Era il 2002 quando i Thy Majestie pubblicarono il loro secondo disco, “Hasting 1066”, e finalmente dopo tre anni circa la band palermitana torna a far parlare di sé con un nuovo album che ripercorre la vita e le gesta di Giovanna D’Arco, giovane fanciulla francese che, convinta di ricevere messaggi da Dio, riesce a persuadere il Delfino nell’assegnarle il comando dell’esercito francese per debellare le armate inglesi che imperversavano all’interno della Francia, salvo per essere poi consegnata nelle mani dei suoi nemici da parte del suo stesso Re.
I Thy Majestie hanno conquistato, sin dal loro esordio, uno spazio di favore all’interno della mia classifica musicale grazie alla loro musica ricca di riferimenti medievali e carica d’aggressività e di pathos; è con grande interesse quindi che mi appresto ad ascoltare “Jeanne D’Arc”, album che diventa ancora più curioso grazie alla presenza di Giulio Di Gregorio, il quale si ritrova con il difficile compito di sostituire un mostro di bravura che risponde al nome di Dario Grillo. La prima cosa che ovviamente è evidente ascoltando questo nuovo concept è la voce di Giulio che si rivela più aggressiva e tirata rispetto a quella del suo predecessore. Il nuovo acquisto in casa Thy Majestie non si lascia spaventare dal confronto e sfodera una prestazione canora molto buona, concentrandosi su un tipo di cantato maggiormente aggressivo e più heavy – oriented, donando ai pezzi un’impetuosa carica che si sposa perfettamente con le nuove canzoni e le tematiche da esse trattate. In generale il sound stesso della band abbandona in alcuni punti il classico power metal sinfonico per spostarsi verso un sound maggiormente heavy, caratterizzato dalla presenza di massicci riff di chitarra uniti a ritmiche cadenzate e dure come l’acciaio che si alternano a parti più veloci che ricordano i Thy Majestie dei precedenti albums.
Attraverso i dodici brani che compongono “Jeanne D’Arc” ci troviamo catapultati in mezzo ad infiniti scontri, intrighi politici e visioni mistiche: dall’intro “Revelations”, fino ad arrivare alla conclusiva “The Trial” sembra, infatti, che il tempo si sia fermato, sembra di trovarsi già sui campi di battaglia, sembra di sentire Giovanna gridare ordini a destra e a manca ma soprattutto sembra di essere tornati nel 1400. I Thy Majestie ci sparano in faccia tutta la loro classe e “Maiden of steel” rappresenta l’esatto brano per aprire un album come questo: veloce e diretta, carica di cori operistici e orchestrazioni medievali spiana la strada alla successiva “The chosen”, up tempo dall’incedere battagliero e cavalleresco, vede Giulio sfoderare un’ottima prova dietro il microfono. La band siciliana però non ci concede un attimo di tregua e arriva “…for Orleans”, brano dannatamente heavy metal, dall’andatura bellicosa e grintosa, vede un Giulio Di Gregorio assolutamente fantastico nel creare una linea melodica d’impatto ed efficace. Si entra nel bel mezzo della mischia, tra colpi di spada e di cannone, assaltati violentissimi a castelli e intricati patti politici, con la sparatissima “Up the battle” che si rivela come uno dei brani più efficaci dell’intero album: finalmente il combo siciliano decide di pestare il piede sull’acceleratore e ci regala un pezzo power metal grintoso ed efficace complice anche un ritornello magnifico che si piazza subito in testa. Ovviamente non è ancora tempo per tirare il fiato e la storia di Giovanna prosegue con le successive “The rise of a king” e “Siege of Paris” canzoni che colpiscono proprio per il personalissimo modo di cantare di Giulio Di Gregorio che riesce a donare ai brani un’aura maligna ed oscura per poi modificare il proprio stile diventando più arioso e solare durante i ritornelli fino ad arrivare alla conclusiva “The trial” che tramite i maestosi cori e gli arrangiamenti sinfonici di Giuseppe Bondì riusciamo a percepire il triste travaglio che Giovanna ha dovuto subire prima della sua morte sul rogo.
Insomma, devo ammetterlo, ero rimasto davvero spiaciuto dall’uscita di Dario Grillo dalla band ma il nuovo arrivato riesce quasi a far dimenticare il suo predecessore anche se il suo modo di cantare (impostato più su linee melodiche medio/basse ed aggressive) è molto distante da quello del bravo Grillo. I Thy Majestie si confermano ancora una volta come una della maggiori band metal italiane e “Jeanne D’Arc” è un disco da acquistare perchè ogni qual volta che i siciliani suonano sembra di tornare indietro nel tempo, in un’epoca fantastica e meravigliosa.