A volte, certe scelte artistiche si rispettano ma non si comprendono. Dei Type O Negative (e di P. Steele soprattutto) si può dire tutto ed il contrario di tutto, ma che album come “Bloody Kisses” ed “October Rust” non abbiano rappresentato dei veri e propri punti di riferimento per la scena doom/dark proprio no. Il loro sound, avvolgente e sinfonicamente tetro, ha ispirato miriadi di band, raccogliendo plausi e consensi almeno fino al declino artistico incominciato con lo scialbo “World Coming Down”.
Un preambolo doveroso, se rapportato alla caratura della compagine in questione, che comunque non ci libera delle molte perplessità sorte attorno a questo nuovo “Dead Again”, probabilmente l’album più contaminato e particolare che i Type O Negative abbiano mai composto. Si parte sempre da una matrice di stampo doom (i Black Sabbath rimangono il punto di riferimento della band) e si percorrono strade alternative, come quelle inerenti allo sludge ed al punk. Nel far questo, comunque, Steele e soci non rinnegano in toto la propria carriera artistica e le bellissime aperture melodiche di stampo dark trovano sempre il loro spazio all’interno del disco. Rispetto al passato, comunque, il discorso musicale intrapreso dai Type O Negative è cambiato davvero molto, evidenziando in maniera palese quanto la compagine abbia voluto sperimentare qualcosa di nuovo. Un processo che ha coinvolto anche l’ugola di Steele, in questa sede decisamente spiazzante su alcune soluzioni. Per il resto, “Dead Again” si segnala, come il precedente lavoro, per una mescolanza pressoché perfetta di brani interessanti ed altri decisamente noiosi e scontati.
Le dolci melodie di “September Sun” o i tempi rallentati della sintomatica “The Profits Of Doom” in qualche modo ci presentano una band ancora in grado di stupire e colpire nel segno, forte di un trademark sonoro ormai consolidato ed apprezzato. Del resto, però, la convivenza con altri episodi più movimentati e piuttosto piatti come “Helloween In Heaven” o “Tripping A Blind Man” è francamente deleteria per la riuscita finale del lavoro.
Continua, dunque, il declino compositivo dei Type O Negative dai quali, ovviamente, ci si aspetta lavori ben al disopra di questo sufficiente “Dead Again”.