Max Cavalera è tornato in forma. Questo è il primo pensiero che traspare dopo l’ascolto dell’ultima uscita a nome Soulfly, un concentrato di violenza e brutalità che il Nostro non faceva sentire da un po’ di tempo. Merito del progetto Cavalera Conspiracy o di una ritrovata vena compositiva questo non è dato saperlo, ma “Omen” picchia duro come ai bei tempi dei Sepultura, mescolando accuratamente passaggi hardcore, riffing thrash ed il vocione di Max, cupo e terrificante come non mai. La sei corde di Marc Rizzo, poi, vola su lidi solisti di ottima fattura e la sezione ritmica ad opera di Bobby Burns e Joe Nunez fornisce il giusto apporto in termini di muro sonoro e di tiro ai brani. Ovviamente prosegue anche la tradizione della Soulfly Song, arrivata al numero 7, cioè il numero di dischi fin qui realizzati dal gruppo brasiliano. Stavolta ci troviamo di fronte ad un pezzo dalle forti tinte soul/fusion, completamente estraneo all’umore incazzato delle altre canzoni presenti all’interno dei 40 minuti abbondanti del disco.
Altra cosa da segnalare sono le ottime prestazioni da parte dei due ospiti: Greg Pulciato dei The Dillinger Escape Plan su “Rise Of The Fallen” e Tommy Victor dei Prong in “Lethal Injection”. Tali ospiti aggiungono valore ad un disco già degno di nota.
Insomma, il settimo album del quartetto carioca ci consegna una band sicura dei propri mezzi e segna un traguardo notevole, ovvero il superamento del numero di album prodotti da Max con i suoi ex compagni Sepultura (6) e quelli con la sua nuova band (7). Questo è un segno che il buon cantante crede veramente nella sua creatura e riversa al suo interno tutte le proprie energie. Se i risultati sono quelli di “Omen”, il futuro fa ben sperare nei confronti di una carriera che sembra non conoscere stop.