Skoll è un progetto di M., membro di band conosciute in Italia come Opera IX e The True Endless.
Con Misty Woods, il primo full-lenght della one-man band piemontese, si entra per trenta minuti in sonorità ambient, pagane, classiche e folk, ricordando lontanamente band come Bathory e Ulver.
Nonostante la vena vichinga l’album trasuda malessere, solitudine, misantropia. Bisogna paragonare Misty Woods ad un viaggio oscuro, una storia offuscata e mistica che M. con la sua musica, narra all’ascoltatore per mezzo di due chitarre classiche, archi e violini, tappeti sonori nebbiosi, voci clean e cori.
L’idea è molto interessante ma poteva essere concepita meglio; Misty Woods ha certamente un senso artistico e musicale, le sonorità che M. vuole esprimere sono affascinanti ed interessanti ma l’album ricava, ahimè, tutto il suo valore in lenti arpeggi di chitarra classica che a volte si intrecciano con armonia pessima, pieni di melodia ma spesso mal suonati nonostante siano elementari e privi di alcuna difficoltà, penalizzando il pathos e la magia che caratterizzano tutto il disco. Solamente quando entrano in scena archi e violini, accompagnati da voce femminile, il buco armonico e tecnico si colma e si apprezza realmente l’atmosfera e la strumentalità del disco.
I brani forti a mio avviso sono Shores Of Sorrow, Mermaid’s Song, The Dance e Desolate Notes appunto caratterizzate dai violini e da un ritmo più incalzante dove spicca maggiormente la musicalità e tutta l’arte espressa.
Misty Woods è un prodotto di nicchia. Consigliato all’ascoltatore amante del genere, adatto ad una cerchia ristretta di persone incuranti che si lasciano facilmente trasportare irrazionalmente dalle tante melodie, amanti della natura e solitarie. Per tutti gli altri più razionali come me potrebbe risultare lento, ripetitivo, semplice ed immediatamente assimilabile.