C’è chi sceglie di trascorrere le vacanze con la morosa in riva al mare, chi di scarpinare per ore in montagna alla ricerca della tranquillità più assoluta, chi semplicemente sogna di potersi alzare a mezzogiorno e leggere la Gazzetta dello Sport all’ombra con una birra gelata al suo fianco… sono molti i modi che possono essere utilizzati per trascorrere le poche settimane di ferie che i ritmi lavorativi frenetici della nostra società concede. Oltre a quelli sopra citati però ce n’è un’altro condiviso da 75.000 o forse più metalheads: si chiama WACKEN OPEN AIR, e da 22 anni segna in modo profondo l’estate heavy-metal mondiale.
Un faro potrebbe essere definito: un faro per organizzazione, comunicazione, dal bill sempre assolutamente un passo avanti agli altri festival del mondo (che pure sotto l’ombra del W:O:A: stanno crescendo di livello ed importanza) e perfetto quasi in ogni aspetto.
No, nemmeno quest’anno non abbiamo potuto resistere al suo richiamo, e così Dani “Hurricane” Gaia e il maestro Luca “Lucky” Ciuti, esperto di ogni sfaccettattura del mondo metallico e non solo, e guida imprescindibile ormai navigata del festival viste le numerose partecipazioni, si sono imbarcati in una nuova avventura all’insegna del metallo vero e genuino, concedendosi una settimana di puro godimento nel profondo nord della Germania.
Una settimana, perchè l’organizzazione del Wacken è già operativa dal sabato precedente il festival, aprendo ed accogliendo tutti coloro desiderino giungere prima per accaparrarsi i posti migliori in campeggio o semplicemente per chi desidera vivere a pieno il sapore unico che solo questo festival porta. Già, perchè credo sia davvero unico nel mondo vedere un’intera città che vive un festival di queste proporzioni non solo come manna dal cielo dal punto di vista economico (ricordiamo che fino al mercoledì tutti i tantissimi stand interni all’area concerti sono chiusi e pertanto i fans si riversano nei piccoli negozi della cittadina, nei suoi pub e ristoranti, per non parlar di hotel…), ma come una vera e propria festa di paese, con i bambini per la strada che giocano con i metalheads, e addirittura li sbeffeggiano giocando a centrare i finestrini aperti delle auto che passano con i liquidator ad acqua, sospinti dai genitori che si godono la scena e tra gli applausi degli spettatori occasionali, oppure con intere famigliole che, armate di tappi per le orecchie, si mescolano alla folla sotto i palchi con i bimbi alla loro prima esperienza musicale tenuti sulle spalle a fare le corna come fanno “i grandi”, o addirittura inventandosi un bar per la colazione con palco e dj set heavy-metal senza compromessi, con il risultato di far passare a noi e chi come noi ci finisce per caso dentro una delle più belle mattine dell’intera settimana, con gente che balla sui tavoli, headbanging sulle tazze di caffè e cori spropositati su Rammstein, Maiden, Manowar, Twisted Sister e chi più ne ha più ne metta.
ORGANIZZAZIONE: eh, forse quest’anno non si può dare il 10 e lode ma solo…. il 10! Perfetta come sempre, con il fans che viene riverito in ogni singolo particolare: un metal market con centinaia (e dico centinaia) di stand, campeggi forniti di bagni chimici, docce e bagni in muratura a pagamento (0,50 cent i bagni, 2,00 € la doccia) puliti dopo ogni “passaggio” e sempre come nuovi, stand gastronomici e della birra a perdità d’occhio, stazioni wireless anche negli angoli più remoti del campeggio. Non basta? Aggiungiamo sicurezza mobile su quad e auto, un’area per coloro che, ubriachi o altro, non ce la fanno a tornare in tenda e munita di spazi per dormire, oppure spettacoli collaterali che vanno dal wrestling al contest per miss maglietta bagnata, fino allo spettacolo degli orrori e lotte nell’olio di graziose e conturbanti signorine… e poi vichinghi in combattimento perpetuo, centinaia di figuranti in abiti medievali che girano liberamente tra la folla per tutta la durata del festivaL E TANTO ALTRO ANCORA… e allora perchè non la lode anche quest’anno? Perchè, cosa più unica che rara nella storia del festival, alcuni problemi tecnici hanno pesantemente condizionato un’ esibizione, purtroppo una delle più attese, quella degli Helloween… ma ne parleremo in seguito. Per il resto, da 1 a 10, il voto è sempre 11!
