Dopo numerosi annunci, ecco l’atteso ritorno discografico degli storici Suffocation. Riformata la lineup originale (anche se avrei preferito che rientrasse anche Doug Cerrito), i maestri statunitensi del brutal death riprendono tutte le loro immense abilità tecniche e sfornano questo buon “Souls To Deny”.
La cosa piu’ naturale che ci si potrebbe chiedere è se il nuovo disco potrà reggere il confronto con i loro capolavori del passato.. beh, ad un primo ascolto sembra che i sei anni di silenzio non siano mai esistiti, e questo nuovo lavoro riprende a grandi linee tutta la forza e l’impatto dei vecchi album. Anzi, per essere onesti, il sound è praticamente lo stesso di “Pierced From Within” anche se non sono riusciti in pieno a riprendere la genialità di quell’album.
I nuovi pezzi sono molto validi dal punto di vista compositivo ma privi di quella potenza che aveva fatto la loro fortuna nel passato. Ma, ripeto, questo nuovo album è abbastanza buono, grazie ad un grande lavoro di Mike Smith e dei chitarrsti Hobbs e Marchais. Ma non credo che cio’ permettera’ al combo statunitense di riprendere la leadership nel loro genere.
L’album inizia con la convincente “Deceit”, ricca di moltissimi cambi di tempo, di numerosi riff imprevedibili e interpretata da un grande Mullen, il cui stile vocale è rimasto totalmente immutato. Nelle successive “To Weep Once More” e la titletrack invece si incomincia ad intravedere il calo di qualità prima descritto, anche se per fortuna l’album si conclude con la grande “Tomes Of Acrimony”, dotata di ottimi passaggi e parti molto complesse.
La classe non è acqua, i Suffocation sono dei seri professionisti, ma dovevano forse lavorare un po’ piu’ a fondo per poter placare la grande attesa dei loro affezionati fan. Il cd vale sicuramente l’acquisto, almeno su questo ne sono sicuro.