C’era molta attesa attorno a questo disco. “Echoes”, difatti, eredita dal precedente debut “Cassandra” un bagaglio di consensi davvero molto elevato ed una serie di cambiamenti radicali come il passaggio a sonorità più heavy, il cambio d’etichetta (dalla Adrenaline alla Dragonheart) e l’avvicendamento al microfono di Breeze Danieli in favore del nuovo arrivato Ivan Rave. Smottamenti che hanno, in larga parte, condizionato l’operato dei Somniae Status ed il loro vecchio prog in favore di una proposta sonora più quadrata e pesante. Poco male, visto e considerato che “Echoes” si dimostra sin da subito un album molto valido e che in prima battuta presenta quattro piccole perle come “From Hell”, “Evil Thought”, “Selling Souls” e “B.T.T.W”. Un bigliettino da visita niente male per un disco che comunque non punta poi molto sulla “commerciabilità” dei propri brani e che anzi enfatizza un approccio alla composizione macchinoso (in senso positivo) e teatrale. Anche la produzione, curata dalla garanzia vivente Luigi Stefanini e da Pat Scalabrino, si dimostra adatta alla nuova dimensione sonora dei Somniae Status e valorizza appieno l’intero operato della band.
Un piccolo buco centrale, purtroppo, rovina la festa ad un prodotto musicale comunque molto competitivo ed interessante, partorito da un compagine che ha saputo rischiare e rimettersi in gioco già al secondo disco in studio. Complimenti.