E poi c’è la grande protagonista, la musica: un bill di centinaia di band, divise tra 4 palchi , con orario dalle 12 alle 3 di notte continuato e SENZA SOSTE, e con nomi da far venire la pelle d’oca solo al pensiero. E allora per una volta permetteteci di prendere esempio dalle riviste di calcio che tanto amano spezzettare gli articoli e giudicare i singoli giocatori piuttosto che la squadra e per scendere nei dettagli di questa edizione 2011 del festival, divideremo anche noi le band viste (ovviamente purtroppo solo piccola parte di tutte quelle presenti) in base al… risultato!
UNICI, IMBATTIBILI, EPICI E PRATICAMENTE PERFETTI: in questa categoria dobbiamo mettere quattro concerti che da soli, credete agli scribacchini, sarebbero valsi il prezzo del biglietto. Trattasi in primis dei BLIND GUARDIAN, giunti con una pesante responsabilità al Wacken, quella di prima superband a suonare sui palchi principali, e già annunciati addirittura nel corso dell’edizione 2010. Per loro un’ora e mezza a disposizione, ora e mezza che è bastata a conquistare i 75.00 sotto il palco (non credo di aver mai visto così tanta gente sotto un palco del WOA), in uno show che, a parte le 3 nuove song estratte dal recentissimo “At The Edge Of Time” , ha sparato alto con tutti i grandi classici della band, nessuno escluso, con tanto di fumi altissimi e fiammate infuocate a creare atmosfere ancora più incandescenti di quelle che già la sola musica e personalità di un Hansi in grande forma anche vocale già di per se donavano. E allora ecco “Fly”, ormai classico live, “Miror Mirror”, “Valhalla”, una grandiosa “Nightfall” cantata proprio nel momento in cui il sole scendeva dietro i monti e l’intera area concerti era avvolta da un colore arancione-rosso quasi aritificiale tanto era inverosimile, e poi “Lord of the Rings”, cantata da tutti i presenti a squarciagola, fino alla mezza sorpresa di una lunghissima (9 minuti) e bellissima “Majestic”, fino alla grande icona del combo, quella “Bard’s Song” che è a tutti gli effetti una delle ballate più famose della storia metal. Un concerto vissuto, con in grande spolvero tra i componenti della band soprattutto il batterista Frederik Ehmke, vero propulsore del sound della band e ormai perfettamente integrato nell’alchimia magica che rende unici i bardi, in uno show dalla incredibile partecipazione del pubblico e davvero unico.
JUDAS PRIEST: lacrime? forse non basterebbero nemmeno quelle a descrivere le due ore e un quarto dedicate ai Priest. Uno spettacolo senza alcuna sosta, in cui i riff semplici e decisi della band conquistano tutti i partecipanti a questo “rito sacro” che è il loro concerto,di una perfezione sonora come credo di non aver mai sentito in vita mia (e si parla, in ogni caso, di una persona che i concerti li macina da anni in abbondanza), senza una sola nota fuori posto, con un Metal God Rob Halford in forma incredibile sia di voce che fisica, e con quattro musicisti alle spalle che senza tanti salti, urla o pose da star riescono a tenere gli occhi del pubblico incollati al palco, sciorinando brani quali Painkiller (subito dopo uno spettacolare drum solo), “Metal Gods”, “Turbo Lower”, “Nostradamus”, fino alla famosissima “Breaking the Law”, cantata non da Rob ma dal pubblico, a sancire uno show davvero memorabile.
