Thee Maldoror Kollective: ultima incarnazione degli storici Funeral Fog/Maldoror. Un ritorno nel calderone della scena nazionale estrema confezionato in gran stile grazie ad un album estremo ed innovativo al tempo stesso: “New Era Viral Order”. Lo storico combo italico torna a far parlare di se’ grazie ad un lavoro ottimamente confezionato ed intelligentemente equilibrato. Dimenticate qualsiasi vostra conoscenza riguardo al classico blackmetal poichè il disco proposto è il risultato di un geniale mix tra l’estremizzazione tecnologica dei suoni e la cattiveria delle piu’ rudimentali forme di arte nera. Basi puramente EBM magistralmente fuse con le capacità di concepire musica perversamente premeditata. Nove brani componongono questa malsana opera costituita fondamentalmente da loop elettronici intorno ai quali i TMK innalzano un muro sonoro a base di chitarre al vetriolo, voci filtrate e sessione ritmica precisa e potente. Musica futuristica ma fortemente influenzata dalle caratteristiche estreme con cui questa band esordi’ ben undici anni fa.
Tecnicamente parlando il disco è ottimamente eseguito e le diverse sfumature concepite dall’uso così malato della voce permeano tutto il disco di una strana sensazione di disagio. Nel disco si alternano brani potenti e di sicuro impatto (“Xaos DNA Released”, “Rythmagick Disturbance”) a composizioni fortemente influenzate dalla scena noise/ambient di stampo tipicamente Cold Meat Industry (“La Fiamme Vivant”, “Epidemic Noise Age”). Ospiti d’onore su questo album gli MZ412 ai quali è stato affidato il compito di remixare un brano (“Epidemic Noise Age”) rendendolo una breve perla di noise/industrial music.
La produzione di questo lavoro è ottimale anche se in alcuni punti la musica risulta essere sufficientemente caotica (a causa degli innumerevoli elementi, strumentali ed elettronici, che la compongono) da rendere l’ascolto piuttosto difficoltoso perdendo così alcune sfumature inserite in fase di composizione. Credo che il tutto avrebbe avuto maggior consistenza se alle chitarre fosse stato dato piu’ spazio e un suono piu’ corposo (nonostante non si possa certo dire che allo stato attuale abbiano un suono “vuoto”) così da rendere la musica molto piu’ “compatta”. I suoni della sessione ritmica sono ottimi ma in fase di mixaggio si è preferito accentuare la presenza dinamica delle casse penalizzando così gli altri elementi quali rullante, tom e, in alcuni casi, anche il basso. Perfetti sono invece i campioni elettronici inseriti e l’impiego di filtri sulla voce (cantanto che a tratti potrebbe ricordare quanto fatto da Attila Csihar nei lavori dei suoi Plasma Pool).
Sostanzialmente un ottimo disco che avrebbe potuto essere addirittura meglio se la produzione avesse calibrato in modo piu’ oculato la presenza degli strumenti suonati rispetto ai loop elettronici. Ci aspettavamo molto da questo combo e i TMK non ci hanno assolutamente deluso.