Ci sono creature strambe, oscure, che hanno il pregio di riuscire ad incantare con i loro toni cupi fatti di grigio e nero. Incantano mostrando con crudezza il lato più oscuro dell’uomo, le sue paure e i suoi deliri, come uno specchio. Sogni che si dissolvono portando con se gioia e speranza, uomini ormai sconfitti dalla vita che cercano l’aiuto di un dio ormai sordo e inerme, guerre senza fine e senza logica (ma quale guerra ha logica?).
Su questo scenario si muove la nuova creatura dei nostri Void Of Silence, “Human Antithesis”, una creatura nera come la pece e, soprattutto, realista. Non a caso il colore prevalente dell’artwork è il nero contornato da foto in verde (speranza….) dalle tonalità ormai sbiadite e sfocate (…. che svanisce) che raffigurano ruderi, soldati e, dal gusto sempre toccante e romantico-decadente, statue.
A recitare, questa volta (come fu preannunciato) troviamo la voce stupenda del nuovo arrivato Nemtheanga (già con i grandiosi Primordial); una prestazione superlativa che riesce ad offuscare il seppur ottimo defezionario Malfeitor Fabban regalandoci spesso brividi di pura emozione.
Avete voglia di ascoltare un disco che riesce ad entrare diritto al cuore tingendolo di nero? Riuscireste a sopravvire all’ impatto? Se si lasciatevi letteralmente violentare da “Human Antithesis”.
Una manciata di secondi è sufficiente a colorare l’aria di nero, a rendere reali e visibili i sentimenti dell’uomo sotto forma di demoni malvagi, punitori e liberatori.
Una voce inquietante, dei lugubri suoni di synth, una chitarra acustica ed una elettrica ne danno colore e forma. Un cantato a tratti narrante, a tratti sofferente ed epico, a tratti maligno e laceranto ne dona la parola. Ed è proprio qui che risiede la bravura dei Void Of Silence: riescono a dar vita alla musica. Che sia paura, che sia angoscia, che sia terrore, che sia morte o dolore non fa alcuna differenza, grazie ad essi tutto prende vita proprio nel momento in cui tutto è morto.
La mastodontica suite iniziale che da sola varrebbe l’acquisto dell’album (dai testi stupendi) e gli altri tasselli che compongono questo mosaico rappresentano ciò che di meglio la musica italiana ha partorito negli ultimi anni. Chiamarlo black-industrial-doom-ambient-ritual-ecc…ecc…. o chiamarlo semplicemente “avantgarde” può dire tutto e non dire nulla (basta con queste inutili classificazioni!). La loro musica fatta di sintetizzatori, fatta di rumorismo, di marce marziali, di ampi spazi ambient, di rallentamenti doom non è accostabile a niente, vive in una sua dimensione lontano da tutto e tutti.
I Void Of Silence sono ciò che erano e saranno ciò che sono. La creatura dei Void of Silence è nata per percorrere ed osservare, quasi con distacco, i labirinti della mente umana.
Che senso ha tutto ciò? A voi il compito di scoprirlo…..