MOTORHEAD: ma cosa prendono questi tre per poter essere sempre così in forma e regalare ogni volta qualcosa in più rispetto a tutti gli altri che nella loro ombra e nel loro solco s sbattono per creare musica al loro livello? Difficile da dire, fatto sta che dopo la già imperiale prestazione al nostrano Sonisphere, i tre regalano a Wacken e ai tantissimi fans in adorazione (quanti emuli di Lemmy sotto il palco) il consueto show genuino, senza soste e diretto, con grande iterazione con il pubblico, le solite frasi ormai entrate nella leggenda (guys, we are Motorhead, and we play Rock Fucking Roll) e sorpattutto una musica certo mai porticolarmente varia ma sempre coinvolgente e carica di adrenalina, con i tre che si ritagliano a tratti il loro spazio (mostruoso il consueto drum solo di metà concerto di cui Lemmy si era completamente dimenticato), il guitar solo prima del trittico finale che ha regalato un’altra canzone che si sarà sentita a chilometri di distanza tale era l’urlo del pubblico(Aces Of Spades), Overkill ma soprattutto “Bomber”, che dopo le consuete sirene ha lasciato a bocca aperta il pubblico poichè sullo stage è giunto senza preavviso niente di meno che un aereo bombardiere carico di luci!! Incredibile al Wacken! Grandissimi, senza paragoni, pietra miliare del Metal e del Rock in generale.
AVANTASIA: simpatico o no, Tobias Sammet ci sa fare con la musica, ci sa fare davvero, ed essere riuscito a sfornare in pochi anni 5 e dico 5 album del progetto Avantasia senza che nemmeno uno di questi si possa considerare non all’altezza piena della fama del progetto ne è la prova. Ma quello che questo ragazzo è riuscito a fare con i due tour di Avantasia stessa ha davvero dell’incredibile per non dire del miracoloso. Riunire sullo stesso palco personaggi del calibro di Bob Catley, Michael Kiske, Kai Hansen, Jorn Lande, Amanda Somerville, e farlo in questo modo, cioè con ognuno assolutamente partecipe e felice del progetto (incredibile come tutti cantino, ridano, si divertano sul palco nonostate l’incredibile professionalità e bravura mostrata in ogni istante del concerto) è davvero unico. E poi c’è lui, l’ideatore, l’anima di Avantasia, con la sua voce strepitosa e il suo carattere scanzonato, che tiene le fila di un concerto che scorre via tra hit prese a due mani da tutti e cinque i lavori fin qui pubblicati, e che ad uno ad uno ringrazia e saluta tutti gli amici sul palco, rendendi spesso lui stesso poco protagonista proprio per lasciare il massimo spazio a tutti gli altri. Qualità musicale senza precedenti, song trascinanti e che in Germania sono state tutte hit da classifica fanno il resto, per un concerto davvero memorabile. E il confronto con gli Skyline, apertura ogni anno del Wacken, e altra super band composta da gente del calibro di Doro, UDO; Onkel Tom ecc.. proprio non esiste.
CONFERME: per fortuna tantissime… il livello medio del Wacken 2011 è davvero stato altissimo, esaltante si potrebbe definire. Confermatissimi per esempio gli australiani AIRBOURNE, a tratti sembrati una one-man band tale e tanto è l’apporto visivo, musicale e caratteriale del singer, che anche questa volta ci ha messo molto del suo nell’economia del concerto, ripetendo (ed era quello che tutti volevano) la clamorosa arrampicara su uno dei tralicci di sostegno del palco (si parla di una ventina di metri se non di più) per suonare, a cavalcioni sul lato alto del palco, un assolo di chitarra, o aprendo numerose lattine di birra semplicemente…spaccandosele sulla testa tra il visibilio del tantissimo pubblico nonostante la tarda ora (all’una di notte).
