E’ con immenso piacere che vi parlo del debutto discografico di una delle band che, a pieno titolo, è da considerarsi una delle più caratteristiche e divertenti della scena metal europea e mondiale: sto parlando dei Tankard, gruppo nato nel lontano 1982 a Francoforte grazie all’incontro di quattro autentici pazzi: il cantante Andreas “Gerre” Geremia, il chitarrista Axel Katzmann, il bassista Frank Thorwart ed il batterista Oliver Werner. Il primo risultato di questa unione fu “Ray Death”, un noiosissimo pezzo di otto minuti incentrato sul tema della guerra nucleare. Allora il gruppo comprese che, per divertirsi in maniera seria, bisognava, come si suol dire, raddoppiare il “tempo”. Fu così che decisero di dedicarsi al “Fast Thrash-Punk”, una miscela letale di thrash metal ed anarchia con al suo interno degli elementi umoristici. Dopo aver affrontato una dura ed estenuante gavetta live incentrata su una serie di concerti in piccoli club ed aver pubblicato due demo ormai diventati introvabili (“Heavy Metal Vanguard” e “Alcoholic Metal”) il gruppo decide di rinchiudersi in studio per dare alla luce il suo debutto discografico, qui in esame. L’album si apre alla grande con una serie di brani al fulmicotone: “Zombie Attack”, brano dall’intro ispirato ai film horror, “Acid Death”, “Mercenary”, “Maniac Forces”, il cui inizio molto macabro ed atmosferico fa tornare in mente il genere Doom ed infine “Alcohol”, delle autentiche mazzate sonore scandite dai tempi massacranti generate dalla sezione ritmica guidata dal basso di Frank Thorwarth e dalla batteria di Oliver “O.W.” Werner, assistiti dalle due asce del gruppo Axel Katzmann ed Andy Bulgaropulos; completano il tutto i chorus che entrano subito in testa e la splendida prova vocale del carismatico “Gerre” che riesce ad imprimere ad ogni singolo brano una timbrica davvero assassina e coinvolgente. Dopo questa serie di pezzi veramente annichilenti ecco arrivare “(Empty) Tankard”, un vero inno all’alcool che, con il suo inizio cadenzato e ballabile ed i suoi chorus molto orecchiabili, è diventato uno dei cavalli di battaglia dei Tankard che ormai definiscono il loro stile musicale “Alcoholic Metal”. Dopo questo momento di apparente tranquillità l’assalto frontale riprende sulle note di “Thrash ‘Till Death”, che mette in chiaro quali siano le intenzioni musicali della band, “Chains”, brano caratterizzato da dei mid tempos veramente infernali ed infine “Poison” e “Screaming Victims”, due autentiche mazzate sonore che hanno l’effetto devastante di una granata al napalm. Carissimi, questo è un album che mi sento di consigliare sia ai vecchi fans del thrash di stampo teutonico (Sodom, Destruction, Kreator ecc.) e sia a coloro che vogliano avvicinarsi a questo genere che negli ultimi anni è letteralmente risorto a nuova vita. L’inizio di una vera e propria leggenda: questi sono i TANKARD.