Non lasciatevi ingannare dall’opener di “Suffering G.O.D. Almighty”, i The Elysian Fields non hanno abbracciato le frontiere dell’elettronica, ma hanno semplicemente deciso di aprire in chiave moderna il loro nuovo e quarto lavoro. Dopo le due ottime prove precedenti, che li avevano fatti emergere grazie a un black metal melodico e atmosferico, arricchito con parti di violino, piano e flauti (una tipologia di black metal frequente soprattutto nella metà degli anni ’90), ora i greci decidono di dare un’impronta più diretta al loro lavoro. In questa direzione sono state abbandonate le parti black così suggestive di “We…The Enlightened”, sostituite completamente da parti death che rimandano a quello svedese degli ultimi Dark Tranquillity per intendersi, accompagnate in maniera piuttosto dignitosa dalle tastiere, sempre importantissime nella musica dei The Elysian Fields. L’elemento più innovativo di questo lavoro sembrano essere proprio queste, che invece di evocare suggestioni antiche e liriche attraverso parti orchestrali, puntano quasi sempre al futuro, all’immediatezza, alla plasticità e artificialità di un suono elettronico e digitale. Questo non si traduce però in maggior freddezza, ma in un semplice cambio di mezzi per rendere sempre l’ intellettualistica ricerca di risposte a domande chiave della vita: un conflittuale rapporto con la divinità, con la propria coscienza, con la propria sofferenza, e infine con il proprio destino rivelato.
Ovviamente, per chi attendeva dal gruppo greco un ritorno alle proprie radici, alla Grecia che sembrava tornare a respirare sulle note degli album precedenti, questo nuovo lavoro potrebbe risultare spiazzante e anche deludente. Parte della capacità visionaria che possedeva la loro musica è svanita con l’impiego di mezzi diversi. Sicuramente però il suono ne è uscito rafforzato per quanto riguarda l’immediatezza, essendo ora molto più facile da recepire, meno complesso, meno raffinato anche, più schietto e diretto.
Con “Suffering G.O.D. Almighty” i greci hanno compiuto un coraggioso passo verso il futuro e verso il death metal, pur non perdendo totalmente la capacità di suggerire atmosfere da sogno; solo che ora il sogno è calato in un’atmosfera apocalittica. Per chi è affascinato dalla modernità, dai suoni cristallini, potenti e melodici un album da non perdere.