Secondo album per i Tankard, gruppo tedesco che ama definire il proprio stile musicale “Alcoholic Metal”, e devo dire che mai termine fu più azzeccato per connotare un genere musicale. Infatti i quattro tedesconi ci propongono un metal essenziale quanto accattivante, una letale miscela di ritmi che vanno dal thrash classico anni ’80 a delle influenze che sfiorano i lidi del punk. Il tutto condito dall’inimitabile e carismatica prestazione vocale del singer. Dopo una “Intro” che è tutto un programma, scandita dalle “prestazioni” vocali di un ardito bevitore di birra, si parte subito in quarta con una serie che definire al fulmicotone è un eufemismo: “Total Addiction”, un’autentica mazzata sonora di puro thrash anni ’80 scandita da un duello iniziale chitarra-batteria che lascia poi spazio all’irrompere maestoso e devastante del resto del gruppo che si diletta anche in dei piccoli ma accattivanti assoli, “Tantrum”, scandito dai riff devastanti ed indiavolati creati dalle due asce del gruppo Katzmann e Bulgaropulos, “Don’t Panic”, brano dall’inizio cadenzato che poi spiega tutta la sua potenza con dei riff che alternano potenza pura a degli stupendi stop and go e persino a ritmi cadenzati e quasi ballabili che fanno il verso al classico stile dell’Heavy Metal anni ‘80. Con “Puke” il gruppo da un’ennesima dimostrazione della sua potenza devastante con dei riff che non concedono neanche un attimo di tregua; un brano veloce che ricorda molto le rasoiate sonore che sono diventate un marchio di fabbrica dei Nuclear Assault. Il gruppo si concede un attimo di pausa con l’esecuzione di “For A Thousand Beers”, un ottimo brano strumentale il cui inizio arpeggiato, riflessivo e quasi sincopato potrebbe far tornare in mente le vecchie ballad dei gruppi Metal anni ’80 quando invece improvvisamente il brano prende vigore e potenza sciorinando una serie indiavolata di riff in cui la melodia, miscelandosi con riff potenti ma al tempo stesso molto cadenzati, la fa da padrona. Giunge “Chemical Invasion”, brano dall’inizio blueseggiante che apre alla strada all’inumano urlo del singer Geremia che dà ufficialmente inizio alle ostilità. Ed allora si salvi chi può, perché le orecchie del povero ascoltatore verranno devastante dal ritmo, potente, sincopato ed accattivante creato da quella macchina infernale dietro le pelli che risponde al nome di Oliver “O.W.” Werner, degnamente coadiuvato dal basso di Frank Thorwarth e dalle due asce. La triade finale è aperta da “Farewell To A Slut”, un brano che ha la potenza devastante di un treno impazzito che viaggia su un binario morto, un’autentica rasoiata sonora che non concede la minima tregua e che toglie letteralmente il fiato, “Trailor”, un brano il cui inizio è un vero inno di battaglia scandito da un duello chiatarra-batteria di rara potenza a cui si aggiunge la carismatica prestazione vocale del singer Geremia; chiude questo splendido album “Alcohol”, una splendida versione del brano dei Gang Green, un vero e proprio inno all’alcool ed alla birra a suon di Rock’n’Roll, che incita a far casino ed a consumare birra. Ma per la gioia dei fan dei Tankard, la versione rimasterizzata contiene una bonus track il cui messaggio è fin troppo esplicito: “Datemi Una Birra!”. Per concludere posso solo dire una cosa: Cari amici di Heavy-Metal, è il momento di alzare i calici e di ricominciare a far festa. Prendendo in prestito una frase molto casi ai mitici Kiss: ROCK AND ROLL ALL NITE, PARTY EVERY DAY.