KREATOR: loro si che non falliscono mai… concerto da headliner e grandissimo coinvolgimento per il pubblico, lanciatosi ripetutamente in circle pit e pogo forsennato, fino al clamoroso wall of death, in un crescendo di violenza musicale controllata e di corna al cielo, per uno splendido show, lungo quanto basta (1 ora) per distruggere ogni dubbio sulla tenuta di Petrozza e cosi, bravi a tirare fuori dal cilindro brani non solo storici ma anche di grande richiamo sul pubblico teutonico e non solo, che gli ha eletti da tempo, al pari o forse più dei Destruction e Sodom, reali paladini del Thrash metal europeo.
CHILDREN OF BODOM: a loro spetta l glorioso e inglorioso compito di chiudere il festival dei big… e loro non si tirano certo indietro, per nulla spaventati dal fuggi-fuggi generale scatenato da un improvviso quanto violento temporale riversatosi sul pubblico proprio durante la loro esibizione (e sfortuna vuole solo durante la loro esibizione!): i nostri, per nulla preoccupati, si lanciano nel consueto turbinio di velocità e riff di chitarra, sparando song quali “Follow The Reaper”, “Downfall” , “Are You Dead Yet” a tutto volume, con continui incitamenti al pubblico, che ha sempre risposto in maniera ottimale al buon Laiho e a tutto il gruppo, che da parte sua non ha risparmiato una sola goccia di sudore… ottimo concerto, come sempre ricco di energia, dai suoni pulitissimi e precisi, che pecca forse solo su alcuni cori (fatti dai membri del gruppo) ma nella sostanza l’ennesima conferma che nonostante le grandi schiere di giovani fans in erba innamorate dell’avvenente Alexi questo gruppo suona fottutissimo Heavy Metal, e lo fa davvero bene.
PRIMAL FEAR: poco spazio ai fronzoli e tanto alla musica… accidenti quanto sono bravi questi Primal Fear! Per loro un posto strano nel bill, sul Party Stage (il terzo dei quattro per importanza al WOA), peraltro in apertura del venerdì, alle 12.00 in punto. Eppure tutti i membri non sembrano curarsene, sciorinando in un’ora tutti i loro top, con dovizia tecnica da far impallidire ben più rinomate band, con song quali “Metal is Forever” e la veloce “Angel in Black” a far capire che il buon Scheepers nonostante il debutto solista mantiene saldissimi i rapporti con i compagni, che si muovono tutti sulle medesime corde di professionlaità e perfezione tecnica come un Panzer Tedesco… Davvero professionali, forse un po’ freddi con il pubblico ma certamente tra i migliori del festival dal punto di vista musicale.
RHAPSODY OF FIRE: vogliamo trovare un piccolo difetto agli organizzatori del Wacken? Non considerano molto l’Italia in ambito metal, poichè per il secondo anno di fila un solo gruppo italico è inserito nel bill (Golem vincitori dell Metal Battle a parte), peraltro a metà pomeriggio, ora in cui la maggior parte dei fans si dedica alle attività collaterali in attesa dell’inizio dei concerti dei big. I nostri Rhapsody of Fire meriterebbero probabilmente un posto un po’ più in alto nel running order, sia perchè la loro musica molto teatrale difficilmente si abbina con le luminose giornate tedesche, sia perchè il pubblico sotto il palco è davvero tanto e partecipe, segno che anche in Germania, Paese di grande cultura musicale ma in cui certo non mancano i gruppi, i nostri hanno fatto breccia. Lione, Staropoli, Turilli e soci ci danno dentro, la loro musica è assolutamente perfetta e la resa sonora ottima, come il coinvolgimento del pubblico, che si lascia trascinare sulle note di “Emerald Sword” e ” Lamento Eroico”, “Triumph or Agony” e tutti i grandi classici della band, con un Lione davvero in grandissimo spolvero che mostra ancora una volta come la sua ugola e personalità siano davvero imprescindibili per un gruppo che probabilmente paga a livello di reputazione live solo il fatto di aver suonato molto meno di tanti altri combo negli ultimi anni… li aspettiamo in futuro in ben altri orari!
