The Great Deceiver, è questo il moniker, ispirato da una vecchia canzone dei King Crimson, con cui torna a calcare la scena Tomas Lindberg (ex-voce degli At The Gates, inutile stare a ricordarlo), che fresco della sfuriata thrash/death con i The Crown (esperienza già accantonata per il nostro Tompa…) instancabile, rispolvera questa formazione che già nel ’98 si fece notare con un mini-LP intitolato Cave-In, poi ribattezzato Jet Black Art dalla label americana Trustkill che lo distribui sul mercato d’oltre oceano dove peraltro il mini riscosse un discreto successo.
A Venom Well Designed invece è il titolo dell’ultima fatica della band, se vogliamo il vero e proprio debut full-length CD; “Ci siamo concentrati per trovare un modo di esprimere aggressività che non rientri nei modi canonici di farlo del metal…” dice Johan Osterberg, chitarrista del gruppo, e ciò che hanno concepito è un album che potrbbe essere definito come “Aggressive dark-wave”, una sorta di death gotico mischiato con le sonorità e le atmosfere tipiche del dark. Durante tutto l’album le chitarre “giocano” con chorus e delay creando atmosfere quasi malate appunto; non mancano richiami al thrash (che scorre ancora nelle vene del buon vecchio Tompa) come in After the Flood o Enter the Martyrs, così come non mancano nell’album cadute di tono come nel caso dell'”asettica” Poisoned Chalice.
Il disco promette bene sin d’all’inizio con l’opener Pierced seguita a ruota da The Living End, nella parte centrale si alternano delle ottime song ad altre meno orecchiabili, a tratti noiose; per vedere mantenute le promesse dobbiamo comunque aspettare la stupenda Strychnine (velenosa al punto giusto! ;p), solo questa però. Il finale del disco è ancora in calando.
Non posso concludere senza però spezzare una lancia in favore di Tomas Lindberg e compagni. A mio avviso, nell’ambito di quanto si erano riproposti sono riusciti a pieno, l’album rispecchia esattamente ciò che volevano rappresentasse.