Gli Stormzone sono un gruppo inglese in giro da qualche anno e questo “Death Dealer” è il loro secondo disco. Dopo un esordio indirizzato su lidi hard rock melodici, gli Stormzone spostano il tiro verso un hard & heavy di matrice tipicamente inglese, con una certa influenza da parte della NWOBHM.
“Death Dealer” si presenta come un discreto album, i cui punti di forza sono sicuramente un buon song-writing e l’ottimo lavoro del chitarrista Chris Polin, che pur senza strafare, ci regala bei riff e un certo gusto per i solo. Anche il cantante John Harbinson è autore di una discreta performance, mantenendo sempre una certa melodia di base. Il difetto principale del disco, a mio avviso, è l’eccessiva prolissità di alcuni brani e la poca varietà stilistica: infatti molti pezzi superano abbondantemente i sei minuti, senza un bisogno particolare, dato che la struttura per quasi tutte le canzoni è la più classica possibile, ovvero strofa-ritornello-assolo-ritornello. Nonostante questo, i pezzi scorrono via piacevolmente tra riff e cori azzeccati come nel caso della title-track o di Secret Gateway, da flavour tipicamente NWOBHM. I ritmi si mantengono quasi sempre su velocità medie, con poche variazioni e cambi di tempo. Il sound di matrice classica pervade l’intero disco. Tra le poche variazioni sul tema, segnalo la lunga The Legend Carries On, dall’intro arpeggiato per chitarra acustica e voce, la (leggermente) più veloce Stand Up And Fight, in cui si accenna anche a un solo di basso. Discreta anche la ballad Wasted Lives, introdotta dal basso di Graham McNulty e interpretata in maniera efficacie dal singer John Harbinson.
In definitiva non ci troviamo di certo di fronte a un capolavoro dell’heavy metal del 2010, ma a un prodotto che risulta comunque più che sufficiente. Se siete estimatori sound ivi descritto, dategli pure un ascolto.