Riuscire a destreggiarsi e muoversi con maestria all’interno della discografia di Wednesday 13 è abbastanza un’impresa, visti i numerosissimi progetti e le sterminate produzioni con il quale l’eclettico artista è uscito sul mercato nel corso dell’ultima decade. Prima i Frankenstein Drag Queens From Planet 13, poi i Murderdolls con l’amico Joey Jordison degli Slipknot in veste di chitarrista, e contemporaneamente quello che è ormai diventato il suo gruppo principale, ovvero gli Wednesday 13, che hanno preso per l’appunto il suo nome. Dopo aver pubblicato un cd live abbastanza convincente, ecco che, con un ritardo mostruoso di circa un anno dalla presunta data di pubblicazione fissata a suo tempo, esce questo “nuovo” ep, intitolato “Bloodwork”. Le virgolette sul termine “nuovo” sono d’obbligo, visto che le novità su questo dischetto sono ben poche.
Iniziamo con dire che il buon Wednesday si poteva sprecare un po’ di più. Nel senso che con un mercato così saturo, già uscendo con un disco completo non è semplicissimo convincere e vendere parecchio, figuriamoci con un prodotto di così basso interesse e così scarno. Sinceramente avrei supportato di più la scelta di lasciarlo lì dov’era, cioè solamente disponibile per il mercato online, in continuo sviluppo ed espansione, senza gettare i soldi al vento con spese di pubblicazione abbastanza sprecate ben sapendo che l’opera in questione sarà acquistata solamente da chi di Wednesday vorrebbe possedere anche gli spazzolini da denti usati. Non voglio che sembri un accanimento su di lui, visto che non ho mai odiato la sua musica e anzi ne sono anche un ascoltatore occasionale. E pure io mi considero uno di quelli che vorrebbero avere tutto, ma proprio tutto quello che concerne le proprie band preferite. Ma quando si è di fronte ad operazioni di questo tipo non si può non essere critici.
Come poter essere “buoni” se gli unici due pezzi inediti, Return Of The Living Dead” e “B-Movie Babylon”, non sono altro che due songs scartate dalle registrazioni dell’ultimo disco in studio? Credo sia superfluo dare una risposta, visto che non c’è dubbio che la qualità non sia delle migliori, altrimenti sarebbero state inserite nella tracklist definitiva, non credete? Gli altri quattro brani se non servono da riempitivo poco ci manca, visto che stiamo parlando di una cover trita e ritrita, ovvero “Runnin’ Down A Dream” di Tom Petty and The Heartbrakers e uno degli inni della band, ovvero la famosa “I Love To Say Fuck”, risalente agli albori della carriera del musicista. Poi le versioni acustiche di due songs sempre tratte dall’ultimo disco, stiamo parlando di “My Demise” e “Skeleton” che hanno cambiato nome in “My Demise B.C.” e “Skeletons A.D.”.
Non è del tutto sbagliata la scelta di pubblicare un mini cd, se però questo raggiunge degli apici qualitativi almeno sufficienti. L’esempio più lampante per poter fare un paragone è il recente “Lucifer Rising” dei Candlemass, che, per sopperire all’inutilità, aggiungeva un buon numero di pezzi live alle canzoni normali per rilanciare le sue quotazioni. Qui, come ho spiegato, non succede assolutamente una cosa di questo tipo, e si va a cadere irrimediabilmente nell’anonimato più profondo.
Che dire per concludere? Credo il giudizio finale di questo ep si possa già dare leggendo quello che ho detto finora. Ripeto il fatto che a meno che non siate dei fan maniaci dell’ artista non troverete nulla di nuovo su questo cd, meglio piuttosto, se ancora non lo conoscete, che vi procuriate i full-length che ha pubblicato finora, specialmente quelli dei Murderdolls, a mio parere le cose migliori che abbia mai composto. Aspettiamo inoltre l’uscita del prossimo capitolo in studio per poter avere una panoramica più ampia sul futuro di Wednesday e della sua band.

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