Un album che richiede un certo impegno prima di poter scrivere una recensione.
I Warknife sono una bella realtà salentina, nata nel 2005, uscita sul mercato con un primo demo nel 2007 ed oggi arrivata al traguardo più impegnativo del primo LP.
Cosa colpisce di questo lavoro? Innanzi tutto l’innegabile energia che i nostri sprizzano da ogni poro. Ogni canzone trasuda velocità e violenza, in un ottimo e bilanciatissimo mix di Thrash e Death, con riferimenti marcati ai Trivium e in generale al Thrash targato Bay Area.
I nostri ci danno dentro per davvero, con canzoni un po’ complesse che al primo ascolto possono apparire anche difficili e poco armoniche, ma che con il passare degli ascolti prendono sempre più forma e fisionomia andando a mostrarsi per quello che sono: buone song, in cui il gruppo si mostra concentrato, coerente e tecnicamente preparato.
Il rischio in questi casi è sempre lo stesso, quello di divenire alla lunga ripetitivi, e purtroppo in alcuni frangenti i nostri cascano in fallo proprio per questo.
Ma nel suo complesso nei suoi 35 minuti il disco si può dire che scorra via abbastanza bene, tra cambi di ritmo che fanno diventare il suono generale sostanzialmente variegato, con riff potenti di chitarra, e batteria pronta a mitragliare gli ascoltatori.
Il singer mostra mezzi notevoli anche se le linee vocali non variano in maniera decisa nelle varie song, ma è ottimo per caratterizzare il sound generale della band.
Da notare a livello sonoro alcuni squarci di melodia pulita e “tranquilla” che frena l’euforia di violenza musicale dei nostri (“When All Burn”), ma è proprio nello speed che i Warknife possono trovare la loro strada anche per il futuro, perchè song come “Dream Of Desolation”, indiavolata dall’inizio alla fine, nonostante qualche provvidenzaile rallentamento, ci donano l’immagine di una band dalle grandi potenzialità, soprattutto per la capacità di miscelare con cura e gusto artistico Thrash, Speed e Death.
Un plauso va però comunque alla passione e all’impegno messo dai nostri per cercare, quà e là, di tirare fuori dal cilindro un po’ di novità, andando a caratterizzare le canzoni con piccoli accorgimenti che le rendano particolari, sintomo di un gruppo che non vuole limitarsi a copiare e stare nella scia dei grandi, ma che da loro prende spunto e parte con la carriera, con la ferma intenzione però di creare un sound proprio, che qui si vede a tratti ma che è già un segnale d’intenti. Si prenda “Dead Memories ” come esempio, dal suono di guitars agli stop an go di batteria, fino alla voce del singer più simile ai Moonspel che ai canonici Thrash Hero. Tutto ciò la rende la song più attraente del disco.
Che siano una scossa per l’ambiente metal del Sud? In bocca al lupo.