, dove Stefano inquadra il genere proposto dai Sevengates scrivendo che è un misto di tanti gruppi che hanno fatto la storia del power metal, con una buona dose di originalità!.
Ed è proprio su quel punto che molti non si fermano ad approfondire, ad esempio l’harmony di chitarra nella parte centrale di Mysterious Gods, richiama molto la tarantella, come del resto il break centrale di “Forever with me”….. è proprio un po’ di “sana” tarantella, quest’aria allegra e spensierata è comunque presente in molti brani, contrapposta a parti più, se vogliamo definirle, “canoniche”, che possono richiamare Labyrinth, Stratovarius, ecc.
Lo stesso Edu Falaschi (Angra), parlando dell’originalità degli inserti etnici e tribali tipici del loro paese, nella musica degli Angra, in un’intervista, diceva che sarebbè stato divertente ed originale sentire ad esempio in un gruppo italiano la tarantella….. Eccoci qua!
Quello che lascia sconcertati è il fatto che voi siate sotto contratto con una casa brasiliana, la Megahard, (nella stessa situazione si
trovano gli ottimi Frozen Tears) possibile che in Italia non abbiate trovato un contratto? Come vi trovate con il management carioca?
Marco: Beh, non è assolutamente facile “trattare” con una persona che sta dall’altra parte del mondo, e devo dire che da un lato Marcio (titolare della Megahard) è stato il primo a credere davvero in noi, e ha spesso ascoltato le nostre esigenze e richieste, dall’altro però spesso ci siamo ritrovati un po’ abbandonati a noi stessi per lunghi periodi, e, anche se sembra scontato, risolvere certi problemi con una persona che sta nell’altro emisfero non è per niente facile.
Fabrizio: Per esempio, abbiamo avuto dei problemi grafici con il libretto nelle prime stampe, in cui purtroppo i testi non si leggono bene. Abbiamo provato ad insistere per far correggere questo problema, ma ci ritroviamo davanti solo un “muro di gomma”………. comunque stiamo aspettando la ristampa del cd per vedere finalmente il nostro libretto definitivo….
Veniamo alle liriche, “Unreality” è forse un concept? Se non lo è comunque ci può essere un tema principale che lega tutte le tracce
oppure sono da considerarsi del tutto indipendenti?
Paolo: No, non c’è un concept. I testi nascono come la musica, secondo il momento, e senza una tematica imposta. Sono molto vari, alcuni leggeri, alcuni riflessivi o provocatori.
Io personalmente non amo i concept: voglio dire, un capolavoro come quello dei Savatage in “Wake of Magellan”, ben venga! Ma di una storiella fantasy con tanto di mappa allegata, sinceramente non sento il bisogno (pur amando il fantasy come genere!).
Se posso permettermi di parlare dei miei testi in particolare, questi comunque hanno un filo conduttore… io sono un agnostico “convinto” (e già questo è un bell’ossimoro!!!!), e nel tempo ho sviluppato un attaccamento e un senso di riscatto per tutto quello che è “umano”.
Insomma, qualunque sia il credo delle persone, non penso che ci sia bisogno di un “supporto divino” per vivere moralmente, amare l’arte, o provare emozioni. O concepire temi quali il perdono come appartenenti alla sfera umana: in fondo siamo noi che soffriamo e piangiamo le conseguenze di scelte sbagliate. Questa è l’anima di Lament of the Sins, il testo di cui vado più fiero: credo di essere riuscito a trovare in ogni punto le immagini e l’eleganza che cercavo… Mi ci è voluto anche un po’ per scriverlo!!!
Marco: Comunque non tutti i testi sono “impegnati”, penso che le lyrics del nostro cd siano davvero lontane dall’idea di un concept!!! Passiamo dai testi “seri” di Paolo alla semidemenzialità di “Download” (scarica scarica dai siti porno!!!!) al “classico testo metal skyfirethundereagledragoneccecc.” di “Shadows…” (scritto la mattina stessa in cui è stato registrato!!!!)…
Immagino che il fronte live sia fondamentale per una band esordiente come voi, anche alla luce dei risultati sensazionali delle band power
italiane in Sud America, avete per caso pianificato un tour da quelle parti? Per quello che riguarda invece la madre patria?
