“By the grace of god” e’ il ritorno degli Hellacopters dopo un album bellissimo come “High Visibility”. La raccolta delle rarita’ di inizio carriera uscita qualche tempo fa aveva gia’ sfamato almeno un po’ i fan del gruppo, ma c’era ancora parecchia attesa per il nuovo album dei garage rockers, e io aspettavo abbastanza impazientemente questo cd…
Saranno riusciti questi 13 brani a soddisfare l’hype creatosi durante tutto questo tempo? Purtroppo no, e bastano pochi ascolti per constatare che il disco non e’ all’altezza del precedente… Insomma, gli Hellacopters sono sempre gli Hellacopters, per cui aspettatevi pure 40 minuti abbondanti di musica accattivante, quella musica che ti prende e ti fa sbattere anche se non vuoi, quella musica che mette allegria e che dal vivo rende benissimo, purtroppo pero’ questa volta i nostri musicisti non convincono del tutto come in passato.
“By the grace of god” e’ infatti un lavoro che inizialmente ascolterete tantissimo, ma ho l’impressione che presto vi stancherete per poi non rimettere su il cd molto spesso, magari lasciando spazio nello stereo ai vecchi lavori della band. Oddio, rileggendo quanto scritto mi sembra di essere stato troppo duro con gli Hellacopters, il fatto e’ che da una band come la loro ci si aspetta sempre tanto, per cui quando li si giudica si e’ piu’ severi che con una band “normale”…
In realta’ brani come la title track o come “It’s good but it’s just ain’t right” sono parecchio piacevoli, con quelle chitarre che ti si infilano in testa, quella voce cosi’ caratteristica e la breve durata che rende ancora piu’ facile l’assimilazione dei brani! Difficile parlare di qualche pezzo in particolare (anche se potrei citarvi “Better than you”, ma tutta la prima parte del cd si mantiene su standard elevati, un po’ meno la seconda), poiche’ il disco e’ uno di quelli che si fanno ascoltare dall’inizio alla fine senza colpire con delle canzoni particolari… Se proprio devo segnalare qualche anomalia allora cito “Rainy days revisited”, che contiene una parte di tastiera che mi ricorda la canzone sulla vespa dei Lunapop e che ogni volta mi fa sentire male, oppure “Carry me home” che e’ un po’ troppo pop-eggiante… a parte qualche sensazione di questo tipo pero’ non ci sono delle discontinuita’ di qualita’ molto evidenti.
C’e’ comunque un’altra cosa che va evidenziata: la produzione inadeguata. Quella di questo disco e’ infatti un po’ troppo pulita e personalmente trovo che per gli Hellacopters sia meglio una produzione piu’ ruvida, tutto cio’ comunque non pregiudica la piacevolezza del disco, anche se toglie un po’ di grinta e di “tiro” alle composizioni…
Insomma, considerato quanto scritto sopra, alla fine questo disco merita o no? Se vi piacciono gli Hellacopters tuffatevi pure su questo “By the grace of god”, non dovreste rimanerne delusi, se invece non avete mai sentito questa band e la volete conoscere allora procuratevi prima l’energetico debutto “Supershitty to the max” (davvero eccezionale) o il bellissimo “High visibility” (meno “furioso” di “Supershitty” e piu’ simile a quest’ultima uscita, ma decisamente migliore), in entrambi i casi non penso che ve ne pentirete (ovviamente sempre che vi piaccia il garage rock, altrimenti lasciate perdere)!