La storia ed origini dei Vicolo Inferno sono in realtà molto più antiche di quel che si possa pensare. Se ufficialmente la band si compone nel lontano 2004, le ispirazioni che fanno esplodere la loro voglia di imbracciare certe “armi” (più precisamente strumenti) e trasformarsi cantori di passioni, rabbia e malinconia romantica fonda le sue radici in una storia cinquecentesca.. Amori proibiti, duelli e lotte tra famiglie trasformarono in un teatro di sangue un noto vicolo imolese intitolandolo così Vicolo Inferno, a motivo proprio di quei tristi scenari. Così i Vicolo Inferno intraprendono il loro cammino prendendo in prestito il nome di quel vicolo e ispirandosi ad un hard rock, modern metal e hard pop creano dopo nove lunghi anni di gestazione il full length Hourglass.
Igor Piattesi, cantante del gruppo, si trasforma in un cavaliere moderno che in sella alla sua moto racconta le più svariate emozioni attraverso un viaggio ora più accelerato e rombante , ora più moderato, o melodico , fermandosi ogni tanto e raccogliendo la sua rabbia in un crogiolo sensibile, riflessivo e malinconico.

La partenza di Hardesia è piena di carica avvincente, dritta a una meta che può essere quella di cancellare un passato spigoloso e travagliato o semplicemente quella di sentirsi liberi di comporre e arrivare dritto al punto: quello di mirare al piacere di chi ascolta, immergendosi in linee hard rock che ci fanno correre veloci sino alla title track che con un intro hard rock, mantiene una linea più pacata ritmicamente rispetto alla precedente, ma che non smentisce la sua rocciosità. Ci trasciniamo in Tombstone, nel bel mezzo di un deserto e clima western con tanto di scia fischiettante, che ci catapultano in una improvvisa impennata hard rock/pop. Proseguiamo con Dangerous Dreams che come una ventata fresca e leggera scaccia il clima afoso e soffocante del deserto western da cui siamo appena usciti (applauso grandioso per Campoli che per me con la sua chitarra è il regista di questo album, riuscendogli a dare una personalità oltre che credibilità non indifferente, come pure il lavoro alla batteria che ritengo assolutamente ed abilmente portante per il disco).
Con la stupenda e sognante In Your Red ci fermiamo a contemplare un orizzonte infuocato dopo tanto cammino in sella a questa fantomatica moto, presi dalla morse di rabbia, malinconia e ricordi… ed ora che succede? Il tramonto è calato per lasciare posto ad una ‘fredda luna’, Cold Moon per l’appunto. La notte deve essere davvero una buona consigliera per i Vicolo Inferno che in questa track danno prova della loro bravura comunicativa in quanto a carisma rock e potenza che sprizzano davvero da tutti i pori, oltre che a una buonissima dose di coinvolgimento, per poi passare al pezzo che per mio modesto parere mi fa dare quasi il massimo dei voti al disco : Hanging on the Blade. Travolgente, incandescente, misteriosa, con toni molto più pericolosi e oscuri, ma soprattutto difficilissima nell’ interpretazione, non solo vocale, ma anche strumentale. Il lavoro che si compie in questo pezzo lo fa decretare come in assoluto migliore e meritevole di poter pensare che questi anni sono serviti a poter produrre qualcosa di valido.

Proseguiamo con la classicamente energica, ed anche in questo caso non facile, Stonering, dove i riff non si sprecano ma sono dei carburanti ottimi per continuare il nostro viaggio con la band attraverso il disco. Giungiamo alla toccante Earthquake per finire in canonicità con Lipstick che racchiude il meglio di un Aor sentimentale ma spensierato e arioso, insomma un finale positivo che ben ci fa sperare per questa band. Li definisco degni eredi di Bon Jovi, Areosmith, Ac Dc e Jaded Heart per citarne alcuni, ma li considero capaci di evolversi ancora di più. L’importante è non farsi travolgere troppo dalle emozioni o dai risentimenti o dalle problematiche, continuando a correre su quella moto.. o far scivolare completamente il contenuto di quella clessidra per capovolgerla e ripartire alla grande, come hanno appunto dimostrato ora con questo album di tutto rispetto. La benzina , intesa come passione per la musica, che hanno scelto o forse hanno atteso accuratamente e pazientemente in nove anni , è molto potente , nutrendo così felici aspettative per il futuro.

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