Dopo aver visto Dan Hauser utilizzare un basso a sette corde al Summer Tour Slaughter 2010 insieme ai VEIL OF MAYA, Misha Mansoor già produttore esecutivo dei Periphery, ha deciso senza pensarci due volte, di azzardare la produzione del nuovo disco di questa band esplosiva nata in quel di Chicago. Mossa azzardata et voilà come per incanto, immediatamente assorbita da una miriade di successi clamorosi uno dopo l’altro facendo rimanere di stucco tutti coloro che li avevano dati per finiti dopo lo splendido [id] del 2010 e che mai avessero immaginato che i Veil Of Maya arrivassero a concludere un altro pregiato album alle porte del 2012.
“Eclipse” è uscito il 28 febbraio 2012 ed è stato prodotto in studio dalla Sumerian Records, casa discografica degli “I See Stars band” di cui farà uscire il disco prossimamente nel corso di quest’anno. E’ un album che contiene 10 tracce in cui viene senza dubbio notata la crescita musicale a livello tecnico dei musicisti. Un disco che sa un pò di concept e un pò di storia antica, non per altro Veil of Maya sta per “Velo di Maya” , dicitura coniata dal filosofo Arthur Schopenhauer nel suo libro concettuale “Il mondo come volontà e rappresentazione”, si intende quindi diversi concetti metafisici e gnoseologici propri della religione e della cultura induista e ripresi successivamente anche da vari filosofi moderni. Arthur Schopenhauer, nella propria filosofia sostiene che la vita è sogno sebbene questo “sognare” sia innato (quindi la nostra unica “realtà) e obbedisca a precise regole, valide per tutti e insite nei nostri schemi conoscitivi.
Con questa ideologia la band propone un intro come apertura di “Eclipse”, vale a dire “20/200” che ci accompagna fino al secondo brano “DIVIDE PATHS” che a sua volta piomba come un masso nel circolo dei brani che si riascolterebbero di continuo con un repeat inserito digitalmente nello stereo. La terza traccia “PUNISHER”, infligge il desiderio di cambiare maschera e di voltare pagina rispetto al precedente [id]. Un brano ricco di effetti sonori rappresentati da una tastiera e sicuramente da un sinth, che predispongono le basi per continuare la scaletta con la terza traccia che si collega a “Punisher” senza darci un attimo di respiro. “WINTER IS COMING SOON” esplode come un martello pneumautico sui blast-beat da sperimentazione che ci regala Sammy Applebaum con la sua tecnica rinnovata e resa ancora più precisa inserendo dei gradevoli intermezzi melodici che condiscono il brano rendendolo forse il migliore della scaletta “Eclipse”. Stessi effetti utilizzati per “THE GLASS SLIDE” e per “ENTER MY DREAMS” rispettivamente quinto e sesto brano in cui ci offrono anche degli spunti di prog e di death metal tecnica resa possibile grazie alla modalità di cambiare il timbro di growl che sfodera Brandon Butler, per altro in forma smagliante. Raggiungiamo poi “NUMERICAL SCHEME”, pezzo numero sette, in cui viene inserita nuovamente la tastiera e gli effetti sonori per dare vita a un testo che a suo dire ha a che fare con gli schemi di numerologia Maya appunto. Effetti sonori che ci accompagnano anche nell’ottavo brano “VICIOUS CIRCLE”. E’ nelle ultime due tracce “ECLIPSE” pezzo totalmente strumentale e “WITH PASSION AND POWER” che riusciamo a godere in pieno dello stile che ci regalano i quattro giovani Veil Of Maya.
Questo album fa scaturire il pieno potere delle facoltà musicali che hanno ottenuto Brandon e soci nel corso di ben cinque anni di produzione, permettendoci di scegliere quale disco tra [id] e quest’ultimo possiamo definire “Il migliore lavoro in assoluto”. ECLIPSE è un lavoro che farà sicuramente discutere la critica metal, sia per gli effetti sonori rappresentati in diversi brani mescolati al deathcore che per la riuscita effettiva dell’intera produzione del disco. ECLIPSE si dimostra comunque di pregiata registrazione e senza un minimo di distacco che possa annoiare l’ascoltatore in primis offrendogli un notevole contributo di una nuova ricerca entusiasmante di nuovi suoni da abbinare al deathcore.