La sigla TRW non è altro che l’acronimo costituito dalle iniziali dei membri di questo trio, ovvero Michael Thompson, Mark Williamson e John Robinson, musicisti con un bagaglio di esperienze e collaborazioni da fare impallidire chiunque (Michael Jackson, Celine Dion, Phil Collins, Barbra Streisand, Christina Aguilera, Madonna, Jennifer Lopez, Eric Clapton per citare gli artisti noti anche ai sassi). Con simili nomi nel passato dei tre ci aspetteremmo subito un disco di altissimo livello e anche facilmente fruibile, cosa che puntualmente accade in verità, nonostante “immediato” non sia certamente per “Rivers Of Paradise” uno degli aggettivi più appropriati e probabili.
Non dovendo dimostrare niente a nessuno nè avendo l’obbligo di convincere fin dal primo giro gli ascoltatori più pigri, Michael Thompson e compagni ci regalano infatti un disco dalle forti tinte blues e perfettamente radicato nella tradizione rock americana, molto sentito e sincero, che mostra però il meglio di sè alla distanza svelando lentamente i suoi piccoli segreti e lasciandoci progressivamente sempre più soddisfatti. Se infatti sono i brani più diretti a fare subito breccia (la titletrack, “Indiscretion”, “One Good Woman”) sono forse gli altri che lasciano più il segno, come l’ammaliante “Hold On”, la “spigolosa” “Gonna Be Some Changes”, la ballad di classe “Only A Letter” o la strepitosa accoppiata finale, brani che mostrano grande raffinatezza, doti di songwriting francamente di un altro livello e tre musicisti veramente impressionanti.
“Rivers Of Paradise” è in soldoni un disco di classe, adulto, da apprezzare e gustarsi lentamente, uno di quei dischi che si fatica davvero a togliere dal lettore. Chi ha voglia di facili emozioni o di essere strapazzato si rivolga altrove.