La rinascita di un genere come l’AOR o, più in generale, l’hard rock melodico, sta avvenendo in maniera massiva in questi ultimi tempi grazie a grandi nomi che tornano alla ribalta con dischi di ottima fattura (Journey, Night Ranger e mille altri), ma anche grazie a glorie riscoperte o collaborazioni che portano alla luce piccole gemme di indiscusso valore. È quest’ultimo il caso del disco oggetto di recensione, il quale porta la firma di Peter Friestedt e Joseph Williams, rispettivamente songwriter di lunga data ed ex membro dei Toto.
Williams/Friestedt è un lavoro caratterizzato da una buona varietà dei brani, da una lunghezza forse eccessivamente ridotta e da un appeal più vicino al pop che al rock. Detto ciò, va considerato l’aspetto forse fondamentale della questione: le canzoni. In questo senso ci sono episodi che, se da un lato mettono in mostra una morbidezza ed una melodia tipica di quel rock leggero e spensierato degli anni ’70/’80 (chi ha detto, per caso, proprio i Toto?), ma anche piuttosto sentimentale e dolce. Adatto a palati non certo estremi, il discorso musicale intrapreso da questi due musicisti piace per la mezz’ora di spensieratezza adulta che offre, ma possiamo tranquillamente dire che non si tratta di un lavoro epocale che cambierà la storia della musica così come noi la conosciamo.
Se lo scopo di Peter e Joseph era quello di mettere insieme un lotto di canzoni piacevoli e null’altro, allora va detto che l’obiettivo è centrato in pieno. Se, invece, si aspettavano qualcosa di più, allora spiace dire che il focus non è stato azzeccato in quanto il disco si lascia, suo malgrado, dimenticare abbastanza in fretta.
I fan dell’estremo stiano alla larga, mentre per tutti quelli che hanno bisogno di rilassarsi tra un assalto all’arma bianca e l’altro, questo potrebbe essere un lavoro consigliato.