MORBID ANGEL: sorvolati per tutta la durata del concerto da un aeroplano con uno striscione recante la scritta “I’m Morbid”, i Morbid Angel freschi di nuovo album si presentano al Wacken per non lasciare prigionieri,e ce la fano alla perfezione. Glaciali ma decisi, i nostri sparano pezzi a ripetizione, travolgendo un pubblico a tratti strabocchevole sulle note di “Nevermore” o “Chapel of Ghouls”, con il singer a gridare in growl le song sospinto da un entusiasmo che a detta dello stesso lo ha un po’ sorpreso. Grandi.
SORPRESE IN POSITIVO:
DEVASTANTI: non esiste altro termine per gli HEAVEN SHALL BURN, band che sta scalando rapidamente le classifiche di gradimento dei giovani metalheads grazie ad un sound che coniuga Death Metal e Hardcore, in un impeto di violenza e musica che solo con gli Spliknot degli inizi si era visto su disco. E proprio dal gruppo dello Iowa sembrano prendere spunto i nostri,in grado però di creare un suono personale, che crea delirio e scompiglio nel pubblico, che si scioglie sotto gli occhi dei nostri (tutti rigorosamente in divisa) in pogo estremo e nel più CLAMOROSO E GRANDE CIRCLE PIT DELLA STORIA DEL WACKEN, coinvolgendo addirittura tutte le persone presenti anche sotto il vicino palco del True Metal Stage, per un circolo che convolge migliaia di persone e che si snoda, mentre la band è avvolta dalle fiamme, tutto attorno allo stage centrale dei tecnici: qualcosa di incredibile, mai visto e difficile da descrivere a parole! da parte loro la band non smette mai di incitare i fans, fino all’estremo gesto: il singer che si getta sulla folla per fare body surfing fino a venirne risucchiato tra lo sgomento della security! Grandiosi, devastanti, incendiari e bravissimi! Una nuova probabile stella nel firmamento della musica estrema mondiale.
MORGOTH: gruppo storico, finisce nelle sorprese positive poichè tornato a suonare insieme dopo lo scioglimento proprio qui a Wacken. E gli anni certo non paiono aver minimamente intaccato la violenza e la bravura dei nostri, che forse galvanizzati anche dal grande responso a livello di pubblico e dal calore con il quale sono accolti, sfoderano una prestazione da musicisti di grande levatura quali sono e sono sempre stati. I lunghi applausi del pubblico al termine del concerto sono certamente meritati e speriamo stimolo ad una nuova lunga carriera insieme!
SALTATIO MORTIS. gruppo tedesco dedito al Medieval e Folk Metal, sono negli ultimi anni in rampa di lancio soprattutto in Germania e Scandinavia grazie ad uno stile molto molto simile agli In Extremo, meno Metal e più folk, ma sempre coinvolgente. E proprio il coinvolgimento del pubblico pare essere la maggiore attrattiva che il combo (che di certo non suona musica originale e si presenta sullo stage con il suonatore di ghironda vestito da pirata, il singer che pare un lottatore di Kun – fu e che si esalta in piroette e calci volanti e il resto della band che miscela abiti medievali, punk e pirateschi in un non meglio precisato miscuglio) offre nelle prestazioni live, riuscendo però, e qui bisogna darne atto, a far rispondere tutti, dalla prima all’ultima fila di persone, giungendo perfino ad insegnare balli popolari in cui tutto il pubblico di Wacken presente (alle 2 di notte) si abbraccia e salta insieme! Solo qui si possono vedere certe cose. Però grande presenza scenica e un concerto comunque divertente.
ENSIFERUM: restiamo in ambito folk metal ma pigiando il piede decisamente sul death come stile di fondo e sull’accelleratore per quanto riguarda i riff e la velocità con gli Ensiferum, vero must in Germania e in grado di tirare le grandi masse giù dalle brande (suonavano alle 12.00), per uno show caratterizzato dai continui cori di incitamento del pubblico, che in gran parte conosceva le canzoni dei nostri vichinghi e li supportava apertamente. Primi poghi di giornata, salti e applausi .