Fabrizio: Siamo già attivi sul fronte live da quando il gruppo è nato, e sicuramente i tanti ingressi sul sito ed il nome che soprattutto in Toscana gira molto, lo testimoniano.
Il gruppo è nato come cover band, ed il nostro forte era che proponevamo un po’ tutto il repertorio metal dagli Iron Maiden agli Stratovarius ai Rhapsody, agli Helloween, cosa che non molti gruppi fanno, quindi come puoi capire la nostra dimensione è essenzialmente live, niente sul disco è ridondante, i pezzi vengono eseguiti come sono sul cd, proprio perché composti anche con l’esperienza live.
Dopo la registrazione di “Unreality”, abbiamo fatto alcune date in Toscana ed al nord per promuovere l’uscita del cd, ed ora stiamo già organizzando, soprattutto grazie a Marco, che oltre ad essere un’ottimo chitarrista è un grande leader e manager, il tour italiano di supporto all’album, che prevederà una quindicina di date dal nord al centro sud, in modo da coprire un po’ tutta l’italia, e poi perché no, qualche data in Svizzera o Germania, ma quello è ancora tutto da vedere, soprattutto in base alla disponibilità dei membri del gruppo!
Ci piacerebbe tantissimo andare in Sud America, anche alla luce dei tanti fans che ci scrivono, e che ci aspettano impazientemente, purtroppo, non avendo un forte menagement alle spalle che ti permetta di organizzare una trasferta oltre oceano, e di rientrare con le spese, per adesso rimane solo un sogno, chissà in un futuro…
Con estremo disappunto ho notato la tendenza della stampa nostrana a bollare le nuove leve del power tricolore come band fotocopia, ormai dedite allo sterile ripetere di canoni prestabiliti, come vi difendete
da queste critiche? Un disco metal deve per forza essere innovativo per essere un ottimo lavoro?
Tommaso: Naturalmente noi non condividiamo questa tendenza della stampa. Non si può stabilire la qualità della musica solo in base al genere. Non esiste un genere “che non ha piu’ nulla da dire” e un genere “nuovo”.
Per me (ma penso di poter parlare anche per gli altri) esiste solo buona musica e cattiva musica. E in ambito power ci sono tante uscite,e spesso sterili, è vero, ma non si può negare che ci siano nuove uscite veramente belle, come per esempio Avantasia! Per me la gente che cerca di fare musica innovativa è presuntuosa. Pensano di inventare un nuovo genere, quando invece fanno solo accozzaglie di generi. I veri dischi innovativi nascono 1 ogni 6 o 7 anni. Comunque per quanto riguarda noi, ti posso dire che il nostro genere ci piace moltissimo, e che continueremo a farlo anche ci fossero solo 50 persone in tutto il mondo a seguirci!!
Marco: L’ho già detto, uno suona quello che si porta dentro, se poi è la “solita fotocopia degli Stratovarius” o è la “nuova rivelazione del metal italiano” non importa. Quello che conta è fare musica sincera, non costruita a tavolino. E la nostra lo è. E lo posso dire con assoluta certezza.
Ho visto che avete organizzato un meet & greet per supportare l’uscita di “Unreality” nel nostro paese, su quali altre iniziative vi state concentrando?
Fabrizio: Purtroppo avere una casa discografica che non ha sede in Italia ti costringe a muoverti da solo in ambito promozionale, altrimenti rimani sommerso nella marea di gruppi che affollano il panorama italiano, e visto che nessuno ci pubblicizza, cerchiamo di proporre qualcosa di diverso, o comunque cerchiamo di far conoscere il più possibile il nostro prodotto, sia con i live che per noi sono la cosa fondamentale, che con eventi, quali incontri nei negozi di dischi, presentazioni del cd e interviste alle radio.
