I Seventh Seal nascono nel 1996 sotto il nome di “XXX” per poi mutare il proprio moniker nel 1999 in quello attuale. Dopo la solita gavetta riescono ad ottenere un contratto discografico per la Steelheart Records e registrano presso gli “Zenith Recordings” di Frank Andiver (Labyrinth, Shadows of steel, Wonderlan) il loro album di debutto intitolato “The black dragon’s eyes”.
La proposta musicale della band italiana si ispira tantissimo al power metal di scuola tedesca, molto vicino alle produzioni di Helloween e Gamma ray e sotto certi aspetti, soprattutto nelle parti più cadenzate e lente, ai nostrani Domine. Gli otto brani che danno vita a questo disco d’esordio sono incredibilmente veloci, dai refrain particolarmente orecchiabili che dopo pochi ascolti rimangono in testa e le canzoni presentano una struttura piuttosto varia e quasi mai scontata.
Alla voce troviamo Chiara Luci che sembra trovarsi particolarmente a suo agio dietro al microfono e riesce a conferire quella giusta epicità e pomposità di cui i pezzi hanno bisogno per decollare. Anche gli altri membri del gruppo sanno il fatto loro riuscendo a creare soli e riffs piuttosto interessanti e suonati con abilità. Tuttavia, mi spiace dirlo, i Seventh Seal possono benissimo finire in quel calderone di gruppi power metal che ormai da alcuni anni sforna dischi che in un primo momento fanno gridare al miracolo ma che dopo alcuni ascolti non dicono più niente.
Da segnalare in ogni caso la buona opener “The ways of the world” che ci rimanda agli Helloween dei due keeper e “Living for Honour (The Gladiator)” pezzo davvero molto bello ed epico; interessante anche la conclusiva “Nightly rainbow” pezzo per sola chitarra acustica e voce che ci rimanda a tempi passati e ormai andati. Molto ben fatte le cover di “Thundersteel” dei Riot e di “I’m Alive” degli Helloween.
Insomma, come inizio non c’è male, i pezzi purtroppo non hanno la scintilla che permette al gruppo di elevarsi al di sopra della media e la produzione non di certo eccelsa non giova alla band. Tuttavia questo è un album d’esordio, sono sicuro che i Seal saranno in grado di sviluppare un proprio sound personale che riesca a lasciarsi alle spalle i mostri sacri del power.