In occasione dell’uscita dell’ottimo “Traces” dei Nine Stones Close” intervistiamo Adrian Jones, fondatore e chitarrista della band per saperne di più su questa interessante band. E’ da ricordare che durante il 2012 verra’ pubblicato il loro terzo capitolo discografico.
Ciao Adrian e benvenuto su Heavy-Metal.it! Mi parleresti del come e del perché è nata la band visto che l’hai formata tu?
Ho suonato e composto con molte band negli ultimi vent’anni, quando nel 2007, mentre registravo il secondo album con un altro mio gruppo chiamato Lie Big tutto è stato sospeso a causa di circostanze personali nelle vite degli altri membri della band. Ho colto questa opportunità di riprendere alcune canzoni che avevo scritto riguardo al grave incidente automobilistico in cui la mia famiglia era stata coinvolta nel lontano 2002,con l’intenzione di creare magari un EP. Una volta che ho iniziato il progetto e le idee scorrevano bene, un concept album è stato il risultato, con me dietro a tutti gli strumenti ed alla voce. Non avevo idea di come chiamare il progetto e stavo cercando un nuovo nome della band e mia moglie uscì con Nine Stones Close, che mi piacque subito. Fu mentre stavo promuovendo l’album St Lo che ho incontrato Brendan Eyre e attraverso di lui anche Marc Atkinson. Neil Quarrell entrò nella cornice più tardi e la band al completo si formò così per la registrazione di “Traces”.
A differenza del primo album con questo “Traces” avete ridotto drasticamente il numero delle tracce concentrando tutto in cinque brani dalla durata più estesa. Come mai questa scelta?
Non è stata proprio una scelta, è così che è si sono sviluppate le cose. Non ho mai pensato alla lunghezza di una canzone o di quante tracce dovrebbe essere un album, lascio semplicemente che la scrittura esca dal mio cuore e ciò che esce finisce sull’album, potrebbe essere una canzone di 3 minuti o 15, in realtà non mi importa tanto. Alcune delle canzoni erano inizialmente pezzi acustici che poi ho sviluppato in studio, in particolare “Threads”, cambiato massicciamente dal demo originale una volta che l’ ho iniziato ad arrangiare in studio. L’unico obiettivo che ho con un album è che venga come un insieme di ottima musica, un album vero e proprio secondo la vecchia tradizione, se volete. Io non sento il bisogno di riempire un CD con 75 minuti di musica solo perché il formato mi permette di farlo. Io sono personalmente stufo di ascoltare album eccessivamente lunghi del genere, quindi se avete intenzione di tenere l’attenzione di chi ascolta per così tanto tempo deve essere qualcosa di veramente speciale. Nei giorni del vinile sarebbe stato un doppio album, ed i buoni doppi album sono molto rari davvero!
Sei d’accordo se dico che è un concept album?
Posso capire perché la gente potrebbe pensarlo, ha certamente un tema. Non doveva essere un concept album, tutte le canzoni sono state scritte individualmente, ma si da il caso che, quando ascoltato insieme nel flusso del disco può sembrare un concept.Penso che sia parte di ciò che cerco di ottenere con un album in ogni caso, è più sulla coesione della musica di un intero album come stavo dicendo prima. St Lo era diverso, in realtà l’ho stabilito con un concept in mente.
Ogni traccia si collega senza stacchi alla successiva, qual è il filo conduttore che li lega tutti parlando di liriche?
I fili sono la musica, suoni e temi. Come ho già detto, quando le canzoni sono state registrate erano tutte fatte individualmente, ma quando stavo guardando l’ordine dei brani dell’album e il flusso della musica, i primi 3 brani sembravano continuarsi a vicenda, così quando ho messo in sequenza l’album gli ho volutamente lasciati correre l’uno nell’altro senza staccare le tracce. Durante il sequenziamento dell’ album avevo in mente il formato in vinile, che è come io preferisco ascoltare la musica, “Traces” è infatti sequenziato così. In realtà ha un lato 1 ed un lato 2. Speriamo che nel prossimo futuro ci sarà una versione in vinile edizione limitata dell’album. Mi piacerebbe farla se c’è abbastanza interesse.
