Questo “Psychotheque”, debutto degli italiani Shw, è un disco carino ma a mio parere troppo derivativo per farsi notare. Le canzoni scorrono tutte piacevolmente (qualcuna più qualcuna meno, ma mediamente sono tutte orecchiabili) ed intrattengono senza difficoltà, tuttavia fanno scattare immediatamente il confronto con quello che deve essere il faro guida per questi ragazzi: gli U2. Lo spettro degli irlandesi aleggia infatti pesantemente durante tutto lo sviluppo dell’album (e d’altronde l’opener “Broken” è programmatica in questo senso, infatti pur avendo il pregio di essere una canzone piacevolissima e molto gradevole da ascoltare, ha il non piccolo difetto di sembrare uscita direttamente da un disco di Bono e compagni), inoltre quando questa influenza si fa sentire di meno vengono alla mente altre band (come i Coldplay), il che non giova ad un giudizio critico sull’originalità degli Shw.

Molto altro da dire non c’è, i pregi e i difetti di “Psychotheque” sono tutti qua (il cd piacerà a chi apprezza gli U2, tutti gli altri possono farne tranquillamente a meno), si può aggiungere che ogni tanto il cantante non mi ha convinto del tutto (ma nulla di grave) e che “Sleepwalkers” è un pezzo proprio carino che per un po’ mi si è infilato in testa, ma a questo punto non saprei proprio di cosa altro parlarvi. In attesa dello sviluppo di una propria personalità assegno quindi agli Shw una sufficienza pienamente meritata, ma nulla di più.

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