Dopo aver dato vita a questo CD in maniera semi-indipendente nel 2007, i palermitani Shock Troopes vedono finalmente ristampato il loro lavoro dalla nostrana Punishment 18.
Poco più che ragazzini i nostri 5 musicisti siciliani stupiscono per un background fortemente radicato negli anni ’80 e nel loro thrash grezzo ed ubriaco. Intento dichiarato della band è infatti quello di far rivivere lo spirito casinaro di band come Anthrax, D.R.I., S.O.D. e via discorrendo.
L’impressione è che abbiano studiato davvero la parte, in quanto dalla mezz’ora scarsa dell’album trasuda realmente quello spirito, quel suond, quel mood. Anche i testi sono in perfetta linea, divisi tra denuncie sociali ed inni all’alcol.
I brani, come da tradizione, sono brevi ed incisivi, le ritmiche sostenute e varie, riffs orecchiabili, la produzione asciutta. Le parti soliste adrebbero a mio modo riviste, ma comunque, seppur semplici, si inseriscono bene nel contesto. Spassose poi le intro parlate di Homer Simpson e Lino Banfi. L’originalità è davvero pari a zero, ma l’attitudine è sincera ed il talento non manca.
Assolutamente da evitare le due tracce live inserite alla fine del CD, inascoltabili per resa sonora, ma che lasciano comunque intravedere le buone doti di live band. Forse, data la durata breve dell’album, sono semplicemente state utilizzate per alzare il minutaggio.
Insomma, una buona band, fiera portavoce del verbo metallico ottantiano, che data l’età media piuttosto bassa, lascia presagire un futuro roseo, divenendo forse una band importante nel panorama italiano, sempre più valido.