“Rivers of broken glass” è il primo album dei The Soundbyte, un side project molto interessante di Trond Engum (compositore principale dei The 3rd and the Mortal). Questo album è molto personale ed è una delle cose migliori che io abbia sentito negli ultimi mesi. Abbiamo fatto qualche domanda a Trond, ecco il risultato..
Ciao Trond! Prima di tutto volevo dirti che “Rivers of broken glass” mi è piaciuto davvero molto. Ho letto che hai iniziato il progetto The Soundbyte molto anni fa, ci racconti qualcosa sulla sua storia?
Ciao, sono molto contento che ti sia piaciuto l’album!
L’idea è nata già nel 1998, quando iniziai ad avere un sacco di materiale che non entrava bene nella struttura musicale dei The 3rd del tempo. Tuttavia era troppo duro per me gettare via tutte queste idee, così iniziai a realizzarle per me, usando musicisti che potevano portare il suono il più lontano possibile all’interno di questa struttura. Nel 2002 avevo abbastanza materiale per realizzare un album e così ho iniziato un difficile ma determinato processo finalizzato a creare differenti paesaggi sonori che hanno portato a “Rivers of broken glass”. Ci sono molte canzoni che ho dovuto lasciare per strada in questo periodo, ma ho dovuto far fuori alcuni di queste (anche care) per far sì che l’album suonasse bene nella sua interezza.
Ho letto sul flyer allegato al promo che c’è un preciso significato nella musica dei The Soundbyte, una musica basata su studi scientifici riguardanti la natura fisica del suono. C’è scritto che con queste canzoni tu volevi portare suoni organici in un paesaggio sonoro digitale… cosa ci puoi dire a riguardo?
Ho sentito un sacco di musica di film negli anni passati e sono rimasto molto affascinato dall’uso di suoni diegetici che interferivano con suoni non diegetici nel mondo del cinema. Inoltre l’avanzamento della tecnologia mi ha reso possibile sperimentare molto più facilmente i punti di incrocio tra questi due mondi, mischiando suoni “concreti” insieme agli strumenti. Non sono molto appassionato dell’utilizzo di preset dei synth o di sample prefabbricati, perchè questa maniera di attaccare le cose in una composizione dà un’idea più ampia di quella che avresti ottenuto registrando le cose da te. Trovando il mix tra queste maniere di creare suoni si aumenta la “libreria” che si può usare poi per poter attaccare le cose in un processo creativo.
“Rivers of broken glass” è stato inciso in una barca al largo nel Mare del Nord. Penso che in qualche modo questo disco suoni davvero “liquido”. Ci puoi dire qualcosa su questo?
Il vantaggio di questo è stato che ho potuto usare suoni creati in un ambiente diverso da quello a cui siamo abituati nella “vita normale”. In questa maniera ho potuto mettere insieme il mio proprio “mondo sonoro”, sottolineato da melodia e ritmo.
Le canzoni sul disco sono diverse, ma hanno in comune una sensazione fredda e sofferente. Pensi di esprimerti al meglio usando sensazioni oscure?
La vita è sia alti sia bassi, e la musica è la mia droga, che uso per tenere in equilibrio questi due opposti. La stato d’animo presente nella mia musica non è una scelta che faccio. Oltre a ciò questa è la sensazione che trovo più piacevole quando creo. Lascio la scelta alle altre persone.
Una canzone che mi ha incuriosito è “Water”… l’elettronica che hai usato è un po’ “danzereccia”, sei per caso interessato a questo tipo di musica (sarebbe strano ma interessante sentire la musica dei The Soundbyte in qualche dancefloor electro!) ?
Sono molto appassionato di molti generi, ma onestamente non ho ascoltato molto la musica ballabile. “Water” è venuta fuori così, non si sa da dove, e ha preso il controllo sulla sua direzione.
Mi chiedo se vivrò abbastanza per vedere il giorno in cui potrò sentire i The Soundbyte in qualche dancefloor (ride).
Molte canzoni di “Rivers of broken glass” mi hanno fatto pensare alla musica di band come i My Bloody Valentine. C’è qualche collegamento tra loro e la tua musica? Cosa pensi di questa band e dello “Shoegaze” (penso sia una musica molto interessante poco conosciuta all’interno della scena metal) ?
Non c’è nessun collegamento, ma prometto che darò un’ascoltata a queste band (ride).
Quali artisti ti piace ascoltare? E quali pensi ti ispirino?
Al momento sono in un periodo classico, ma ascolto un sacco di band nuove. Questo perché penso che abbiano di più da offrire perché non hanno nulla da perdere e non fanno musica solo con scopi commerciali. Ogni tanto ascolto anche musica commerciale, ma solo per imparare qualche trucco per la produzione. Non è un segreto che loro hanno larghi budget di studio, e occasionalmente vengono fuori degli aspetti tecnicamente brillanti.
Sembra che tu abbia esplorato molto la tua relazione con la Natura… ci puoi raccontare qualcosa su questo?
Ci sono molte “impressioni” piacevoli nel suono che ci circonda. La maggior parte di queste le riceviamo senza conoscerle e non ci facciamo attenzione. Tuttavia se chiudi i tuoi occhi e ascolti quello che sono, allora puoi trarne ispirazione. Non esiste il silenzio totale. L’ironia è che ho dovuto registrare queste cose e portarle nello studio per dare loro l’attenzione che meritano. Sono specialmente appassionato dell’acqua per via dei suoi cambiamenti costanti, impossibili da controllare, ed ha un aspetto del tempo che sembra eterno. Ecco perché mi piace catturare un momento di questa “timeline” registrandolo e riproducendolo.
Quanto sono importanti i testi per te? Quale è il significato dei testi che hai usato per “Rivers of broken glass”?
I testi di sicuro sono importanti nella maniera in cui sottolineano la musica. I testi di “Rivers of broken glass” sono più che altro una sottolineatura dello stato d’animo che cerco di creare in ogni traccia.
Possiamo aspettarci altri dischi dai The Soundbyte o è un progetto “one shot”?
Sicuramente non è un progetto “one shot”. Al momento sto già preparando del materiale per un album. Presto ci sarà anche un singolo scaricabile gratuitamente sul mio sito www.thesoundbyte.com, per cui rimanete sintonizzati.
Avevo visto di questo “web single” e infatti te ne volevo parlare… credi molto nelle potenzialità della rete?
Penso che ancora non abbiamo visto l’inizio di questo potenziale. Il vantaggio è la distribuzione geografica e la democratizzazione della musica che si ha col web. La musica non sarà più monopolizzata dalle major.
Sembra difficile suonare la tua musica dal vivo… pensi che farai qualche concerto? Avremo la possibilità di vederti in Italia?
Sono riuscito a mettere su un live set e saremo pronti per un tour da questo autunno. Spero di venire anche in Italia, sarebbe bello incontrare il vostro pubblico!
Ci puoi dire qualcosa sui The 3rd and the Mortal? Mi è sempre piaciuta questa band, e molto tempo è trascorso da “Memoirs”… ho letto che state lavorando su un disco nuovo, ci puoi dire qualcosa a riguardo?
Ci sarà un full lenght in uscita a Febbraio di questo anno, si chiama “Project blue book” (ride).
Siamo alla fine dell’intervista. Spero che tu l’abbia gradita, adesso puoi dire ciò che vuoi ai nostri lettori…
L’ho gradita molto! Spero di incontrare qualcuno di voi quando il tour inizierà.