Curioso questo split che mi capita tra le mani.. Presentate come due band fondate da ex-membri del progetto Empyrium, pensavo di trovarmi a che fare con un gothic dallo stile etereo e dilatato, mentre mi prodigo a recensire uno split di due bands (o one-man-band) dedite ad un black metal molto intransigente.
Il primo gruppo sotto esame sono i The Sun Of The Sleepless, nuova incarnazione del mastermind dei The Vision Bleak, Markus Stock. Sei tracce, tra cui una cover di Burzum (Dunkelheit). La prima song, “A wolf in sheep’s skin clad”, dall’inizio quasi ambient, ci trasporta in un furente black metal marcio in puro stile Darkthrone, seppure con qualche inserto rumorista elettronico e beat industrial (?), per quanto inusuali, perfettamente inseriti. La traccia è veloce e incisiva, un buon inizio direi. Il secondo pezzo “Romance Zur Nacht” invece, cambia nettamente le coordinate dal precedente: riff malinconico ma allo stesso tempo malvagio, lento ossessionante, d’atmosfera. Il cantato si difende bene, e, nonostante qualche effetto vocale, rende bene le coordinate black, sia le influenze melodiche delle composizioni. Si passa quindi a Dunkelheit, cover di Burzum, riproposta in maniera fedele, con qualche effetto moderno sulla voce e le distorsioni, che non stravolge il tutto ma rende l’atmosfera personale.
In quanto la vena sperimentale della band è sempre in fermento, la traccia numero quattro è un brano totalmente ambient, citazione indiretta dei primi lavori di Mortiis e il succitato Burzum. Buona riuscita, soprattutto per non dilungarsi troppo (tre minuti e poco piu) in inutili soliloqui elettronici. Sembra partire dalle stesse coordinate la seguente “Tausenf Kalte Winter” mentre invece, pur condividendo con la precendente la base elettronica, sopraggiungono delle ruggenti harsh vocals e qualche chitarra dilaniata per ricreare l’ambiente maligno adatto a tinteggiare di nero la canzone.
Ultima traccia “Spring ’99”, brano acustico, arpeggiato, che si riprende verso la metà finale, dove chitarre ultradistorte e voci strazianti la fanno da padrone, il tutto in un timbro malinconico che da profondità e gusto alle composizioni.
Se la prima parte è stata ricca di (ottime) sorprese, la seconda parte non è da meno. I Nachtmahr (di cui non è pervenuta la line up, purtroppo), prendono possesso della seconda parte dello split, proponendoci però solo tre tracce, ordinate semplicemente in numeri romani I, II e III. La traccia I parte in maniera furiosa, in pieno stile Darkthrone, anche se con una produzione migliore. Riff classico ed efficacie, voce maligna al punto giusto, conditi da un bellissimo arpeggio centrale, dal gusto vagamente medievale. Sempre con un arpeggio, però iniziale, si apre la traccia II: introduzione trasognante che ci porta in un crescendo al climax del brano, fino a concludersi in un brutale blast-beat.
Terza e ultima traccia, un brano molto lento e atipico, dal rigore marziale, scandito da vocals si black, ma quasi borbottate, che aumenta di velocità e cattiveria in alcuni stacchi, tratteggiando una buona linea melodica generale.
Un buon prodotto, sicuramente piu adatto a chi mangia pane e black metal, ma che sa farsi ascoltare per le buone melodie (Nachtmahr) e le idee sperimentali (SOTS). Se vi capita tra le mani, dategli un ascolto!