I Slaughter Denial sono un gruppo romano nato nel 2009 che si presenta al mondo metal con un Ep di pura distruttività “Eyes Of Madness”, edito dalla 16th Cellar Studio, contenente sei tracce con una forte impronta Thash metal, il tutto condito con una spessa dose di groove, che conferisce al lavoro spessore ed incisività . Questo lavoro è il biglietto da visita con cui la band ha posto le basi per l’uscita dell’album di debutto Treachery in commercio dal 2 dicembre 2011 tramite la casa Crash & Burn Records .
Il lavoro in questione,che andremo ad analizzare a dettaglio tra breve, presenta: riff potenti, una batteria con un eccellente drumworking, un incisivo growl e un lodevole scream; insomma una miscela di devastazione pura per un sound di vero metal della distruzione garantendo un moshin’ assicurato durante le esibizioni live del gruppo. Percepibili sono le influenze che gli Slaughter Denial hanno avuto nel loro studio musicale del genere che sconfinano dai Pantera ai Cannibal Corpse passando per i Testament e arrivando ai Lamb of God.
Il primo brano che troviamo in “Eyes Of Madness” è “Nightmare” caratterizzato da un intro apprezzabile di batteria affiancato da leggeri riff di chitarra, in breve si tuffa in ritmiche più aggressive con alternanza di dualismi del cantato il tutto incorniciato da un coinvolgentissimo assolo e bel tapping di grande impatto musicale sull’ascoltatore. “Smile” si presenta con un grande sorriso fans e quale metodo migliore per affascinante di un assolo/intro per incominciare? Qui momenti di stasi con ritmi lenti sono alternati a quelli più veloci e distruttivi; questa intermittenza strumentale conferisce carattere al pezzo che mi sento di dire sia uno dei migliori di “Eyes Of Madness”. In “Amusement Fork” il fattore che salta subito all’orecchio è la facile scorrevolezza del brano nonostante la pesante batteria e la voce in growl, una facilità di ascolto che è data soprattutto da un coesione strumentale significativa non riscontata a pieno nei brani precedenti. “Maniacal Organized Tragedy” è sicuramente dove si possono trovare le maggiori influenze thrash tra tutti i brani analizzati nonostante non si abbandoni un growl di grande impatto, batteria e basso non sono così soffocanti e lasciano spiragli strumentali veramente apprezzabili, riff che tendono per velocità e tecnica ad ammaliare. Arriviamo a “Smegma Violenta” che al di là del simpatico titolo rimane un po’ monotona forse per la lirica o per i riff nella parte iniziale e che si riprende a circa metà brano con un ottima batteria e un potente basso di cornice alle chitarre.”Nerver” è un ottimo pezzo strumentale che ci preserviamo di non commentare nonostante ci sia da accennare a simpatico finale demenziale dell’Ep.