Nati nel 1993, dopo aver pubblicato 3 demo, un 7″ EP e l’album “Nattestid” nel 1999, i norvegesi Taake di Hoest tornano sul mercato con questo “…Bjoergvin…” (il titolo completo è “Over Bjoergvin graater Himmerik”).
Il loro primo album era debitore alla scena norvegese dei primi anni 90 ma, con questo disco, i Taake dimostrano di aver saputo arricchire il loro sound in modo tale da renderlo, senza rinnegare le loro radici ovviamente, molto personale.
Vuoi per il guitar-riffing di matrice thrash-death che a volte diventa molto tecnico, vuoi per l’uso di piano e tastiere, vuoi per le vocals agghiaccianti di Hoest, questo album racchiude alcune canzoni davvero belle.
L’album è diviso in 7 atti (se così possiamo chiamarli), la prima canzone si chiamerà “I”, la seconda “II”… e via dicendo, sino alla “VII”. I testi, per quanto abbia potuto leggere sul sito della Avantgarde (dato che sono scritti e cantati in Norvegese) trattano, come tema principale, la morte.
Cosa ci offrono i Taake? Beh forse ad un primo ascolto nulla di nuovo, ma dopo aver riascoltato il disco ci si accorge che è davvero un buon lavoro. La prima canzone è violentissima, vero black norvegese, ma ricca di molti suoni che rendono lo stile della band molto personale. Pianoforte, un piccolo coro con voci pulite, riffs sempre vari, ferocissimi, ma anche a tratti melodici. Questo basterebbe per farvi capire lo stile dei Taake, ma non basterebbe a presentarvi gli altri piccoli capolavori presenti nel disco. Si passa da violente canzoni di black norvegese incontaminato (vedi “II” e “IV”) ad episodi violenti, ma a tratti melodici ed a tratti comprendenti influenze psichedeliche (vedi “III”, “V” e “VI”).
Discorso a parte vorrei farvi per l’ultima canzone, strumentale dai quattro minuti di durata, che mi ha colpito molto. Si apre con un arpeggio di chitarra pulita per poi dar spazio a quella distorta, pioggia di sottofondo, riff dolci e dei bellissimi cori… insomma, stupenda a mio avviso. Potrebbe mai la morte avere un suono così incantevole?
Se non l’avete capito preferisco gli episodi più personali del gruppo, perché credo che solo così riesca a mettere in risalto le proprie capacità e la propria personalità (composta da mille sfaccettature). Quindi un disco di passaggio, un gran bel disco di passaggio, che dovrebbe renderci tutti ansiosi verso quello che sarà il suo seguito.
Che aspettate? Recatevi dal vostro negoziante di fiducia e compratelo, non ve ne pentirete!