Secondo album per i polacchi Unsun, nuovissima creatura del chitarrista Maurycy Stefanowicz il quale dopo una militanza decennale nei Vader decide di salire sul carrozzone del gothic metal. La band pubblica nel 2008 il debut album “The End Of Life” e grazie al singolo “Whispers” raccoglie numerosi consensi di critica e di pubblico. Dopo aver passato in rassegna i maggiori festival europei giunge inesorabile il momento delle conferme, ed arriviamo dunque a questo sequel intitolato “Clinic For Dolls”. E\’ sin troppo evidente l\’intenzione della band di strizzare l\’occhio se non al grande pubblico, perlomeno a un certo mainstream inquadrabile nel filone gothic commerciale. Si tratta di un disco rigorosamente studiato in fase di produzione, caratterizzato da pezzi molto orecchiabili che attingono a piene mani dal repertorio di Within Temptation e After Forever ma senza disdegnare sonorità più moderne. A dispetto delle buone intenzioni però le conferme tardano ad arrivare. I brani di “Clinic For Dolls” regalano ben poche sorprese, sia in termini di innovazione che di efficacia. Un pò poco per una band desiderosa di emergere in un genere così ostico come il gothic. Un\’occasione persa anche per l\’inconsistenza dell\’immancabile voce femminile che per quanto tenti di variare registro rispetto ad artisti del calibro di Simone Simmons o Tarja, si ricorda solo per il fastidioso effetto fanciullesco e di dubbio gusto che conferisce ai brani (vedi la ballad “The Last Tear” le ultime due tracce). Tirando le somme ci troviamo davanti ad un disco appena discreto destinato forse agli instancabili adulatori del gothic più commerciale e insipido. Ci sarebbe poi da spiegare che il gothic è un\’altra cosa (Paradise Lost, Moonspell, My Dying Bride), ma questo è un altro discorso.