E\’ da tanto che seguo i SevenGates, gruppo alquanto sfortunato dal punto di vista delle pubblicazioni, poco supportati dalle etichette fino all\’arrivo della Ice Warrior Records che ha creduto in loro pubblicando il loro album di un po\’ di anni fa.
L\’etichetta crede tanto in questi ragazzi che non ci ha pensato due volte per pubblicare il lavoro solista di uno dei due chitarristi, Tommaso Vitali, quì rinominato inglesizzando in Tommy Vitaly. Vitaly non si dà per vinto, vuole che la sua musica venga ascoltata dai tutti i metallari, o meglio da tutti i power devastati come me in particolare. Questo Just Me non è solo il frutto dell\’amore per il power sinfonico orchestrale di vitaly ma è un esempio lampante di quanto il nostro sia bravo con la sei corde, ma anche le tastiere, scrivendo degli autentici pezzi da novanta di metal di chiara e ispiratissima matrice neoclassica, che tanto ispirò Malmsteen prima, e tutti i suoi cloni dopo.
Vitaly indubbiamente prende tanto dallo svedese nel modo di suonare e di porsi, anche nelle foto, ma ne è solo un aspetto; Eternal è ad esempio un brano pianistico di rara bellezza così come Air prende direttamente da Bach in chiave chitarristica. Assolutamente da 10 e lode il lentissimo e struggente giro portante di Passion, un vero must del mio lettore da mettere accanto a Cryin di Malmsteen. Altri grandissimi pezzi sono sicuramente i powerozzi Ready To Die, un misto tra Maiden e Gamma Ray, con un ritornello che resta in testa e non ti lascia più, l\’aggressiva The Fury che più neoclassica non si può, l\’helloweeniana Fly High, Touch The Sky, semplicemente strepitosa che non fa rimpiangere le zucche degli esordi dei due Keeper.
Nell\’album troviamo svariati ospiti, o come parte effettiva del gruppo da Torricini a Vikstrom e Rhino, a mere partecipazioni di David Shankle, Vitalij Kuprij e Mystheria.
Per essere il primo album solista del nostrano Tommaso c\’è da ben sperare per il futuro; finalmente un potenziale guitar hero nostrano. Scusate torno a riascoltare l\’album.