In attesa del nuovo ‘Mare Nostrum’, abbiamo contattato i capitolini Stormlord per farci raccontare in anteprima le novità apportate dall’album. Dopo i continui successi di pubblico e critica, la band sembra aver aggiunto delle piccole varianti stilistiche al proprio sound sinfonico, mantenendo comunque l’aurea aggressiva dei primi lavori. Vi raccontano tutto, comunque, gli Stormlord in persona…

In questi ultimi anni, in casa Stormlord, si è assistito alla nascita di un vero e proprio fenomeno cult. Avete fan in tutto il mondo ed i vostri dischi hanno sempre venduto piuttosto bene se rapportati ai dati underground di settore. Alla vigilia del prossimo lavoro, ritenete di essere in debito o in credito con la vostra storia musicale?
(Cristiano): Probabilmente entrambe le cose. Da una parte, non c’è dubbio che l’essere nati nel 1991 ci ha permesso di costruirci una base solida in un periodo in cui il mercato discografico non era ancora stato messo in ginocchio da internet. Se da una parte internet oggi permette una più facile diffusione della propria musica, dall’altra le etichette stanno gradualmente abbattendo i budget delle produzioni, e sono sempre più restie a produrre gruppi esordienti che non hanno dati di vendita da mostrare, indipendentemente dal loro valore. Dall’altra, la cosa che molti fans esteri hanno sempre lamentato è stata la difficile reperibilità dei nostri dischi in alcuni territori, portando gli ascoltatori a doversi ingegnare per trovare una copia originale di un nostro disco. Ora che siamo su una grande etichetta come Locomotive speriamo che questo problema sia archiviato.

Tutto quello che può essere anticipato sul nuovo ‘Mare Nostrum’…
(Francesco): ogni nuovo disco rappresenta una grande scommessa per noi, questo perché in ogni episodio della nostra discografia ci siamo sempre impegnati al 110% rispetto alle nostre possibilità in quel particolare momento, e quindi è ovvio che per progredire dobbiamo riuscire a superare i nostri limiti. “Mare Nostrum” rappresenta da un certo punto di vista un ritorno alle atmosfere epiche del nostro debutto “Supreme Art Of War”, mentre da un altro lato recupera lo stile degli ultimi dischi e gli dona una ventata di freschezza grazie a nuove soluzioni mai provate in precedenza. In questo album troverete sia il classico stile Stormlord che alcune novità come atmosfere asiatiche, parti di sitar, strumenti prettamente mediterranei come il marranzano, stacchi folk e persino un pezzo acustico, il tutto accostato alle sfuriate di doppia cassa che tanto esaltano il nostro batterista. Ovviamente non dovete aspettarvi un “Supreme” parte seconda, da quel disco sono passati dieci anni e noi tutti siamo cresciuti come musicisti e come compositori. All’interno di “Mare Nostrum” troverete tutte le caratteristiche salienti del nostro sound unite ad una ventata di nuove influenze. L’abbandono del nostro tastierista Simone Scazzocchio, che ha vinto una borsa di studio alla prestigiosa università di Berklee (Boston) ci ha costretti a riflettere sullo sviluppo del nostro sound. A lungo abbiamo cercato un musicista capace di interpretare lo stile degli Stormlord ed alla fine lo abbiamo trovato… nel nostro chitarrista Gianpaolo Caprino, che in questo disco ha curato tutte le parti di tastiera con risultati persino superiori al suo blasonato collega. Questo ci ha permesso di lavorare con una sinergia fra chitarre e tastiere che non avevamo mai avuto in passato. Il disco è molto variegato, ci sono brani molto diretti come “Scorn” e “Dimension: Hate”, dove pestiamo duro senza alcun ritegno per i poveri padiglioni auricolari dell’ascoltatore, e ci sono brani dal sapore più mediterraneo come “Mare Nostrum”, dove abbiamo inserito anche una parte di scacciapensieri, la conclusiva “Stormlord”, quasi una rivisitazione del materiale contenuto su “Supreme”, ovviamente arricchito dalla nostra maggiore esperienza, “Legacy Of The Snake”, brano ricco di parti di sitar e cori di monaci tibetani, ed “And The Wind Shall Scream My Name”, dove per la prima volta ci cimentiamo anche con il cantato in italiano. Abbiamo voluto includere anche una traccia più diretta e “moderna” come “Neon Karma”, mid tempo dall’andamento potente, caratterizzato da melodie immediatamente memorizzabili e da un refrain pulito destinato a stamparsi nella vostra mente al primo ascolto, e, soprattutto, siamo fieri di “The Castaway”.

