In quello che sono solito definire come “calderone del power metal” ovvero quella sorta di limbo eterno all’interno del quale si trovano tutte le band dedite a questo genere, ogni tanto spunta fuori un gruppo (debuttante o meno) che riesce a comporre un disco interessante. È appunto il caso dei Silent Force che arrivano con “Worlds apart” alla loro terza release in studio. Nonostante la base delle canzoni della band sia il power metal, i dodici brani di questo nuovo platter colpiscono nel segno dimostrandosi parecchio interessanti, complice una struttura melodica dei pezzi piuttosto complessa e articolata che vede continui cambi di tempo susseguirsi uno dietro l’altro, ritornelli azzeccati e ultra orecchiabili, mentre la doppia cassa si erge sovrana solamente in poche parti delle canzoni. Ottima prova quella di Alexander Beyrodt (ex-Primal Fear) alla chitarra che rende tributo a Malmsteen in molti brani di “Worlds Apart” uno su tutti “ Merry Minstrel” che sembra uscire direttamente da “Eclipse” del biondo chitarrista svedese. Come se questo non bastasse troviamo alla voce una nostra vecchia conoscenza, un grandissimo cantante che risponde al nome di DC Cooper (ex-Royal Hunt) il quale è autore di una prova canora come al solito incredibile che lo vede tra l’altro protagonista di tutti i cori, in pieno stile Queen, presenti su tutto il disco in dosi massicce e che rendono i brani ancora più accattivanti.
Dopo un breve intro di stampo orientale esplode l’opener “Ride the storm” che, come in tutti i cd di una band power che si rispetti, vede la doppia cassa protagonista indiscussa assieme al più classico dei refrain che dopo il primo ascolto si piazza in testa e non se ne va più via; pensando di dovermi sorbire altri undici brani tutti uguali l’uno con l’altro mi appresto a proseguire l’ascolto del platter in questione ed ecco arrivare “No one lives forever” dall’andamento particolarmente classic metal che ricorda molto da vicino i Royal Hunt di “Moving target”; si prosegue ancora con i Royal Hunt più classici con la cadenzata “Hold On” che si sviluppa attraverso un riff orientaleggiante fino ad arrivare al “corale” ritornello, di per sé splendido.
Tempo di lenti e “Spread your wings”, introdotta dalla voce di un bambino che sembra essere ubriaco, regala a tutti gli amanti delle ballad power metal un ottimo pezzo, forse un po’ troppo sdolcinato, ma sicuramente di grande impatto emotivo. Essendo la base della musica dei Silent force il power metal, non possono mancare all’interno del disco brani veloci e diretti come “Once again” , “Heroes” (dall’andamento molto malmsteeniano soprattutto nei soli e nei riff portanti), “Death come in disguise” (che omaggia Beethoven con un breve accenno al suo ”Inno alla gioa” ), “Heart attack” (con un break centrale di stampo rinascimentale) e la conclusiva e title track “Worlds apart” che si risolvono in un continuo susseguirsi di accelerazioni, sfuriate di doppia cassa, ritornelli orecchiabili e ottimi soli di chitarra. Insomma, non ho avuto modo di ascoltare le precedenti releases della band ma sicuramente non mancherò di procurarmele in quanto questi ragazzi hanno saputo destare la mia curiosità; non aspettatevi dunque un disco epocale, capace di stravolgere i canoni del power metal: “Worlds apart” è solo un altro cd di power, suonato da ottimi musicisti che hanno saputo comporre delle canzoni interessanti che riusciranno sicuramente a risvegliare la vostra attenzione sin dai primi ascolti. Se cercate inventiva ed originalità rivolgetevi verso altri lidi, se invece volete un disco piacevole da ascoltare allora fate un pensiero a “Worlds apart”.