Giungono al terzo atto della loro lunga carriera i canadesi Sympathy, band dedita a un death metal senza compromessi, che, se da un lato lascia trasparire influenze americane, soprattutto New Yorkesi, dall’altro tende a amalgamare il tutto con sporadiche aggressioni thrash e melodie mutuate dalla scena scandinava. “Anagogic Tyranny” è un lavoro maturo, dove un ottimo songwriting si rende protagonista di un album diretto e monolitico, con una sessione ritmica affidata a Jim Austin degli Into Eternity, martellante e decisa che non lascia scampo. Tecnica e brutalità si fondono per dare vita a dieci canzoni tritaossa, basta ascoltare l’iniziale “Inserrection” o “On a Bloodied Cross”, per essere rapiti dalla brutalità del combo canadese, che però sa dosare anche epicità e melodia come nelle stupende “Underworld”, “Forgotten Temples” e “Enslaved by Depravity”, dove i riff di chitarra vengono accompagnati da ottimi tappeti tastieristici. Ottima è anche la produzione, potente e graffiante che lascia spazio ad ogni strumento.
Punto debole di quest’album è di certo la voce, non aggressiva quanto dovrebbe e un po’ piatta, ma tutto sommato è una pecca che può essere anche lasciata in disparte vista la qualità delle song presenti in questo disco. Capitolo a parte lo meritano le liriche: da un sound così aggressivo e oscuro l’ascoltatore medio death si aspetterebbe testi in stile Incantation o Immolation, invece i canadesi ci propongono dei testi diametralmente opposti a quelle delle band succitate, ponendo il Cristianesimo come fede utile per affrontare il male quotidiano della vita. Questo sinceramente mi fa storcere un po’ il naso, non ho mai visto di buon occhio l’accostamento metal estremo/Cristianesimo, ma non sono nessuno per giudicare il pensiero altrui e quindi mi limito solo a dire che questo “Anagogic Tyranny” è un ottimo album death metal che va ascoltato e assaporato al di là del pensiero teologico che esso nasconde.