Attendevo con una certa impazienza il secondo lavoro dei polacchi Votum dopo il promettente debut “Time Must Have a Stop”. Purtroppo, come spesso accade alle band su cui poggiano tante rosee aspettative, il risultato è il classico disco di transizione. “Metafiction” è infatti un lavoro molto diverso dal suo predecessore; se il primo disco era una felice espressione di prog dalle tinte oscure cui non faceva difetto una buona dose di immediatezza, con questo nuovo lavoro il gruppo sembra avere scelto in maniera netta la via della sperimentazione; una via che, talvolta, porta irrimediabilmente chi la percorre ad impantanarsi. “Metafiction” potrebbe piacere a chi ha come ragione di vita gli ultimi Anathema e i Porcupine Tree sebbene i brani non trasudino la carica emotiva tipica dei fratelli Cavanagh, né tantomeno l’estro compositivo di Steven Wilson.
Fatta eccezione per la ariosa “Glassy Essence”, tutto il disco gioca su atmosfere notturne e ipnotiche, spezzate di tanto in tanto da una provvidenziale esplosione di elettricità; niente ritmiche incalzanti, nessuna improvvisa ripartenza nè tantomeno i binomi chitarra/tastiera che avevano caratterizzato “Time Must Have A Stop”. “Metafiction” è a tutti gli effetti uno di quei dischi sospesi nel tempo e nello spazio, l’ideale colonna sonora nelle notti d’estate passate in campagna, seduti in terrazza a scrutare il cielo.
Potenziale carta vincente anche in chiave futura è la prestazione di Maciej Kosinski, che, pur senza scomodare i mostri sacri del genere, compie un significativo salto di qualità rispetto al primo disco in termini di espressività.
Riff di chitarra ipnotici, assoli sognanti, tempi simil jazz, evocativi tappeti di tastiera sono gli ingredienti principali di un disco con cui la band traccia pochi punti di riferimento, lasciando intendere di essere comunque orientata ad una ulteriore evoluzione.
E’ davvero difficile dare un giudizio netto su un lavoro come questo perchè, diciamo la verità, i Votum appartengono a una corrente che mantiene sempre e comunque un forte fascino; difficile capire se un lavoro tanto sofisticato avrà vita lunga, se verrà amato o dimenticato, compreso o ignorato. Diamo atto alla band di avere molte idee in cantiere: si tratta solo di svilupparle bene e senza fretta. Non siamo sicuri che il tempo debba fermarsi o meno, ma senza alcun dubbio sarà dalla loro parte ancora per un pò, in attesa dello scossone decisivo.