A trenta anni esatti dalla sua scomparsa (targata 04/12/1976), Tommy Bolin ed il suo funambolico estro chitarristico continuano ancora a far parlare di se.
Nato nel 1951 nello Iowa, il minorenne Bolin inizia a farsi notare nella scena americana prendendo le redini di un gruppo del quale, molto presto, diventa leader incontrastato e maggiore compositore. Dopo aver prodotto un paio di album in perfetto stile seventies, il giovanissimo Tommy approda, a soli ventitre anni, alla corte del gigante Deep Purple, come sostituto di lusso del fenomenale Ritchie Blackmore. Con la band inglese il lungocrinito chitarrista fa appena in tempo a pubblicare “Come Taste The Band”, accolto in malo modo dalla critica proprio per l’inclinazione funk apportata da Bolin. Subito dopo esce “Teaser”, il suo lavoro solista più apprezzato e dopo lo scioglimento dei Purple, targato 1976, Tommy rientra in america per mettere mano ad un nuovo capitolo della propria discografia senza, però, mai riuscirvi. Trovato morto in una camera d’albergo per un overdose di droghe ed alcol, Bolin porta con se tutte le speranze di quanti, all’epoca, lo riteneva il Jimmi Hendrix del futuro.
A trenta anni di distanza, dunque, la SPV (con l’appoggio del fratello di Tommy) pubblica questo “Whips And Roses 1”, primo volume di un più corposo omaggio in due episodi. Oltre un’ora di rock sanguigno e passionale recuperato da vecchie registrazioni e che, per la gioia di quanti lo conobbero ed apprezzarono, si divide in versioni alternative e brani totalmente inediti. Lo stile di Bolin, plasmato sui maestri del tempo (Hendrix, Beck, Page, Clapton), emerge comunque in maniera dirompente proprio in virtù di una personalità di fondo eccezionale. Funambolico ed eclettico al contempo, Tommy Bolin fraseggia con disinvoltura sia su territori funk che progressive, senza dimenticare la sua passione snaturata per il soul.
Un omaggio sentito. Un tributo dovuto, in attesa del secondo volume…