“Five Shots From Underground”: Cinque domande Cinque al Top Demo di Heavy-Metal.it !
Salve ragazzi, raccontateci la vostra storia e presentate il gruppo.
Ciao, sono ormai parecchi anni che militiamo nell’Underground Italiano, tutto cominciò in un piccolo garage dove ci ritrovavamo ad ascoltare musica quando eravamo poco più che quindicenni, quando dischi Heavy non erano di facile reperibilità nella nostra zona.
Agli inizi eravamo in quattro, ora della prima formazione siamo rimasti solo io (Carlo Rota) e Fulvio Sain l’attuale cantante e chitarrista.
Dopo un primo demo del ’95 e qualche cambio di formazione, nel ’99 registriamo “The price of glory” cd di 11 tracce auto prodotto. Passati un paio d’anni, firmiamo un contratto con la VideoRadio/Fonola, per la quale registriamo “Virtual line to eternity” … Ancora un’intensa attività Live in regione, qualche cambio di formazione e nel 2006 torniamo in studio per registrare “Rebellion” singolo che potete ancora ascoltare sul nostro myspace. Nel settembre 2007 si siede dietro alle pelli Alessandro Longo. Ora, finalmente con una Lineup rodata e consolidata stiamo promuovendo “Rivoglio il mio futuro” il nostro ultimo EP uscito nel maggio 2009.
Su cosa basate principalmente i vostri pezzi e quali sono i vostri punti di riferimento ?
Un tempo componevamo i nostri pezzi basandoci sui vari riff che ogni membro del gruppo proponeva, dopo una prima stesura cominciavamo ad aggiungerci il cantato. Con Rivoglio il mio futuro abbiamo deciso di mettere ogni singolo strumento a servizio del cantato, infatti ci siamo accorti che esprimere le nostre idee in italiano, la nostra lingua, ci da molta più soddisfazione, riusciamo a “sentire” di più lo spirito di ciò che stiamo componendo. Se con “punti di riferimento”, intendi quali sono i gruppi da cui prendiamo spunto, ti potrei tranquillamente fare una lista di nomi molto lunga, nomi che hanno sicuramente fatto la storia del Metal, noi personalmente cerchiamo di fare qualcosa che sentiamo, poi, che la nostra musica venga collocata negli anni ’80, e spesso avvicinata a quei gruppi di cui parlavo prima, non crediamo sia un fatto che ci penalizzi, ma pensiamo sia un’ulteriore punto di cui possiamo essere orgogliosi, insomma è dagli anni ’80 che noi tutti veniamo e come spesso amo dire, quando un gruppo riesce ad essere coerente con sé stesso per così tanto tempo, c’è ben poco che gli si possa criticare.
Cosa non ti piace del metal in Italia e cosa cambieresti ?
Poco prima di fare quest’intervista, ho letto le parole di Mauro Gelsomini ex cantante dei Kingcrow; mi trovo pienamente d’accordo con lui, qui in Italia c’è una continua e stupida guerra tra gruppi, c’è poca collaborazione tra le varie band, e come se non bastasse ad aumentare questa situazione di “eterna competizione” ci si mettono label, promoter e tutto ciò che sta dietro ad un gruppo. Cosa cambierei? Se potessi cambierei la mentalità delle persone, non è una cosa impossibile, ma dobbiamo lavorarci tutti assieme, eliminando una volta per tutte quella stupida rivalità che aleggia tra i gruppi dell’underground italiano.
Io credo ancora in quella fratellanza, che unisce noi “metallari” e se qualche “appassionato” dell’ultima ora non ci crede, significa che ha sbagliato genere, il metal non è “solo” musica.
Miglior gruppo italiano e più sopravvalutato gruppo italiano ?
Adesso ti parlo da fan e premetto che il mio gusto personale si differenzia molto dagli altri componenti del gruppo. Ho amato molto i primi “Extrema” quelli di “Tension at the seams” per capirci, forse sono uno dei pochi (purtroppo) che si è dispiaciuto per la fine degli IN.SI.DIA., ma l’unico gruppo che non mi ha mai deluso, per quanto sia diverso dalla musica che proponiamo, sono i DEATHSS a mio parere uno dei migliori gruppi italiani per quanto riguarda originalità. Trasmettono sensazioni, attraverso i loro dischi e ancor più durante i live, sensazioni che, giuste o sbagliate che siano, arrivano alle persone, e non è cosa da poco. Gruppi sopravvalutati non saprei proprio cosa dirti, più che un gruppo, c’è questo “nuovo” genere, il Deathcore che proprio non mi va giù, eppure ho sempre ascoltato metal a 360°
Cosa ti ha dato la musica e cosa vorresti darle tu ?
Tutto quello che sono oggi lo devo alla musica, l’ Heavy-Metal è stato un grande amico con cui ho passato la maggior parte del mio tempo, e per cui sono pronto a sacrificare ogni cosa. Sono sicuro che anche Fulvio (chitarra/voce) e Alessandro (batteria) la pensano come me, ed è per questo che sentirete parlare di noi ancora per molto tempo.