Chi ha ideato l’artwork e qual è il suo significato?
Ed Unitsky ha effettivamente creato l’opera d’arte ideale per l’album. Ho parlato con Ed sul tema dell’album, i testi e così via, poi gli ho inviato alcune versioni demo dei brani, l’opera che è tornata era puramente di Ed, ma influenzata da musica e testi. Penso che abbia fatto un lavoro favoloso, la copertina è splendida, ma anche l’opera d’arte nel libretto è altrettanto spettacolare. Per quanto riguarda ciò che significa, credo sia una sua interpretazione, ma penso che si può vedere o sentire la perdita e la desolazione nel disegno.
Ho trovato notevoli i riferimenti, soprattutto chitarristici, ai Pink Floyd, ma anche a King Crimson e Pearl Jam e nonostante le influenze avete comunque creato un sound proprio molto atmosferico che vede anche parti più dure tra i suoi riff. Come chitarrista di chi non hai potuto fare a meno per creare il tuo stile?
E’ bello sentire che abbiamo il nostro suono. Ho avuto molte influenze nel corso degli anni ed ascolto un sacco di musica dal prog all’ hard rock, jazz e thrash metal, veramente molte cose. Alcune influenze che mi vengono in mente immediatamente sono David Gilmour, Jimmy Page, Ty Tabor, Jerry Cantrell, Steve Rothery, Andy Latimer e così via, ma potrei andare avanti all’infinito. Personalmente ritengo che una delle cose che mi hanno aiutato a creare il mio stile personale è che non ho mai preso la briga di imparare le canzoni di qualcun altro. Ho imparato il riff o una frase strana, ma non sono mai stato interessato a suonare cover o imparare le canzoni intere, volevo solo imparare abbastanza da permettermi di scrivere e suonare la mia musica. Suono ad orecchio e ciò che penso o il mio stato d’animo si inserisce nel brano, io non sono un chitarrista tecnico, questo è sicuro (ride).
Generalmente come viene creato e da chi un brano dei Nine Stones Close?
In passato tutte le canzoni sono state scritte da me e poi gli altri ragazzi hanno aggiunto le loro parti e le loro influenze nelle canzoni. Questo sta cambiando per il prossimo album. Sto scrivendo molto di più in collaborazione con Brendan, e, auspicabilmente, Marc scriverà pure alcuni dei testi. Io tendo a scrivere principalmente sull’ acustica, ottenendo le idee di base e riff insieme come demo grezzi per poi espanderle in studio. Generalmente, se suona bene acustica, suona bene qualunque cosa tu faccia con essa dopo.
Che significato ha il vostro monicker?
In realtà è un cerchio di pietre erette nel Derbyshire, in Inghilterra, vicino a dove sono cresciuto. Mia moglie scelse il nome quando stavo cercando un nuovo nome per il progetto dopo che i Lie Big furono messi in attesa.
Un ruolo fondamentale in questo vostro ultimo album lo ha sicuramente la tastiera, è da molto che vi conoscete tu e Brendan? Trovo che abbia fatto un ottimo lavoro nel creare la giusta atmosfera attraverso i suoni.
Le tastiere sono una parte incredibilmente importante, e uno dei più grandi cambiamenti sonori dei Nine Stones Close. Ho incontrato Brendan ad un Marillion Weekend in PortZelande nel 2009. Parlammo mentre stavo dando via alcune copie dell’album St Lo. Abbiamo parlato di musica, influenze e birra e ha promesso di tenersi in contatto. Pochi mesi dopo Brendan mi contattò e mi chiese di suonare la chitarra su qualcosa a cui stava lavorando, cosa che ho fatto, ed in cambio gli ho mandato quello che divenne ‘Falling To Pieces’ chiedendogli se volesse aggiungere delle tastiere. Quando è tornato io ero sbalordito dal suono dei nuovi Nine Stones Close. Brendan è anche un brillante arrangiatore e musicista, il materiale che stiamo scrivendo insieme per il nuovo album ha già un audio perfetto.