A livello musicale dobbiamo aspettarci dei cambiamenti sostanziali? Sul vostro sito ho letto di un incremento di elementi folk nella vostra proposta sonora e addirittura di un brano acustico…
(Francesco): “The Castaway” è uno dei nostri brani preferiti di “Mare Nostrum” e, più in generale, di tutta la nostra carriera. Si tratta di una canzone interamente acustica ma non per questo priva di energia. Non ci siamo limitati a strimpellare un paio di arpeggi malinconici, piuttosto abbiamo cercato di dare vita ad un brano di forte personalità ed impatto, arricchito da alcune melodie dal sapore “arcaico” senza far suonare il tutto come un semplice esperimento a sé stante. “The Castaway” è un brano Stormlord in ogni sua sfaccettatura, con la sola differenza di avere le chitarre classiche ed acustiche al posto di quelle elettriche. Delle reazioni della gente non sono preoccupato, ho sempre pensato che chi ascolta metal estremo sia molto più aperto di mente di quanto si vorrebbe far credere, d’altronde da questo tipo di musica sono scaturiti moltissimi filoni che, in seguito, hanno influenzato il metal in toto. Dopo diciassette anni abbiamo sentito il bisogno di evolverci e di proporre delle nuove sonorità, il tutto senza dimenticare il nostro passato e continuando sul solco tracciato dai nostri precedenti lavori.

Quanto vi pesa l’eredità di un album apprezzatissimo come ‘The Gorgon Cult’?
(Cristiano): Non ti nascondo che inizialmente ci abbiamo pensato… conosciamo tutti i responsi di “The Gorgon Cult” ed eravamo consci dell’attesa per questo nuovo album, alimentata anche dalla lunga attesa da parte dei fans. Però come abbiamo iniziato a modellare i nuovi brani i timori hanno ladciato spazio ad un entusiasmo come non ne avevamo da molto tempo. Ora, a disco ultimato e registrato, non siamo assolutamente intimoriti dal predecessore di “Mare Nostrum” (che è e rimane un grande album), ma anzi non vediamo l’ora che tutti possano sentire i nuovi brani, che qualitativamente sono superiori anche al buon vecchio “Gorgon”. Siamo tutti cresciuti tantissimo in questi anni e rimetterci oggi al servizio di un nuovo album, per di più come quello che stiamo registrando, è a dir poco esaltante, e i risultati non vi deluderanno, anzi… provare per credere!

Collaborazioni importanti? Io ne ricordo una in particolare, quella con il team di Stivaletti per gli effetti speciali dei vostri video splatter…
No, nessun ospite illustre su questo disco, solo amici e musicisti talentuosi, come Valerio dei Grimness a cui abbiamo affidato una parte di voce molto suggestiva o Elisabetta Marchetti, la voce che apre “Dance Of Hecate” con un sensuale “Dance with me”, nostra amica pluridecennale ormai diventata una professionista del canto, a cui abbiamo affidato tutte le parti di voce femminile con risultati veramente commoventi. E poi chiaramente non poteva mancare il nostro produttore Giuseppe Orlando, di nuovo dietro il microfono in due cavernosissime parti!

Parlateci delle canzoni dell’album. Sono state tutte scritte in questi ultimi mesi o avete anche utilizzato materiale più datato?
(C): Il nuovo materiale è stato scritto interamente nell’ultimo anno, anche se alcune idee erano in cantiere già da tempo. Difficilmente andiamo a ripescare “scarti” del passato, proprio perché, se all’epoca non abbiamo ritenuto di utilizzare determinate partiture, non è certo il trascorrere del tempo a renderle più convincenti alle nostre orecchie. “The Gorgon Cult” era nato in sala prove, quasi jammando, per “Mare Nostrum” invece siamo tornati a lavorare a casa portando poi idee o bozze di struttura in sala. Questo ci ha permesso di definire ancora meglio ogni dettaglio. Unica eccezione, a livello di spazio temporale, è il brano conclusivo, “Stormlord”, che era originariamente stato scritto da Gianpaolo nel 1999, per sui puro piacere e quando non era ancora nella band. Si tratta di un brano molto epico ed evocativo, per certi versi in stile Summoning, che ha voluto proporci e che abbiamo accolto con entusiasmo, chiaramente riarrangiandolo e modificandone alcune parti.

