Come già ci aveva preannunciato Roine Stolt nella piacevole chiacchierata dell’intervista (vedi box Altri Link), durante la quale ebbi il piacere di togliermi qualche curiosità sui suoi vari side-projects (che visto il successo riscontrato definirei molto poco side-projects..), torna a farsi sentire la all-stars band The Tangent, che dalla pubblicazione dello splendido The Music That Died Alone, nulla più si sapeva e questo silenzio non ha fatto altro che incrementare la mia curiosità, o meglio, la voglia di conferme…
La band (che tanto per citare due nomi vanta tra le sue file R.Stolt e Z.Csorsz, rispettivamente frontman/chitarrista/cantante e batterista degli swedish-progsters The Flower Kings) dopo avermi affascinato e conquistato con il superbo TMTDA attraversò un periodo di silenzio, silenzio durante il quale i membri del gruppo ebbero il tempo di dedicarsi alle proprie main-bands, (cfr. Adam & Eve dei The Flower), ma dopo aver rotto il silenzio e dopo ripetuti e ripetuti ascolti di questo The World That We Drive Through sembra proprio che qualcosa sia cambiato..
Vediamo dunque di capire che cosa è cambiato..
La qualità della musica rimane indubbiamente elevata, l’esecuzione e la produzione dei singoli pezzi sono eccellenti, manca quindi (la cosa più importante?) la freschezza di idee, indispensabile requisito che ha fatto (e che fa) del precedente The Music That Died Alone il grande album che è.
Se prendiamo in “analisi” ogni singola traccia infatti la sensazione è pressappoco sempre la medesima: un’invana attesa di qualcosa che non arriva mai; probabilmente l’unico modo per evitare ciò, è entrare nell’ottica (e non è facile) che The World That We Drive Through è un album differente dal predecessore, non un brutto album sia chiaro, ma semplicemente diverso, meno prettamente “rock” e più incentrato sulle melodie sulle quali girano le singole tracks.
Si potrebbe quindi dire che saranno i fans e gli ascoltatori a decidere, se bocciare questo lato meno rockeggiante della band o se accettare questa (momentanea?) “virata” musicale che sinceramente mi ha sorpreso…e in piccola parte deluso..