Freschi di pubblicazione del loro primo CD, i capitolini Stardishwashers si presentano ad heavy-metal.it in una intervista senza mezzi termini, fedele testimonianza di una irriverenza e leggerezza ancora troppo rara dalle nostre parti. Let’s party!
Ciao, innanzitutto complimenti per il disco! Ritengo sia d’obbligo presentare brevemente la band, la sua storia e le sue influenze…
Ciao Luca, gli Stardishwashers nascono come tutte le altre band: vengono partorite da un garage con lo scopo di riuscire a fare il lavoro più bello e divertente del mondo, quello della rockstar. I gruppi che più hanno influenzato il nostro sound sono indubbiamente gli Stone Temple pilots , i Foo Fighters e i Queen Of The Stone Age.
Vi definite come “una band romana che cerca di combattere la disoccupazione a suon di rock’n’roll”…sembra incredibile pensare che il rock n’roll sia l’unica via di fuga in una città come Roma…
Che dirti…non è di certo l’unica via…ma sicuramente è una di quelle più divertenti!!
Una delle vostre armi vincenti è sicuramente l’ironia, come si evince dal disco e dal video di “Neighbour’s Daughter”…da chi è nata l’idea del video?
L’idea del video è venuta in mente alla regista nonché sceneggiatrice Carla Marcialis. Con lei siamo entrati in sintonia sin dal nostro primo incontro. Infatti non appena ci ha conosciuto (e in seguito ad un adeguato ascolto del disco) ha capito subito che razza di cazzoni fossimo e soprattutto che tipo di video poteva valorizzare al meglio la nostra musica.
Di cosa trattano principalmente i vostri testi?
Ovviamente i nostri testi non possono che affrontare le tematiche da sempre tanto care ai rockers: tette, culo e fica. Per il secondo disco pensiamo di approfondire più culo e fica in quanto riteniamo che le tette siano un argomento un po’ troppo sputtanato ormai.
“Cool” è un disco eccellente, tuttavia ho avuto l’impressione che le chitarre sul disco suonino forse un po’ troppo “compresse”, penalizzandolo in termini di impatto…
Il suono di chitarra che senti sul disco è il risultato di numerose prove fatte in studio. Abbiamo optato per questo tipo di sonorità principalmente per mettere in risalto soprattutto il basso. Per il secondo disco stiamo scegliendo soluzioni ancora diverse dato che si tratterà di pezzi un po’ più pesanti e scuri. Si può notare la differenza di sound già nei nostri live.
Che ne è di pezzi cantati in italiano come “Lamette”? Pensate di riproporre testi cantati in lingua madre?
Lamette è una specie di bonus track che mettiamo a disposizione solo per gli utenti di Myspace. Non penso comparirà sul nostro prossimo disco, mentre nei nostri live è sempre presente in scalettta. Rimodellare un pezzo italiano a nostra immagine e somiglianza è stata una bella esperienza ma dubito che nel futuro degli Stardishwashers possa esserci spazio per pezzi cantati in Italiano.
Cosa vi piace e cosa non vi piace della scena musicale italiana?
Sicuramente della scena italiana (e non parlo solo di quella più pop) non approvo l’eccessivo provincialismo sia da parte degli autori e delle band, sia da parte dell’imprenditoria musicale che dal mio punto di vista risulta troppo autoreferenziale: musica fatta da italiani solo per un pubblico italiano. Approvo e apprezzo invece lo sforzo di quelle band emergenti (troppo poche a dire il vero) e di alcune label nel rinnovare tale sistema per provare a portare una ventata d’aria fresca.
Pensate che gli Stardishwashers possano piacere a un pubblico eterogeneo? Se sì, perchè?
Noi speriamo che i nostri pezzi possano essere apprezzati da un pubblico il più eterogeneo possibile. Il disco è stato realizzato infatti non solo per piacere ai rocker più incalliti ma anche al vicino di casa che ascolta ogni giorno Claudio Villa. Ritengo che fare un cd e tenerselo in casa a prendere polvere, o farlo ascoltare solo ad amici e parenti, non abbia molto senso. La formula per piacere a più persone possibili (pur facendo rock) penso non sia molto difficile: creare riff potenti ed energici ma senza dimenticare la melodia tanto cara soprattutto agli italiani.
Avete in programma un tour promozionale?
E’ ovvio che per promuovere al meglio un disco sia necessario anche una tot di concerti live (o tour promozionale). Infatti in collaborazione con la nostra etichetta stiamo rompendo le palle ad ogni possibile club italiano per poter esibirci dal vivo. Per informazioni più precise poi basta consultare il nostro space: www.myspace.com/stardishwashers
Una domanda un po’ sopra le righe: parafrasando la vostra autopresentazione, dove ritenete sarebbe più intrigante suonare? A un matrimonio, un addio al nubilato o a una messa nera?
Gli Stardishwashers preferiscono suonare ai matrimoni indubbiamente. Ti pagano veramente tanto!!!
Ti lascio lo spazio conclusivo per dire quello che vuoi ai lettori di hm.it
Se siete stanchi delle solite band costruite a tavolino da programmi come “ x factor” o “amici” , scegliete gli Stardishwashers!! Sono costruiti meglio!!