Come siete arrivati alla Locomotive Records? Il target della label è più orientato all’heavy metal, se non sbaglio…
(f): Semplicemente eravamo in scadenza di contratto ed abbiamo pensato di mandare in giro un promo con una versione demo di 4 tracce presenti nel nuovo disco, abbiamo selezionato delle label più importanti di Scarlet proprio perché, se ci avesse risposto un’etichetta di pari importanza, avremmo preferito rimanere con Stefano e soci. Dopo qualche giorno si è fatta sentire la Locomotive e da quel momento sono partite le trattative. La Locomotive è un’etichetta veramente professionale, con tre uffici, uno in Spagna, distribuito addirittura da Warner, uno in America, territorio dove distribuisce gran parte delle etichette più blasonate della scena europea, ed uno in Germania. Il loro impatto sul mercato è, per forza di cose, più incisivo di quello della Scarlet, quindi abbiamo deciso di provare questa nuova opportunità. Speriamo che il futuro ci dia ragione, per il momento sta andando tutto liscio.

Un commento sulla release “commemorativa” rilasciata dalla Scarlet sulla vostra carriera discografica. Come sono stati gli otto anni trascorsi assieme?
(f): Con Scarlet abbiamo passato i migliori anni della nostra carriera, il loro staff ha sempre creduto in noi ed i rapporti, col passare del tempo, sono andati ben oltre la semplice professionalità lavorativa. Ancora adesso continuiamo a sentirci con Stefano, il quale è stato il primo a farci i complimenti per il nuovo contratto. Il best of, ma preferirei chiamarlo “antologia” dato che non è esattamente un semplice “greatest hits”, è nato da un idea di Stefano e celebra in maniera egregia il periodo passato alla loro corte. Nel secondo cd è proposta la traccia audio del Dvd uscito l’estate scorsa, tratto dalla tournee Canadese. Il risultato era così buono che volevamo dare la possibilità ai nostri supporter di poterlo sentire anche nello stereo della macchina oltre che sul televisore.

Siete reduci da una serie di tour fortunati e da alcune date eccezionali in Canada. In riferimento a queste ultime, ricordate qualcosa in particolare che i vostri fan dovrebbero sapere? Come è, solitamente, l’accoglienza che vi riserva il pubblico estero?
(f): Il tour in Canada ha rappresentato uno degli apici della nostra carriera, sono stati dei giorni meravigliosi e non vediamo l’ora di tornare da quelle parti. Siamo partiti senza grandi aspettative, non avevamo idea di come saremmo stati accolti in una terra così lontana dalla nostra, ed il responso del pubblico ci ha lasciati esterrefatti, quasi imbarazzati per il calore proposto. Non provo vergogna nel dirti che, quando dal backstage di Toronto abbiamo sentito il pubblico intonare in coro il nome della nostra band prima ancora che salissimo sul palco, mi sia venuto quasi da piangere per l’emozione. Si è trattato della realizzazione di un sogno, insomma. Siamo rimasti in contatto con dei promoter canadesi e, per il prossimo disco, cercheremo di tornare sia in quei luoghi che in America. Per il momento è ancora troppo presto per fare programmi.

Per questo ’08 avete già programmato qualcosa per quanto concerne i live? Ci sono partecipazioni a festival già contrattate?
(c): Come è noto da qualche giorno siamo stati annunciati ufficialmente per il Gods Of Metal, una partecipazione che ci riempie d’orgoglio e ci darà la possibilità nel seppur poco tempo a disposizione di presentare al pubblico italiano il nuovo album in sede live. Siamo anche attesi in Germania a luglio per un festival con Destruction e God Dethroned, manchiamo da un po’ da quelle parti e sarà sicuramente una splendida occasione per tornare a calcare i palchi teutonici. Per il resto, stiamo valutando con Locomotive la possibilità di un tour europeo a settembre, anche se ancora è presto per dire se la cosa andrà in porto. Quanto all’Italia, cercheremo di suonare il più possibile ovunque.

Questo, da prassi, è l’ultimo spazio a vostra completa disposizione…
(c): Ringraziamo heavy-metal.it per lo spazio concessoci e diamo a tutti appuntamento all’ucita di “Mare Nostrum” il 23 maggio. Siamo assolutamente orgogliosi di cosa siamo riusciti a creare, e speriamo che quest’album possa aprire le porte estere a tante valide band italiane in cerca di attenzione internazionale e ancora in lotta per emergere.

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