Australiani, fino a ieri noti come Fury ed ora con un monicker nuovo di zecca all’approdo su Massacre Records. Sono i The Harrowed, quintetto rodato, d’esperienza ma sempre assimilabile a tanti per la sistematicità della propria proposta.
Cambiano i nomi, ma la sostanza rimane pressoché invariata. Nonostante mutazioni di facciata, infatti, i musicisti australiani confermano la propria passione per quel thrash a trecentosessanta gradi, indaffarato nel pescare influenze dovunque faccia brodo. E’ così che all’interno dello stesso disco, con una coerenza più o meno marcata, capita di poter ascoltare tanto thrash teutonico, quanto influenze made in USA, passando per echi dall’immancabile flavour svedese. L’abilità migliore della band sta nel riuscire, complice un’indubbia maturità, ad assortire in maniera fluida e piacevole un bacino di suoni eterogenei e già sentiti migliaia di volte in tutte le salse. Merito di ciò va principalmente ai due chitarristi, Ricky Boon e Darren McLennan, che si sobbarcano il grosso del lavoro con una buona varietà riff ed assoli che sopperiscono alle carenze di una sezione ritmica scolastica ed imbarazzante. Le asce fanno del loro meglio per conferire varietà ai brani viaggiando su binari di velocità esecutiva differenti e creando un fertile humus per il buono stile urlato di un singer quantomeno presente e versatile. Tutto bene, niente fuori luogo, non fosse per il fatto che le righe sopra sembrano una copia di mille altre recensioni di dischi che, a questo omonimo “esordio”, somigliano troppo. Paralleli tanto evidenti, quanto impietosi nell’impedire di digerire l’intera durata di ‘The Harrowed’, apprezzarlo come qualcosa di notevole e non archiviarlo tra la solita indifferenza.