Questo perché ultimamente, a mio parere, la pubblicità cartacea ha un po’ condizionato l’acquisto di un cd, nel senso che ogni mese su riviste e siti specializzati si vedono paginate di pubblicità di nuovi gruppi che sembra ogni volta siano la rivelazione dell’anno, ed io stesso a volte non capisco perché dovrei spendere 18 euro per i kings of brothers of metal, oppure per i brothers of kings of metal, oppure per i metal of brothers of kings, quindi penso che presentare direttamente ai metallari il prodotto sia più interessante, in modo che uno possa sentire di persona se la proposta musicale del gruppo valga veramente oppure no!
Anche internet è davvero un grande mezzo per promuovere una band, e noi cerchiamo di aggiornare abbastanza spesso il nostro sito www.sevengates.it con news, sondaggi, recensioni, foto, video, e quanto altro possa essere utile e divertente. Fateci una cliccata!
Tra le vostre fila ha collaborato un nome famoso della scena italiana Andrea “Tower” Torricini, bassista dei Vision Divine, dei grandiosi
Wanderland e degli storici Shadows of Steel, come siete entrati in contatto e avete deciso di ospitarlo sul disco?
Tommaso: Io conosco Andrea da tanti anni! Suonavamo nelle classiche band cover quando eravamo ragazzini, anche perché abbiamo sempre avuto gli stessi gusti in ambito metal. Poi le nostre strade musicali si sono divise per poi rincontrarsi a distanza di anni. Lui era stato preso a suonare nei Vision Divine come bassista, e io avevo appena formato i Sevengates. Da quel momento siamo sempre rimasti in contatto e quando gli abbiamo chiesto se voleva suonare il basso su un pezzo del nostro disco (Shadows…) si è dimostrato subito disponibile!
Marco: Comunque siamo già all’opera per delle guest star di calibro internazionale per il secondo cd….. ancora però non ti posso dire niente…..
Tommaso: Si, in effetti pensavamo a Britney Spears e Shakira, sono proprio brave col microfono! AH AH! (ride)
Parlateci un po’ delle vostre esperienze in altre band prima dei SevenGates…
Tommaso: Tutti veniamo da esperienze musicali precedenti. Io, Marco e Simone, suonavamo insieme nella cover band ufficiale italiana di Bon Jovi. Fabrizio suonava nella cover band dei Dream Theater. Parallelamente ai SevenGates ho formato una cover band dei Manowar insieme al mio amico Tower dei Vision Divine. Abbiamo anche registrato un live a gennaio, da cui è uscito un bellissimo cd di 14 tracce! Registrato e mixato sempre da Frank Andiver che come al solito ci ha fatto una produzione degna dei Manowar! Quella sera Odino è disceso su di noi! AHAH! (risate generali direi!NdT). Comunque se qualcuno volesse una copia (pubblicità!) può contattarmi alla mia mail tommyjxxx@hotmail.com
Per me è tutto, voglio solo aggiungere che per un fanatico del power made in Italy come il sottoscritto il vostro debutto è stato una
ventata di ossigeno, in conclusione vi lascio lo spazio per rivolgervi ai lettori di Heavy-Metal.it
SevenGates: Comprate il cd, scaricatelo da internet, masterizzatelo, insomma, ci interessa poco “guadagnare” (infatti finora si è visto ben poco…. riusciremo mai a ritornare all’ “attivo” ??? Sigh…), l’importante è la musica, e noi pensiamo di aver tirato fuori un bel cd… dategli un’ascolto e penso non ve ne pentirete (se riuscite ad apprezzare il genere ovviamente)!!!!
Vi aspettiamo “on the road” per l’ “Unreality” Tour!!!!!!
Per finire, un ringraziamento a Daniele ed Eugenio di Heavy-Metal.it per la loro disponibilità, e a tutti quelli che ci hanno sempre aiutato e supportato fin dagli inizi, e vi assicuro che sono tanti….
HAIL!!!!!!!