Il Peocio i torinesi lo conoscono bene, piccolo locale appena fuori Torino, ma che riesce molto spesso a portare grandi nomi del passato e del presente, e perché no del futuro.
In queste ultime due fasce rientrano appieno i gruppi che si sono esibiti Giovedì 12 Aprile: aprono i From The Depth cui seguono gli Highlord e da Headliner gli svedesi Seventh Wonder.
Dopo un lungo ritardo dovuto ad alcuni sound check dei gruppi, un po’ di italiano ristoro per gli svedesi, non mancavano i bottiglioni di vino sui tavoli, i parmensi From The Depth aprono le danze.
Decisamente buona la prova del giovane gruppo, reduce da alcune date di supporto ai Rhapsody Of Fire, assieme ada ltri gruppi italiani. Gruppo affiatato capitanato dal rosso cantante Raffaele Albanese e sostenuto dal grintoso chitarrista Alessandro Cattani, da Davide Castro alle tastiere e Alassandro Karabelas e Cristiano Battini rispettivamente a basso e batteria. Il gruppo ha promozionato l’ultimo album Back To Life, che sta avendo ottimo e giustificati riscontri. Buona la prova live, esecuzione senza sbavature e buona tenuta del palco, particolarmente da Albanese che incita il pubblico a partecipare e preparandolo per il gruppo successivo.
Gruppo successivo decisamente più rodato sia in studio che live, e la professionalità e la sicurezza della gestione del palco è decisamente maggiore.
Stefano Droetto macina i suoi riff sempre precisi in pose da guitar ero, Luca Pellegrino è una furia sulle pelli e Andrea Marchisio sempre grande dietro il microfono dialogando col pubblico e istigandolo un po’. Più in disparte e meno evidenti Lele e Daniele Veronese, rispettivamente tastiere e basso. Il gruppo ha ripercorso le tappe recenti degli ultimi lavori dai più vecchi power ai più recenti con una marcata venatura heavy lasciando ben intendere l’imminente prossimo album di cui non si ha ancora una data certa.
Qualche lungaggine per il cambio di strumentazione e preparazione del gruppo headliner della serata: gli svedesi Seventh Wonder. Gruppo dal grande fascino su album, e dediti a un prog metal dalle linee melodiche ma comunque debitore ai maestri del genere i Dream Theater. Li attendevo con ansia dal vivo e devo dire che mi hanno assolutamente stupito, nessuna grande presenza scenica e gestione del palco se non da parte del cantante Tommy Karevik (che ai più sarà noto per aver dato la voce in alcune canzoni live con i Kamelot) che dialoga colo pubblico, lo incita a cantare senza doverlo fare troppo dato che un nutrito zoccolo duro di fan ha cantato dall’inizio alla fine dell’esibizione. Il gruppo ha dimostrato una notevole padronanza degli strumenti eseguendo perfettamente le canzoni presenti sul cd senza nessuna variazione, nè nei suoni nè nell’esecuzione. Tutto era semplicemente e magnificamente perfetto, non ci sono altre parole per descrivere la precisione di esecuzione dei brani.
Per carità pecche audio ce ne sono state, i soliti problemi tecnici insomma, ma il chitarrista Johan Liefvendahl, il batterista Johnny Sadin, il bassista Andreas Blomqvist e il tastierista Andreas Soderin erano delle perfette macchine nel ricreare dal vivo i brani presenti su CD.
Insomma i Seventh Wonder sono un ottimo gruppo sia su CD che dal vivo, e con una differenza minima tra queste due situazioni di ascolto.