Finalmente orgoglio anche del pubblico italiano, i Thunderstorm tornano con un disco maturo e completo, che li impone come inattaccabile realtà del doom europeo. Ne abbiamo parlato insieme a Fabio ed Omar. A voi il resoconto.
Ciao! Complimenti per ‘As We Die Alone’ e benvenuti su Heavy-Metal.it!
Fabio: Grazie mille x i complimenti!
Come prosegue la promozione del disco e che risposte avete ricevuto? Per ora vi mantenete soddisfatti, delusi o rimanete sulle vostre?
Fabio: Siamo soddisfatissimi del lavoro svolto e lo consideriamo come l’album piu’ maturo ed importante della nostra carriera.
Per il momento i risultati sono molto positivi, sopratutto per quanto riguarda la critica: c’e’ stato tantissimo interesse nei nostri confronti e siamo stati intervistati su tutte le principali riviste europee; niente male per una band di “semplice” doom-metal!
Per quanto riguarda il fattore vendite..beh, e’ ancora troppo presto, lo si sapra’ dopo l’estate.
Inizio subito col manifestarvi il mio entusiasmo verso questo ultimo lavoro e per la svolta che si porta dietro. Senza nulla togliere ai predecessori, l’apertura sonora ravvisabile nei nuovi brani offre un prodotto più personale e piacevole da ascoltare. Concordi con me? A cosa attribuisci questo “nuovo” modo di comporre? Maturità, voglia di cambiare o una mia errata interpretazione?
Omar: Direi che è stato tutto l’insieme delle cose che hai elencato (a parte l’errata interpretazione). Arrivati al quarto album volevamo fare qualcosa che si discostasse un po’ dai classici stereotipi del genere. Trovare qualcosa di più “ricercato”. Con questo non voglio rinnegare il passato, solo che ci sentivamo “pronti” per esplorare nuovi campi del doom. Io valuto questo genere un’ottima base su cui costruire nuove idee. Devo dire che per quanto riguarda il comporre tutto è rimasto invariato, solo che affrontiamo ogni singolo problema con una molteplicità di soluzioni. Mi spiego meglio: quando siamo entrati in studio le canzoni erano si composte, ma abbiamo sperimentato e valutato più di un’ipotesi, prendendoci magari dei “rischi”, perché in un genere come il nostro è facile andare fuori strada. Io lo trovo l’album più sanguigno dei Thunderstom e sono felice che non piaccia solo a noi, ma un po’ in tutta Europa.
Per le ragioni di cui sopra, il sound di ‘As We Die Alone’ ha meritatamente e piacevolmente sorpreso non pochi addetti ai lavori. Cosa dovremo aspettarci dai Thunderstorm del futuro?
Fabio: Nel prossimo lavoro della band sicuramente enfatizzeremo certe nuove atmosfere presenti in “As we die alone”, in maniera particolare la prima parte del cd, quella che arriva fino ad “I Wait”. Comunque e’ ancora presto per dire qualcosa di preciso, non abbiamo ancora composto una nota per il nuovo album!
Evito di farvi inventare perchè avete scelto di coverizzare proprio “Voodoo Child”. Piuttosto, è evidente che all’interno del disco si respirino vene atmosferiche che rimandano alla scena rock seventy. Mi sbaglio? Quanta importanza ha avuto l’ascolto di quelle sonorità, e dello stesso Hendrix, nella composizione di questo disco?
Omar: Ti dirò che non c’è nessuna premeditazione o chissà quale arcano. Fabio stava provando in sala prove una delle sue testate e mentre io e Attilio (il batterista) siamo rientrati dopo la pausa sigaretta, stava improvvisando “Voodoo Child”, l’abbiamo semplicemente seguito e il pezzo è uscito dopo qualche prova. Ad essere sincero penso che le sonorità di quegli anni siano presenti in tutti i nostri lavori. I 60’s e i 70’s fanno parte del nostro background è innegabile, forse è il taglio che abbiamo dato a questo disco che ne fa risaltare gli effetti. Anche questo non è stato premeditato, anzi per noi non sembra che ci siano queste influenze “settanta” così forti. questa cosa non è di certo per noi una nota di demerito, anzi! Solo che non ci aspettavamo che l’ascendente “settanta-sessanta” fosse così forte, visto dall’esterno.
Siete alla seconda release su Dragonheart. Qual è il bilancio di questa collaborazione?
Fabio: Dragonheart e’ un’ottima etichetta, seria e veramente professionale. Al momento ci troviamo benissimo e ti posso assicurare che con i Thunderstorm lavora ottimamente. Ha un’approccio veramente da grande label. Se il tuo lavoro ha delle vere potenzialita’ le sfrutta a dovere: Come tutte le etichette “serie” ha le sue bands di punta alla quale da priorita’ e a quanto pare i Thunderstorm sono una di queste. Poi conta che all’estero lavora veramente bene, soprattutto in Germania, ovvero il nostro piu’ grande mercato.
Mettendo da parte i convenevoli, è innegabile che in Italia non avete mai raccolto quanto seminato. L’atteggiamento esterofilo che indubbiamente assale il mercato italiano vi ha mai portato a sensazioni negative o ostili verso il pubblico tricolore?
Fabio: No, non ci ha mai portato ostilita’ nei confronti del pubblico italiano perche’ cio’ significherebbe anche frustrazione. Album dopo album siamo conquistando sempre piu’ pubblico e siamo sicuri che con “As we die alone” raccoglieremo finalmente parte di cio’ che abbiamo seminato in precedenza; vedremo che succedera’ in futuro!
