Ammettiamolo: quando una band che proviene dalla tua città diventa di colpo la new sensation di un’etichetta importante beh, il cuore si riempie di orgoglio; non ha importanza se il genere proposto non è proprio quello tuo preferito, quello che conta è che è lì, sul trampolino della celebrità, pronta a raccontare una parte di te e del tuo mondo. Ben consapevole delle possibili accuse di provincialismo, quando ho scoperto che la Nuclear Blast aveva scommesso le sue carte sui livornesi Tasters, esponenti di un genere che non ho mai particolarmente amato e quindi per me semisconosciuti, ho scoperto anch’io di non poter fare eccezione alla regola. Comunque la si voglia vedere, una giovane band italiana è approdata alla Nuclear Blast e già questo è motivo di interesse. Fatto non secondario, si tratta di una band che pur proveniendo da un settore, quello “alternative”, quasi sempre in antitesi al metal, ha letteralmente conquistato la fiducia dell’etichetta. Abbiamo raggiunto il cantante Daniele Nelli che, con la consueta schiettezza tutta toscana, ci introduce nel mondo di questa promettentissima band!
Mi fa piacere che un gruppo di Livorno abbia preso la strada giusta…
Non è stato facile come si potrebbe pensare, è un percorso nato da un insieme di cose e ci siamo semplicemente trovati al posto giusto nel momento giusto.Abbiamo registrato il disco nel giro di un anno e prima di firmare con la Nuclear eravamo in contatto con un paio di etichette americane. A disco finito è arrivata la proposta della Nuclear Blast con un contratto worldwide. A quel punto ci siamo guardati: non potevamo rifiutarci!
Fantastico, anche perché La Nuclear Blast apre molte porte in Europa…
Siamo andati di persona presso gli uffici dell’etichetta a Donzdorf ma più che di uffici forse è il caso di parlare di un castello! A parte questo, non potevamo fare scelta migliore: i ragazzi della Nuclear sono tutti persone eccezionali, parlo a nome di tutta la band, ci hanno trattato come parte della famiglia. E’ un team di circa cento persone che lavora in maniera molto indipendente, insomma, un contesto superprofessionale!
Vi apprestate a registrare il terzo disco, giusto?
Il disco è già pronto ed uscirà il 16 settembre…
Giusto…Vuoi anticipare qualcosa sui contenuti del disco?
Abbiamo cercato di dare un’impronta abbastanza oscura ricca di atmosfere cupe che poi in certe parti della canzone si apre a melodie ariose. E’ un incrocio fra hardcore, post hardcore e un po’ di elettronica. Ho curato personalmente con il nostro fonico tutta la produzione nel mio studio di Livorno.
Mi pare di capire che la definizione di metalcore vi va un po’ stretta…
Non è proprio metalcore il nostro genere, lo definirei piuttosto hardcore con tanta elettronica.
Quali sono i vostri riferimenti come band o come stile?
Ognuno di noi ascolta un sacco di roba, a me piace molto il metal in tutte le sue ramificazioni ma adoro anche la classica e il funky, al tastierista piace Stevie Wonder, mentre batterista è un patito dei Creed, insomma spaziamo molto…per le band di riferimento invece potrei citarti Bring Me The Horizon e Xandria.
Tornando al metalcore che ne pensate di band come Sonic Syndicate, Soilwork, Caliban, Heaven Shall Burn..?
Sono un fan accanito degli Heaven Shall Burn, siamo andati con loro in tour due volte e sono una band ipervalida e professionale, specie nei live! Quello dei Caliban invece è un genere che considero un po’ morto…
La nostra città aveva una solida tradizione rock negli anni ’80, che sembra poi essersi un po’ persa…
Guarda, preferirei non parlarne… seriamente, non è una città per cui si possa parlare di scena, Livorno è una realtà strana… ad esempio ci piacciono molto i Bad Love Experience ma non sono certo un gruppo metal, fanno pop o cose simili, siamo molto lontani come gusti, il genere che facciamo noi non è proprio capito…detto in modo molto schietto, ci facciamo gli affari nostri. In pochi anni abbiamo fatto cinque tour, siamo stati fuori dall’Italia per un anno e mezzo facendo esperienze che ci hanno formato tantissimo…quando torniamo qui non ti nascondo che ci sentiamo un po’ alieni…ma non voglio tirare merda sulla città in cui son nato, ci mancherebbe, la trovo bellissima, la gente è unica, ma il punto è un altro.