FREI.WILD: volete sapere il gruppo che aveva più magliette presenti tra il pubblico del Wacken? Non Blind Guardian, non Helloween, non Edguy, ma Frei.Wild, band teutonica, che canta in lingua madre e che unisce la fisarmonica e le sonorità popolari a ritornelli facili facili da cantare, in un mix di Gogol Bordello e Reiter, con il risultato di vedere 50.000 persone ballare sotto braccio, saltare a ritmo, cantare a squarciagola e muoversi con i più incredibili balli mai visti… tantomeno ad un festival metal… Musicalmente nulla di eccezionale, ma grande carisma e successo per loro.
APHYXION: dobbiamo dire che grandi soddisfazioni ci ha dato negli ultimi anni la metal battle, ovvero le migliori band di moltissimi Stati che si scontrano il mercoledì, ad inizio festival dunque. Tanti i gruppi che sarebbero da segnalare ma nessuno come gli Asphyxion: danesi, 17enni hanno devastato il WET stage con un growl senza precedenti, soprattutto per l’età, con i nostri che erano alti si e no come l’asta del microfono ma si destreggiavano tra urla alla Immortal e Cannibal Corpse, lanciando cd sulla folla, magliette, plettri e bacchette e finendo poi in prima persona sul pubblico a fine concerto… qualcosa di incredibile: grande promessa della musica, speriamo non si perdano… MITICI!!!!!
DA RIVEDERE – RIMANDATI
Due gruppi da ascrivere a questa categoria, ma per motivi differenti:
1) HELLOWEEN: sono di Amburgo, praticamente del posto, suonavano per primi il giorno inaugurale e tutti si aspettavano grandissime cose, soprattutto il pubblico strabocchevole che da decine di minuti li chiamava a gran voce. E loro sono usciti carichi come delle molle ma da subito si è capito che qualcosa non andava: i suoni erano pessimi (rarissimo a Wacken), e sulla prima song per 2 volte si è spento l’intero impianto (luci, audio, maxi schermi ecc..) con conseguente nervosismo dei nostri che in un set già di per se non lunghissimo vedevano perdersi almeno una decina di minuti, e del pubblico, che nonostante continuasse poi fino a fine concerto a cantare a gran voce tutti i singoli brani insieme ad una band che, molto professionalmente proseguiva la scaletta come se nulla fosse accaduto nonostante la tensione evidente (e giustificata), comunque non usciva soddisfatto da uno di quei concerti che erano in realtà destinati ad essere il cardine di questo WOA 2011. Bravi a non mollare, i nostri non possono però essere giudicati sulla base di questo concerto.
TRIVIUM: tantissimi cambiamenti di line-up negli ultimi tempi e stile molto cambiato dall’esordio, passando dal thrash più puro ad uno pseudo death difficile da interpretare… Da rivedersi quando i nuovi membri siano piena parte del combo, che può sempre contare sul carisma di un singer di razza ma che in questo concerto ha unito una miscelanza di generi difficile da capire, unita però ad una perizia tecnica davvero notevole.
DELUSIONI
Si diceva che le delusioni sono per fortuna poche in questo festival, il 22° dalla fondazione del Wacken, e tralasciando i gusti personali e le piccole sbavature, si possono racchidere in UN QUADRILATERO dai nomi che fanno venire la pelle d’oca:
SODOM: per loro non una bocciatura, ma suoni non perfettissimi, scaletta rivedibile e tanta freddezza non hanno creato troppa sintonia con un pubblico che nonostante tutto gli ha attesi e inneggiati. Per loro compitino svolto e nulla più, ma confronto con i Kreator davvero perso.