Essendo passato quasi un anno dall’uscita del cd è d’obbligo chiedere se è già in programma l’uscita di un nuovo capitolo discografico.
Sì, il nuovo album è in lavorazione. Ovviamente tutti noi abbiamo posti di lavoro a tempo pieno, le famiglie ed altri impegni quindi è sempre faticoso lavorarci tutti insieme. Gran parte del materiale viene scritto in forma di demo, ma c’è una lunga strada da percorrere ancora. L’intenzione è di farlo uscire entro la fine dell’estate 2012 se tutto va secondo i piani. Sarà aggiunto un blog registrazione dell’album sul sito web dei Nine Stones Close nelle prossime settimane, in modo da poter controllare lì il progresso dei lavori!
Come sono andate le vendite?
Le vendite sono andate abbastanza bene, meglio di quanto avrei potuto immaginare considerando che i Nine Stones Close erano completamente sconosciuti quando l’album è uscito. Penso che alcune buone recensioni in Classic Rock Magazine, Presents Prog ed anche sul web ha suscitato interesse nei nostri confronti e nella musica ed ha contribuito enormemente alle vendite. Radio Internet è stato anche un grande aiuto, The Dividing LineNetwork e AiiRadio, in particolare Prog Rock Records hanno ovviamente aiutato a far uscire la musica là fuori anche per i rivenditori, che è grande.
Rispetto al primo album la produzione è migliorata, cosa ci puoi dire a riguardo?
Anch’io la penso così. Fondamentalmente si imparano cose nuove con il tempo. Da ‘St Lo’ ho imparato di più sul mixaggio e l’album suona tanto meglio per essa. Penso anche che l’aggiunta di strati di Brendan da tastiera e texture, più chitarre acustiche e anche le grandi voci di Marc hanno contribuito a creare il nuovo sound. Si svilupperà continuamente, naturalmente, come musicista e produttore si fanno sempre grandi passi in avanti e sono contento che i risultati inizino ad affiorare.
Passerete in Italia per qualche data?
Ci piacerebbe, infatti ci piacerebbe suonare dal vivo ovunque al momento! I maggiori problemi per noi sono logistici e finanziari. Siamo separati in due paesi e tutti noi abbiamo posti di lavoro a tempo pieno, le famiglie ed i mutui quindi non è facile ottenere insieme le prove ed il tour. Stiamo esaminando la possibilità in futuro, una volta che il nuovo album è completo, ma sicuramente non si può fare nulla prima di allora.
C’è qualche sperimentazione particolare che prima o poi vorresti tentare nel vostro sound?
Questo è difficile da dire, tutto si riduce alle canzoni, alla fine della giornata. Qualunque sia la canzone adatta è la chiave. Penso che ci saranno alcuni suoni e stili diversi sul nuovo album, certamente da questo punto di vista la scrittura è stata affrontata in modo diverso.Ho avuto modo di sperimentare giocando in una diversa accordatura e che mi ha fatto adattare ad un nuovo stile di chitarra che sarà anche una nuova influenza. Io davvero non so come l’album suonerà finché non sarà finito.
Grazie per la disponibilità ed ancora complimenti per questo ottimo disco! Lascio a te la chiusura…
Grazie. Vorrei solo dire grazie a tutti coloro che ci hanno sostenuto finora, in particolare tutti quelli che hanno comprato la nostra musica, diffondendo la parola e scrivendo recensioni per noi. Grazie molte, senza di voi i Nine Stones Close sarebbero ancora sconosiuti. Guardate il sito web per maggiori dettagli sul nuovo album.