Quindici anni di storia, cinque album pubblicati più un live. Direi che come inizio non c’è male. I Torture Squad sono una delle band più interessanti e di successo della scena estrema brasiliana. Si sono fatti conoscere in Europa grazie soprattutto alla vittoria del concorso “Metal Battle” del loro paese che li ha fatti partecipare in qualità di rappresentanti del Brasile al Wacken del 2007, e li ha visti uscire trionfanti anche nella fase finale. Però, finché sono in grado di pubblicare dischi come questo “Hellbound”, le lodi sono più che giustificate. Uno dei prodotti di thrash metal a tinte death più interessanti di questo 2008. E già qui potrei fermarmi.
Un album letale, cattivissimo e tiratissimo, un vero e proprio pugno sui denti o, se preferite, sullo stomaco. Pensate a dei Kreator ancora più arrabbiati, che aggiungono al loro classico speed thrash degli inserti death metal velocissimi e avrete un’idea di ciò che propongono i Torture Squad. Impossibile tenere la testa ferma. Per capirci, provate ad ascoltare la stupenda “Twilight For All Mankind”. Parte con un ritmo quasi tribale con una chitarra acustica, per poi snodarsi in una lenta e cadenzata parte iniziale, che sfocia in un maledetto riff di chitarra dapprima lento e poi ultra veloce, con tempi di batteria che in alcuni momenti raggiungono il blastbeat. L’urlo che separa la parte lenta da quella veloce è veramente qualcosa di enorme, da far raggelare il sangue nelle vene, degno del miglior Tom Araya.
Menzione particolare anche per la scelta dell’intro, molto marziale, che prepara alla bellissima “Living For the Kill”, perfetto esempio di thrash metal suonato con gli attributi. Non una caduta di tono, nessun brano sotto la media nè tantomeno alcun filler inutile.
Se cercate un prodotto capace di farvi saltare sul letto facendo air guitar di continuo allora fermatevi, l’avete trovato!