MAYEM: e questi chi sono? Dove sono finiti i freddi, blasfemi Mayem? Da valutare se trattasi di concerto- no o di veri problemi, i nostri suonano a metà pomeriggio (e questo li penalizza certamente) ma lo svolgimento del concerto di Wacken nulla ha a che spartire con l’incendiario ed oscuro rito svolto all’Hellfest solo poche settimane prima quando i nostri avevano addirittura portato sullo stage resti umani reali ( e per questo ora sono sotto accusa in Francia) e uno stage da brivido. Qui nulla di tutto ciò… tante pause, un solo piccolo crocifisso rovesciato a metà concerto e tanta noia, con un singer che pareva a tratti svogliato e annoiato e una band che non vedeva l’ora di finire il lavoro e andare via (avevano a disposizione 1 ora, sono scappati dopo 50 minuti). Nemmeno i vestiti erano quelli consueti usati on stage, e il concerto è pertanto stato davvero un po’ deludente… i nostri vivono ancora di musica o solo più di un’aria nera cupa che ne avvolge la storia (segnata da due componenti morti come tutti sappiamo e un’altro in carcere, oltre a un libro di denunce alto come il singer)?
OZZY OSBOURNE: no ti prego Ozzy ritirati e non distruggere il mito di quello che sei stato in questo modo! Tifo da stadio per il Madman, ma concerto da buttare. Disastro. Il caro buon Ozzy striscia i piedi, e l’uomo che un tempo faceva pensare al male solo con il proprio nome ora non sa fare altro che lanciare schiuma sulle prime file, mostrare il sedere raggrinzito (dio che brutto spettacolo) e lanciarsi secchiate d’acqua in testa per le risate (risate, ad un concerto di Ozzy!) del pubblico che ha tenuto botta fino a fine concerto solo per sentire” Paranoid”, peraltro davvero mal cantata. E quando si sparava a zero su Zack Wilde per la sua volontaria dipartita forse non si pensava al fatto che una strepitosa band avrebbe anche potuto sopperire alle croniche mancanze del singer, mentre quella attuale pur brava, non riesce assolutamente ad avvicinarsi ai livelli di perfezione e partecipazione del suddetto chitarrista, lavorando più che altro con i lunghissimi solo (di chitarra e drum) che servono tra una song e l’altra a far rifiatare il vecchio Ozzy. Il reality speravo fosse il suo punto più basso, ma questo concerto ci va davvero vicino.
ICED EARTH: mi piange il cuore, amo questo gruppo da sempre e devo dire di aver gioito (sperando in una definitiva esplosione) quando dietro al microfono giunse quell’animale da palco di Tim “The Ripper” Owens. Oggi i nostri, con un già nuovamente dimissionario (cosa è tornato a fare allora, solo a sbattere fuori Owens?) Barlow alla voce, sciorinano brani dalla forte confusione musicale, con le linee vocali assolutamente insufficienti e dalla scarsa presa sul pubblico. Statici, a parte il glorioso fondatore Shaffer che forse si sta accorgendo di quanto gli accade attorno, portano avanti stanchi un concerto in cui nulla riesce a emergere dalla normalità di un concerto qualunque, e in cui i pezzi scritti per Owens risultano davvero uno scempio fatti ora dal nuovo (e storico allo stesso tempo) cantante. Non ci siamo, che peccato… Cosa ci può consolare? Il pensiero che il posto dietro il microfono tra poco sarà nuovamente libero: ti prego John, cerca il numero di Tim!
Bene, tralasciando molto di quanto abbiamo visto (Wacken è troppo grande sotto tutti i punti di vista) non possiamo che lasciarci con la consapevolezza di aver assistito ancora una volta ad un evento senza pari al mondo, già sapendo ad un anno di distanza, che la prossima edizione sarà ancora epica, con i già annunciati SCORPIONS, AMON AMARTH, CRADLE OF FILTH, HAMMERFALL, UDO, GAMMA RAY cui si aggiungeranno centinaia di altri gruppi nel corso dell’anno… Perchè la cosa più bella del Wacken, è il Wacken!