Le soddisfazioni che non vi ha dato la cecità del pubblico italiano le avete, indubbiamente, raccolte in Germania. Che differenze trovate tra quella scena e la nostra sia in termini di pubblico che di band?
Omar Guarda di soddisfazioni ne abbiamo avute tante, ma forse quella più grossa ce la siamo presa con la gente che ci diceva: “Non andrete lontano suonando quella roba”, “Il doom è un genere passato”, “Suoni doom, ah! Ma allora non sai suonare”, “Non venderete 50 copie!”. Devo dire che la scena italiana è la stessa che negli altri paesi. Molto imputano il problema all’invidia delle bands, ma questa c’è ovunque. Forse all’estero è la sinergia tra band e supporto che fa la differenza. Dove il “supporto” non è solo il pubblico, ma anche i locali, i mixeristi e anche gli enti locali. Ma dove vanno a finire tutti i soldi per le politiche giovanili?? Mah! Le band in Italia devono capire di suonare quello che gli va e non quello che è di moda, poi “quel che sarà, sarà”, ma almeno avrai fatto qualcosa che ti piace. Se imiti arriverai sempre secondo! In Italia c’è ancora un po’ di esterofilia, lo so lo dicono tutti, ma le cose stanno cambiando e sono fiducioso per il futuro. Le band italiane sono sempre relegate nel “ghetto”. Discorso a parte per le cover band: all’estero preferiscono suonare pezzi propri e le cover band sono messe in secondo piano; qua da noi è tutto l’opposto! Per quanto riguarda il pubblico devo dire che non ci sono troppe differenze, sono che noi siamo un po’ più timidi, ma con qualche birretta ci sciogliamo anche noi. Come ho già detto sono molto fiducioso per il futuro della scena italiana (fiducioso per il futuro è una frase grossa per uno che fa DOOM), forse perché qualcosa sta cambiando forse perché il metallaro moderno si spara i suoi buoni concerti all’estero e vede come vanno le cose là, allora comincia a pensare “Ma siamo solo noi i più cazzoni!”
A proposito di scena italiana. Ritengo che una delle band maggiormente sottovalutate in Italia siano i vostri “colleghi di genere” Doomraiser. Li conoscete? Cosa ne pensate di loro e a cosa pensate sia dovuto il fatto che così poco si parli di loro?
Omar: Comunque è un gruppo relativamente giovane se pensi che sono nati tra il 2003 e il 2004! Sono l’incarnazione di quello che stavo dicendo prima : suona ciò che ti piace! Loro sono così e nel loro disco si vede che non hanno paura di mostrare le loro influenze e se ne fottono delle canzoni da Hit. Per un gruppo italiano metal, ogni giorno è una lotta per la sopravvivenza, a gomitate tenti di emergere! Tutto questo è moltiplicato per due se parli di un gruppo doom, forse perché ci sono ancora dei pregiudizi nei confronti del genere, anche se ti assicuro ho sentito gruppi doom essere più coinvolgenti che altri gruppi metal. Il mio consiglio per gli ascoltatori è ascoltatevi i pezzi su internet (ogni band ormai li mette in streaming), andate a vedere il gruppo dal vivo e poi comprate il cd se vi piace. I cliché sono per gli sfigati!
Non scopro certo io che i Black Sabbath siano per voi una fonte inesauribile di stima ed ispirazione. A parte questioni musicali, quanto vi rifate a loro riguardo teatralità, atteggiamenti e modi di porvi (a parte l’occhiale a’ la Ozzy di Thunder)? E quanto per voi conta mantenere una determinata immagine?
Fabio: Hahaha (ride ndk725)…l’occhiale “alla Ozzy” non e’ voluto ma la questione e’ che senza non ci vedo una mazza! Quindi per questioni di look li uso costantemente, sia ai concerti sia nelle foto ufficiali. Non mi andrebbe proprio di fare fotosession con occhiali da vista, magari con una bella montatura da nerd (ride ndk725).
Si, comunque anche il look ha una sua importanza; non credo che la gente apprezzerebbe se salissimo sul palco vestiti con camicioni a fiori o con delle infradito, ma non bisogna andare neanche nelle esagerazioni tipo anni 80′, dove la musica era pietosa pero’ il look dei musicisti era veramente cooool!
Siete in tre ma comunque la vostra line-up ha in passato subito qualche avvicendamento. Che possibilità di durata date a quella attuale e qual è il vostro rapporto reciproco con gli altri membri della band?
Fabio: Sicuramente questa e’ la line-up di tutta la nostra carriera piu’ stabile in assoluto. A mio avviso potremmo andar avanti per sempre cosi’, senza problemi! Ma chissa’, magari in un futuro un secondo chitarrista o un tastierista, magari solo per le date live…ma parliamo di ipotesi remote, per il momento stiamo bene cosi’!
I vostri piani prossimi e futuri?
Fabio: Suonare on stage fino a quest’autunno e poi darci dentro per comporre i pezzi del prossimo nuovo album!
Come consuetudine vi lascio lo spazio per concludere come meglio credete, sperando che abbiate gradito l’intervista.
Omar: Grazie ancora per aver speso un po’ del vostro tempo per leggere le nostre cazzate!! Spero di vedervi “live” ai nostri concerti per farmi vedere com’è veramente il pubblico italiano! Fate un salto sul sito www.thunderstorm-doom.com e raccontateci come trovate il nuovo disco o per ascoltare qualche nostro pezzo se non ci conoscete ancora…if you are a Fuckin’ VoDOOM Chile!