Quello che sto per recensire è il debutto discografico dei cagliaritani The Killing Machine, progetto nato nel 2000 come cover band di gruppi come Judas Priest ed Iron Maiden. Il gruppo è stato da sempre orientato verso l’attività live, sforzo che ha contribuito al miglioramento sia tecnico che di amalgama. Il 2004 ha visto la band impegnarsi nella composizione di brani propri che potessero essere una sintesi sia della passione per il metal che della sensibilità ed inventiva del gruppo, un prodotto che potesse proporre qualcosa di classico ed innovativo allo stesso tempo. Il risultato di questo sforzo è il demo che vado a recensire. Si parte subito alla grande con “Fellow’s Wait”, un’autentica mazzata sonora scandita dai ritmi massacranti generati dalla sezione ritmica magistralmente condotta dal basso di Nicola Pirroni e da quella macchina infernale dietro le pelli che risponde al nome di Daniele Ferru, senza dimenticare i due assoli che ci regalano le due asce del gruppo, Luca Murgia e Davide Garau. Completa il tutto la diabolica voce del leader Frank Morana, che in alcuni punti riesce quasi ad emulare il grandissimo Halford. Ed ecco che un mini solo di chitarra introduce “Chains”, un’altra scarica di adrenalina allo stato puro che non concede la benché minima tregua alle orecchie dell’ascoltatore. Un brano che in sede live provocherebbe un effetto a dir poco devastante; ed ecco giungere “We Bore”, un brano che, con i suoi riff rocciosi, potenti, melodici ma allo stesso tempo accattivanti e potenti, i suoi chorus creati appositamente per essere urlati a squarciagola in sede live, fanno tornare in mente i Judas Priest di British Steel; chiude questo splendido demo “Mansion”, un brano che esprime tutta la potenza, la rabbia e la voglia che il gruppo ha di dimostrare il proprio valore; un concentrato di potenza e cattiveria allo stato puro che spingerà pogare anche un ascoltatore in perenne stato catatonico. Per concludere posso solo dire che, se questo è solo un demo, mi chiedo cosa il gruppo potrebbe combinare se fosse affiancato da un’etichetta musicale. Questo è un prodotto curato sia sotto l’aspetto musicale che sotto l’aspetto dell’artwork. Un vero gioiello che gli amanti del metal classico non possono non avere nella propria collezione. Non resta che attendere il loro prossimo lavoro per avere una conferma tangibile del loro valore.