Raccontami dei vostri tour…
Abbiamo fatto tournèe in Scozia, Inghilterra, Austria, Germania…l’ultima, di un mese e mezzo, fra Russia, Siberia e Ucraina, facendo più di ventunmila chilometri…
Com’è la Siberia vista da un palco?
Ok, ti spiego questo:La Siberia vista da un palco è una cosa fighissima, le persone sono super accoglienti e abbiamo potuto contare su una distribuzione e una promozione di primissimo livello. Siamo stati trattati in maniera impeccabile, promoter ai fan, non puoi capire la soddisfazione che si prova nel vedere persone che cantano le tue canzoni a squarciagola a novemila chilometri da casa tua! Abbiamo fatto amicizia con un sacco di persone, non vorrei esagerare ma forse è uno dei posti in cui ci siamo trovati meglio in assoluto!
E in Italia?
In Italia ora va molto meglio rispetto a qualche anno fa, sta nascendo una scena che non mi dispiace affatto! Sono uscite bands molto valide come gli Elya (spero si scriva così, ndr) e i Fleshgod Apocalypse, anche questi ultimi con Nuclear Blast. Tempo fa abbiamo suonato ad un festival a Milano assieme ad altri gruppi ed è stato un successo, non è stato come suonare all’estero ma è andata molto bene. Abbiamo suonato anche al Metalcamp quest’anno…Quella è stata un’esperienza un po’ fuori dal nostro genere, come vedi anche con la Nuclear Blast siamo la prima band a suonare un certo tipo di musica.
In Germania questo genere tira parecchio, a differenza dell’Italia…
La nazione cui puntiamo molto in verità sono gli States. Poi hai visto com’è, l’Italia vive su gente come David Guetta che prende un sacco di soldi solo per spostare due manopole…capisci, no?
Progetti imminenti dopo il disco? Un tour?
A settembre gireremo un nuovo video con Tom Welsh, poi un tour che partirà ad ottobre e altri progetti per il 2012 che per il momento preferiamo tenere top secret.
Siamo giunti in conclusione, ti lascio l’ultima parte per dire qualsiasi cosa tu voglia.
Voglio dire alle persone che leggeranno questa intervista di suonare, suonare, suonare, e se credono in un progetto di non mollare mai. Quando in una cosa ci credi alla fina la ottieni, ma devi fare tutto quello che comporta, senza compromessi. Noi abbiamo iniziato facendo tour di merda, dormendo nella merda, senza cibo, talvolta guidando dodici ore di fila per raggiungere la data successiva e sono tutte cose che rifarei da capo. Consiglio a tutte le persone che fanno musica di non tirarsi indietro e di creare qualcosa di rivoluzionario, perché ce n’è davvero bisogno! Come scrivo sempre ai nostri ammiratori su facebook, noi suoniamo per una causa. Se tutti provassero a fare qualcosa piuttosto che stare tutto il giorno a fare zapping davanti alla TV, o a infamare le persone con le parole senza fare niente, il mondo sarebbe sicuramente migliore.
Hai parlato di una causa…ho avuto la fortuna di intervistare un po’ di gente in questo settore, ma in pochi mi hanno parlato di una causa…è una causa politica , sociale o cos’altro?
Nulla di tutto questo, è un discorso estreamente ampio, basta vedere la realtà che ci circonda, quanto sia diffusa e radicata la corruzione delle persone, quanto questo paese non va e poi nessuno faccia niente per cambiarlo a parte sparlare ai quattro venti, quanto alle persone piaccia dire che l’Italia è una merda…quanto le persone che hanno già un sacco di soldi ne vogliano sempre di più, lamentandosi di chi fa le leggi, per poi puntualmente scoprire che chi si lamenta più di tutti sono gli stessi che li hanno votati…spero che un minimo di persone capisca quello che voglio dire. Per quanto noi come band proveniamo da esperienze diverse la radice, lo scopo della nostra musica è questo, noi suoniamo per una causa.